DIRITTI

Siamo in guerra, e la vittime sono i poveri


Il prossimo venerdì Scup presenterà il dossier dell’associazione antimafia Libera “Misera ladra”. Perché povertà è una parola che non si può più eludere di pronunciare.

Il 28 marzo a Scup, durante la presentazione di “Miseria Ladra”, ci sarà pure, tra gli altri, un intervento di un esponente di “Emergency programma Italia”.

Inizio da qui. È significativo che un’associazione che da 20 anni porta il diritto alla salute nelle zone di guerra, apra degli ambulatori in Italia. Vuol dire che siamo in guerra, e le vittime sono i poveri.

Ecco la parola che non si può più eludere di pronunciare: povertà.

L’interessante dossier di Libera mette nero su bianco – con un lavoro certosino di date e percentuali – quello che chiunque di noi vede e quello che la classe politica non vuole vedere.

Dal 2008 i disoccupati sono aumentati del 60%, 2 milioni di giovani non studiano e non cercano lavoro ( c.d. Neet), nel 2012 89 persone si sono suicidate per motivi economici, 50 Mila persone sono senza tetto. E potrei continuare perché il dossier di libera è completo, tremendo, da leggere a piccoli sorsi.

Un dato voglio sottolineare.

La povertà non è una. Sono tante. Le povertà.

La povertà di chi è indigente, quella di chi si vede impoverire, quella del giovane che è più povero del genitore o di quello che suo malgrado ha disatteso la speranza di riscatto sociale del padre, quella del precario che non può mettere su famiglia.

Povertà diverse, ma tutte accomunate nella causa e nell’effetto. La causa è l’accentramento di risorse in poche mani, il mito del mercato, e da ultimo la crisi e l’ideologia dell’austerity che l’acuisce. E una classe politica che ha subito l’economia, non la ha governata.

L’effetto è l’ingiustizia sociale e l’abbassamento della qualità della nostra democrazia. Perché senza uguaglianza la democrazia è oligarchia. Lo era nel settecento e lo sta diventando adesso.

Scup è lieta di accogliere questa discussione venerdì, perché è interessante lo spirito con cui Libera parla delle povertà. Dalle povertà si deve uscire e si fa valorizzando le iniziative dal basso e i territori. Libera lo dice chiaramente. Scup nel suo piccolo prova a farlo: istruttori sportivi e precari della cultura, stufi di essere insultati dalla politica e sviliti dal mercato, costruiscono un progetto di reddito e servizi, costruendo il welfare che non c’è più. E nel farlo pensiamo di segnalare un nodo: il patrimonio sfitto deve essere utilizzato a fini sociali. L’intreccio tra utilizzo virtuoso del patrimonio, passione e competenze dei cittadini e risorse territoriali, sono una chiave di uscita dalla crisi e dall’emersione dia lacune forme di povertà.

Il programma completo di venerdì.