ITALIA

«Ha voglia di uscire». Parla l’avvocata di Mustafà Fannan

Il giudice di pace ha disposto oggi il prolungamento del trattenimento. Tutto lascia pensare che dovrà scontare il periodo massimo di detenzione amministrativa, che al momento fissato in 180 giorni ma potrebbe ridursi di due mesi

L’avvocata Barbara Cattelan (Asgi)

Il cittadino marocchino si trova dal 18 settembre nel Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Torino, dopo l’allontanamento forzato dalle strade di Torpignattara. Il questore di Roma ne ha disposto il trattenimento in Piemonte, probabilmente perché in quei giorni l’analoga struttura detentiva di Ponte Galeria, alle porte della capitale, era piena. «Fannan ha già trascorso sei mesi in un luogo simile, sa cosa significa», racconta l’avvocata Barbara Cattelan, dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), che lo ha incontrato ieri e lo difende.

Come sta?

Era la prima volta che lo vedevo. Mi è sembrato avesse un po’ di difficoltà a rispondere alle domande ed elaborare pensieri. Non so se per un problema di lingua o perché si sentisse comunque disorientato. Ha detto di non assumere farmaci. È apparso lucido, ma un po’ rallentato e affaticato. Comunque ricordava i suoi amici di Roma. Non credo sia nell’ospedaletto, una zona separata del Cpr in cui si viene portati per condizioni sanitarie o comportamenti specifici. Una specie di isolamento.

E poi?

Mi ha raccontato che vive in Italia dal 2006. È arrivato quattordici anni fa. Gran parte della sua famiglia si trova in questo paese. È al secondo trattenimento in un Cpr. La prima volta è stata nel 2019, per sei mesi consecutivi. Quindi sa cosa significa stare in un luogo simile e ovviamente ha voglia di uscire. È contento dei contatti con l’esterno. Ha ricevuto delle lettere e dei numeri telefonici e gli ha fatto molto piacere.

Nel 2019 cosa è accaduto?

Alla fine del periodo massimo di trattenimento è stato rilasciato. Il signor Fannan non ha un passaporto, quindi l’autorità italiana per effettuare il rimpatrio chiede al consolato marocchino un lasciapassare per attraversare la frontiera. Ci sono Stati che collaborano, ma il Marocco generalmente non lo fa.

I rimpatri verso quel paese sono ricominciati nonostante il Covid-19?

Per i cittadini marocchini l’attraversamento della frontiera è consentito, ma di fatto la questura di Torino non ha effettuato rimpatri. La situazione è diversa rispetto alla Tunisia dove avvengono regolarmente.

Qual è la situazione legale del signor Fannan?

Stamattina il giudice di pace ha prorogato il trattenimento per altri 30 giorni. Purtroppo credo che andrà avanti così fino al raggiungimento del periodo massimo, che al momento è di 180 giorni ma se dovesse entrare in vigore il decreto che modifica le «leggi sicurezza» diventerebbe di 120 [90 + 30 perché Italia e Marocco hanno un accordo per i rimpatri, ndr]. Oggi avevamo in mano un argomento per chiedere il rilascio, cioè che Fannan è già stato trattenuto per sei mesi senza che l’Italia riuscisse a rimpatriarlo, ma il giudice di pace lo ha ignorato. Purtroppo credo dovrà arrivare fino alla fine.

 

Per scrivere a Mustafà:

Mustafà Fannan

Cpr di via Santa Maria Mazzarello, 31

10142 – Torino

 

In copertina: una manifestazione contro i Cpr a Milano (da Mai più lager – No ai Cpr)