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Venezuela, uccisi sei militanti chavisti

Nel sudest del paese colpiti cinque uomini e una donna. Sospetti sui gruppi armati legati ai latifondisti locali

Sabato scorso, sulla strada di campagna che porta alla riserva di Ticoporo appartenente al comune Sucre dello stato di Barinas [nel sudest del Venezuela, primo produttore nazionale di cotone – ndt], sono stati uccisi cinque uomini e una donna membri della Corrente Rivoluzionaria di Bolivar e Zamora (CRBZ).

I militanti, identificati come José Geraldo Rojas, Manuel J. Cordero Benítez, Alexi Ontiveros Mora, Eudes Rojas Peña, Kebin Navas Rodríguez e Milaidis Navas González, sono stati attaccati «da un gruppo armato non ancora identificato, presumibilmente mercenari pagati dalla destra latifondista locale», afferma una dichiarazione rilasciata dall’organizzazione alla quale appartenevano le vittime.

Tuttavia, hanno chiarito che si è trattato di «una squadra con addestramento militare, presumibilmente composta da paramilitari colombiani, ex-agenti di polizia venezuelana e criminali comuni».

Allo stesso tempo, si dice che negli ultimi giorni «la cosiddetta Autodifesa Unita Colombo-Venezuelana (AUCV) ha attaccato unità militari della Forza Armata Nazionale Bolivariana (FANB) e minaccia sistematicamente le forze di sicurezza e militanti chavisti».

Le vittime facevano parte anche alle Brigate di Difesa Popolare di Hugo Chávez. Si tratta di un’iniziativa creata due anni fa dalla Corrente Rivoluzionaria di Bolivar e Zamora (CRBZ) con l’obiettivo di «difendere la sovranità e la democrazia del Paese» e svolgere «compiti organizzativi di carattere sociale e produttivo, come contributo per affrontare la crisi economica e l’embargo».

Attualmente ci sono più di 150 brigate in diversi stati del paese caraibico con oltre un migliaio di militanti coinvolti.

Articolo pubblicato su notas.periodismopopular

Traduzione in italiano a cura di Michele Fazioli per DINAMOpress