TERRITORI

#StopBiocidio, cariche dentro la Regione Campania

Parlano gli attivisti del Laboratoro Insurgencia e di Mezzocannone Occupato.

Perché stamattina avete occupato gli uffici della Regione Campania? Che cosa contenevano le buste che non dovevano essere aperte?

Stamattina abbiamo occupato gli uffici dell’Assessorato all’ambiente della Regione Campania per bloccare l’apertura delle buste […] per il nuovo inceneritore previsto per Giugliano. Dopo un mese e mezzo di ambiguità della regione e del ministero (prima l’inceneritore non si doveva fare, poi si doveva fare per forza per direttive europee, poi c’era la possibilità di sospendere il bando), oggi scadeva il tempo utile per le manifestazioni d’interesse delle imprese intenzionate a occuparsi della questione inceneritore. Abbiamo occupato per bloccare i lavori di affidamento dell’appalto e per pretendere un tavolo immediato con le istituzioni competenti perché fossero ascoltate le ragioni delle decine di migliaia di cittadini che da un mese riempiono le piazze di moltissimi comuni dell’hinterland tra Napoli e Caserta, contro discariche, inceneritori, roghi tossici. La risposta delle istituzioni è stata una carica di agenti in assetto antisommosso dentro gli uffici di una sede istituzionale.

Biocidio. Che vuol dire? E’ una questione nazionale o che riguarda solo la Campania e Napoli?

Biocidio è il termine con cui designamo la strage impunita che il capitalismo agisce sui nostri territori ormai da decenni, dietro l’enorme paravento dell’emergenza rifiuti. Un business miliardario che inizia a ridosso del terremoto, quando si pensò che le cave scavate nella nostra terra per l’edilizia d’emergenza potessero essere riempite con i rifiuti della produzione non solo campana, ma di tutta la penisola. Un business che continua poi con l’inceneritore (paventato superamento della questione-discarica, perché nessuno dice che il 40% dell’incenerito va in discarica ugualmente) e che ora vorrebbe mettere le mani anche sulle bonifiche, per le quali noi riteniamo sia imprescindibile un controllo popolare reale, che sottragga questa nuova fase dell’emergenza rifiuti alle holding criminali (ormai colossi economici, più che sottobosco criminale, ai cui vertici si incontrano camorristi, apparati di stato, imprenditori, forze dell’ordine).

Non è una questione campana e basta perché vediamo in tutto il paese replicarsi nuovi cicli di accumulazione che separano con violenza i territori dalle comunità che li abitando. Nuove recinzioni a tutto vantaggio del profitto di pochi, siano esse pensate per un nuovo inceneritore, per una base militare, per un treno ad alta velocità. Questo non ci fa dimenticare la specificità meridionale della vicenda biocidio: il tema del razzismo ambientale è essenzialmente capire come la produzione di dispositivi criminalizzazione e di colpevolizzazione di alcune regioni possano naturalizzare processi che sono tutt’altro che scontati. L’idea che una regione possa essere sacrificata sull’altare del profitto e diventare la discarica d’Italia (la terra tra Napoli e Caserta è stata definita dagli oncologi come “uno dei più grandi laboratori di cancerogenesi a cielo aperto”, ossia terra in cui sorgono e si diffondono nuove malattie, spesso letali) non si costruisce solo con l’esercito e la militarizzazione dei territori. Si costruisce anche facendo passare l’idea che i rifiuti siano un prodotto folkloristico della città di Napoli, città di abitanti incivili, analfabeti, incapaci di fare la differenziata, a proprio agio con il camorrista di turno. Il movimento di questo mese, largo, plurale, partecipato, ha sempre ben chiari i colpevoli di questa storia ventennale e prova a riscrivere una storia che ha viaggiato sepolta dall’informazione mainstream: quela delle comunità resistenti dalla terra dei fuochi, a chiaiano, a mugnano, a giugliano, ad acerra.

Perché vi opponete all’inceneritore di Giugliano?

Intanto, ci opponiamo all’inceneritore in quanto tale (uno dei cori più diffusi nei cortei è “No Inc né a Giugliano né altrove). Ci opponiamo perché ad oggi non esistono sistemi di filtraggio in grado di garantire l’assenza di infiltrazioni nell’aria di diossine e metalli pesanti. Ci opponiamo perché l’inceneritore non risolve il problema delle discariche (finisce in discarica fino al 40% in peso dell’incenerito), anzi produce rifiuti da sotterrare ad alta tossicità.

In questo sfondo generale la questione dell’inceneritore di Giugliano è ancora più vergognosa: le migliaia di ecoballe che già hanno compromesso la natura del suolo del territorio e che sono stanziate proprio a Giugliano dovrebbero infatti finire nel nuovo inceneritore. Una montagna di ecoballe di cui non è mai stata pubblicata la composizione, ma che le inchieste dei comitati fotografano come vere e proprie bombe chimiche, molto diverse di quel che dovrebbe venir fuori da un avanzato sistema di differenziata. Una terra che ha già pagato tantissimo e a cui oggi si chiedono nuovi sacrifici in nome di multe europee e che si credeva fosse più docile proprio perché già dentro un quadro di devastazione comune a tutta l’area nord.

Quali sono i prossimo appuntamenti delle reti campane?

Gli appuntamenti contro il biocidio si moltiplicano in tutti i comuni della periferia, ormai la questione non è più solo l’emergenza inceneritore: si parla delle discariche, dei roghi tossici, degli sversamenti abusivi. Intanto si sta provando a mettere in campo una manifestazione grossa per il 16 novembre, provando a inserire la questione biocidio in un orizzonte più complessivo (che è quello delle nuove ondate di accumulazione, dell’imposizione di modelli di sviluppo al territorio e di come le comunità possono recuperare un diritto alla decisione, del tentativo di mettere insieme più esperienze localizzate e diffuse in un ragionamento generale su come ci si riappropria di democrazia reale dove invece esiste solo la violenza predatoria del capitale che utilizza le emergenze come leve di sospensione dello stato di diritto). Bisognerà scommettere sulla capacità che il tema del biocidio saprà avere di ricomposizione intorno a questi nodi al di là della fase aperta dalla questione inceneritore.

I video da GlobalProject.info