ROMA

Sulla “riqualificazione” di via dei Lucani San Lorenzo ha gli occhi aperti

Dall’area di via dei Lucani alla ex Dogana trasformata in Student Hotel. La Libera Repubblica ricostruisce le principali trasformazioni urbane che stanno per coinvolgere il quartiere di San Lorenzo

Nella conferenza stampa di martedì 16 aprile la Sindaca Virginia raggi, l’Assessore Luca Montuori e la Presidente Francesca Del Bello, Presidente del Municipio II, hanno finalmente annunciato l’avvio di un processo di riqualificazione dell’area di via dei Lucani. La Libera Repubblica di San Lorenzo ha seguito con molto interesse l’esposizione di questo progetto, così come per anni abbiamo seguito il destino e le trasformazioni di quell’area, anche prima dei drammatici eventi dello scorso autunno. Vogliamo, per questo, iniziare a commentare gli annunci di ieri, promettendo all’Amministrazione in tutte le sue forme che il nostro interesse per il futuro di quel pezzo del nostro quartiere – che non nasce certo oggi – proseguirà nei mesi prossimi, più attivo e attento che mai.

Siamo felici che la Sindaca abbia chiaramente riconosciuto che il dispositivo securitario messo in campo a San Lorenzo negli ultimi mesi sia stata una reazione istituzionale quantomeno insufficiente, e che anzi abbia contribuito a creare quella desertificazione sociale del quartiere che dal principio abbiamo osservato e denunciato con forza. Oggi più di ieri, siamo convinti che le strade sicure non sono le strade vuote, ma anzi sono rese tali dalle donne e dagli uomini che le attraversano, che le abitano e le vivono ogni giorno. Soltanto legami sociali forti, costruiti con pazienza e perseveranza, possono rendere i nostri quartieri luoghi accoglienti, sicuri, accessibili e aperti a tutti.
Altrettanto, siamo felici che la Sindaca e la Presidente abbiano riconosciuto che San Lorenzo non è quell’immagine di degrado che quotidianamente ne viene fornita. Certo, i problemi sono tanti e sono chiari a tutti, ma San Lorenzo è ancora un luogo vitale, vivo, attivo, reso tale dalla pratica quotidiana di decine di realtà territoriali che ostinatamente provano a costruire una nuova idea di socialità. Il grande successo del festival della cultura diffusa «Viva San Lorenzo», che abbiamo promosso nelle scorse settimane e che siamo felici sia stato ricordato nella conferenza stampa, è solo uno dei tanti modi che mettiamo in campo per creare comunità.

Ci piacerebbe, però, che l’Amministrazione abbia anche il coraggio di chiamare le “realtà creative” del quartiere con il loro nome, che è anche quello di “spazi sociali autogestiti”. E se di queste “realtà creative” viene oggi riconosciuto il valore imprescindibile per il quartiere, allora si abbia anche la coerenza e il coraggio di tutelarne davvero l’esistenza: ricordiamo, infatti, per l’ennesima volta, che molte di queste realtà sono oggi ancora sotto sgombero da parte del Comune stesso, incapace fino ad oggi di mantenere le promesse elettorali e di trovare una soluzione per questi spazi, a San Lorenzo come in tutta Roma.

Ancora: siamo felici di aver sentito menzionare l’art. 42 della Costituzione, l’articolo più ignorato e disapplicato, quello che sancisce che la proprietà privata deve avere dei limiti che ne assicurino la funzione sociale. Per noi, che pensiamo che la proprietà privata sia tutto sommato un furto, un’espropriazione indebita di beni che naturalmente dovrebbero appartenere a tutti, di beni comuni, ecco per noi queste parole sono importanti. A San Lorenzo negli anni abbiamo visto come la proprietà privata abbia creato solo danni, distruggendo la storia e la memoria (come alle Fonderie Bastianelli), negando impunemente il diritto al verde pubblico (come per la particella 26), creando una città per soli ricchi (come a via De Lollis), e molto altro. Da tempo vediamo come il pubblico, in tutte le sue forme, abbia dismesso la sua prerogativa di pianificazione urbana, quella che banalmente dovrebbe garantire gli interessi dei molti che abitano la città contro gli interessi dei pochi che ne sono proprietari. Se davvero il progetto di trasformazione di via dei Lucani dovesse segnare, come promesso dall’Assessore, un cambio di passo in questo senso, non potremmo che esserne felici.

A quanto pare, nello specifico, l’Amministrazione intende presentare una manifestazione di interesse rivolta ai privati che vogliano sviluppare un progetto innovativo di trasformazione dell’area di via dei Lucani. Questa manifestazione di interesse, a quanto dicono, dovrebbe avere però dei vincoli. Se alle parole seguiranno i fatti, siamo soddisfatti che questi vincoli rispondano, almeno in parte, alle rivendicazioni che la Libera Repubblica di San Lorenzo ha fatto su quell’area, sin dai tempi del famoso Progetto Urbano San Lorenzo: che non ci sia spazio per ennesimi appartamenti, magari residenze di lusso da 10mila €/mq come quelle che già hanno deturpato tanta parte del quartiere; che una quota consistente dell’area venga destinata a verde pubblico, di cui il quartiere soffre una strutturale mancanza; che i servizi che verranno sviluppati siano effettivamente pensati e rivolti alle esigenze di chi abita il quartiere. Si tratta, per noi, di elementi minimi di rivendicazione, sui quali ogni mediazione avrebbe il significato di una sconfitta. Non per “noi”, ma per il quartiere, per la città e per la stessa Amministrazione.

A voler essere sinceri, a differenza dell’Amministrazione non abbiamo molta fiducia che a San Lorenzo arrivi un fantomatico imprenditore privato, pieno di creatività e attento alle esigenze del quartiere, sensibile ai temi sociali, capace di ascolto e di partecipazione, capace di sviluppare un grande progetto innovativo. Negli anni abbiamo conosciuto gli imprenditori del mattone, a San Lorenzo come in tutta Roma, come una classe di speculatori parassiti, che preferiscono la rendita al normale profitto, col solo obiettivo di spremere i territori per estrarne tutto il valore possibile e poi scappare via, nel minor tempo possibile, verso il prossimo investimento. Siamo pronti a farci stupire, ma vorremmo restare realisti. Per questo, forse più che la “manifestazione di interesse”, ci colpisce e ci interessa la dichiarazione – chiarissima nelle parole della Sindaca – che le aree potrebbero essere espropriate e destinate a verde e servizi pubblici, se i privati ancora tarderanno ad assumersi le loro responsabilità. Pensiamo che il tema dell’esproprio delle aree private debba smettere di essere un tabù, come è stato a Roma negli ultimi trent’anni, e anzi debba funzionare da leva per l’Amministrazione per porre finalmente un freno allo strapotere irresponsabile e impunito dei proprietari privati. Staremo a vedere!

È stato annunciato che, anche in applicazione dell’art. 2 della legge regionale sulla rigenerazione urbana, verrà promosso un processo di partecipazione su questo progetto di riqualificazione urbana. Anche qui, una certa diffidenza per i progetti di partecipazione dall’alto non possiamo non averla, anche sulla scorta delle esperienze passate, in primis quella del Progetto Urbano. In particolare, nutriamo una certa diffidenza nella partecipazione tramite piattaforme online: siamo convinti che la partecipazione, quella vera, non si faccia con un click solitario al chiuso della propria cameretta, ma si faccia nello spazio pubblico, con il confronto, la discussione, il dibattito, la possibilità di difendere la propria idea rispetto a quella degli altri o di cambiarla o di trovare insieme un’idea nuova. Solo così si possono costruire progettualità comuni e condivise, senza le quali la partecipazione è soltanto un’alzata di mano, che inizia e finisce in un momento e poi delega tutto altrove. La società che partecipa alle scelte democratiche non è una società liscia, dove uno vale uno e basta, ma è una società dove dieci persone che discutono possono valere dieci o cento o mille, perché è nel confronto che si costruisce la vera democrazia.

Nell’area di via dei Lucani c’è uno spazio sociale che si chiama Communia. Vorremmo dirlo ora, con la massima chiarezza, sapendo che lo ripeteremo con ogni mezzo necessario: nessun progetto di riqualificazione urbana potrà cancellare l’unica esperienza che, in questi anni, ha garantito un minimo di decoro a quel pezzo di quartiere. Lì si è creata una comunità di studenti, di precari, di migranti, che tramite l’autogestione di quello spazio ogni giorno pratica democrazia dal basso, costruisce nuovo mutualismo, offre servizi al resto del quartiere. Nello sviluppare questo progetto di riqualificazione, l’Amministrazione a tutti i livelli dovrà assumersi direttamente, in prima persona, la responsabilità concreta e fattiva di tutelare questa esperienza, così preziosa, al pari di molte altre nel quartiere. La garanzia dell’esistenza di Communia è, per tutto il quartiere, un elemento imprescindibile, su cui nessuna mediazione al ribasso può essere accettabile.

Infine: l’annuncio dell’avvio della riqualificazione di via dei Lucani è finalmente arrivato, proprio lo stesso giorno in cui i quotidiani hanno dato notizia che è stata finalizzata la convenzione urbanistica per la costruzione dello Student Hotel alle ex Dogane di San Lorenzo. La nostra posizione, in merito, rimane la stessa di sempre: alle ex Dogane è stata compiuta – da parte dello Stato, del Comune e di Cassa Depositi e Prestiti – la più scandalosa operazione di svendita del patrimonio pubblico che il quartiere abbia mai visto. Una operazione che, tra l’altro, comporterà l’ennesima distruzione del patrimonio di archeologia storica della città, cancellando luoghi impregnati di storia e di memoria. Nessuno conosce, purtroppo, i dettagli di questa convenzione. Alla faccia della trasparenza. Da parte nostra, anche di fronte all’imprenditore olandese, continueremo a vigilare che quel minimo di spazio pubblico promesso, anche in quel progetto, venga concretamente garantito. Augurandoci, magari, che il progetto sia modificato rispetto agli orribili rendering che girano online. Ma soprattutto, sul tema, ci sembra interessante la proposta/richiesta che i 4 milioni di oneri di urbanizzazione che il Comune otterrà per le ex Dogane vengano spesi a San Lorenzo e per San Lorenzo. Da fare qui ce n’è tanto, a cominciare dalla sistemazione del muro di Villa Mercede e dalla riapertura di via dei Marrucini, per finire alla rimozione dell’eternit a via dei Peligni. Basta un po’ di volontà!