EDITORIALE

Sciopero generale per la Palestina. Blocchiamo tutto!

Lunedì 22 settembre una straordinaria giornata di mobilitazione attraverserà tutto il paese, a sostegno della Global Sumud Flottilla, per la fine del genocidio del popolo palestinese, contro il regime di guerra che sta imponendosi nel pianeta. Un momento di speranza e di lotta da attraversare nel modo migliore

Lunedì 22 settembre si prospetta come una grande giornata di lotta in tutto il paese. Le piazze convocate si moltiplicano in tantissime città di grandi e medie dimensioni – 67 al momento – e tutto fa pensare che le adesioni allo sciopero generale convocato dai sindacati autonomi potrebbero essere significative. Molti settori economici stanno aderendo ed è chiaro che la componente studentesca e universitaria sarà presente con numeri importanti.

Lo sciopero ricade nella giornata in cui si apre la sessione annuale della Assemblea Generale delle Nazioni Unite al Palazzo di Vetro di New York in cui questione palestinese sarà al centro di molti dibattimenti.

Sarà una giornata importante perché si pone come obiettivo principale il blocco delle catene produttive e logistiche del paese, un fatto che non accadeva da molto tempo: il movimento per la liberazione della Palestina si è riappropriato dello sciopero come forma di lotta politica. Davanti all’inazione e alla complicità di tutti i governi europei – con un atteggiamento particolarmente vergognoso da parte del governo italiano e del Vaticano – si sta attivando una mobilitazione dal basso senza precedenti nella storia recente.

A Roma, si prospetta pertanto una giornata radicale nei contenuti e inclusiva nelle pratiche vista l’estrema cura che si sta ponendo all’organizzazione e alle informazioni per i partecipanti, soprattutto grazie al canale telegram in costante aggiornamento, che è stato pubblicizzato con manifesti nei muri di tutta la città. La giornata, infine, si colloca all’interno di una fase di attivazione generalizzata in tutto il paese che sta aprendo scenari potenzialmente interessanti e inediti negli ultimi anni.

In particolar modo sembra sempre più evidente che l’appoggio alla flotilla non nasce da uno spirito umanitario ma dalla radicale convinzione che sia necessario “bloccare tutto” contro il genocidio perchè è il sistema economico-finanziario del capitalismo contemporaneo che sta permettendo e alimentando il genocidio poichè ne trae profitto –come il report di Francesca Albanese ha ampiamente dimostrato – e per questo va bloccato. 

Mai come ora, dal 7 ottobre in poi, appare evidente che il nemico è quel “Israele globale” composto da interessi finanziari internazionali, sorveglianza hi-tech, sistemi di intelligenza artificiale applicati al militare, arsenali bellici avanzati, ricerca scientifica subordinata a commesse belliche, e interessi geopolitici e militari rispetto ai quali l’IDF e il governo fascista di Netanyahu sono attori di primo piano, non gli unici, che seminano morte e distruzione sul terreno. 

Proprio per questo è fondamentale essere parte della “Palestina globale” fatta di solidarietà, resistenza, umanità, e che proprio per questo vuole bloccare quel sistema di morte. La Palestina, svelando l’ipocrisia del cosiddetto Occidente (o meglio Global Minority), è l’emblema dell’opposizione al razzismo, ai fascismi globali, al colonialismo e al capitalismo.
In estrema sintesi, la bandiera palestinese, ormai presente in ogni palco, piazza, strada, e sulla Global Sumud Flotilla che naviga verso Gaza, è il simbolo della convergenza, materiale non evocata, delle mobilitazioni in atto nel paese.

Non siamo ingenue e sappiamo che le complessità davanti a noi sono molte, in primis quelle interne. Rattrista ad esempio vedere il più grande sindacato italiano non avere coraggio e temere il confronto con le piazze ampie, evitare pertanto la convergenza per il 22 settembre e convocare last minute uno sciopericchio di due ore per venerdì 19.  

Inoltre, le piazze di questi giorni ci hanno offerto molto entusiasmo ma anche la complessità del convergere nelle diversità. In particolar modo appare chiaro il rischio che alcune componenti partitico-sindacali utilizzino questa finestra di attivazione per imporre una loro egemonia virile nelle piazze e nelle assemblee al fine di perseguire obiettivi che sono altro rispetto al necessario allargamento a modalità marea. Purtroppo queste componenti pare che tutt’oggi non siano state neppure sfiorate dall’unico movimento di massa degli ultimi nove anni, cioè il transfemminismo e le sue pratiche.

Siamo ben consapevoli che questi problemi esistono ma sapremo superarli in piazze larghe e condivise, unendo radicalità e cura, partecipazione ampia e rifiuto di una gestione maschile e testosteronica dal potere.

Lunedì 22 settembre potrebbe essere un momento importante proprio perché la partecipazione si immagina ben oltre le strutture organizzate e perché nei momenti di eccedenza si genera pure il superamento dei nostri stessi limiti. 

Il momento è ora, non si può più aspettare.

A Roma il concentramento è previsto alle 11 a piazza dei Cinquecento, davanti alla stazione Termini. Tuttavia per favorire la partecipazione territoriale, anche considerando quanto difficile sarà muoversi a Roma in quella giornata, sono stati previsti numerosi appuntamenti territoriali per muoversi insieme verso il centro cittadino.

La mappa dei concentramenti mattutini a Roma

📌 h. 9:00 @ Stazione Metro Piramide

📌 h. 10.30 @ Piazza Indipendenza

📌 h. 9.30 @ Piazza dell’Immacolata

📌 h. 8.00 @ Stazione Quattro Venti

📌 h. 9.30 @ Piazza Sempione

📌 h. 8.00 @ Piazzale Aldo Moro

📌 h. 9.30 @ Ponte Lungo

La giornata si prospetta lunga ed è consigliato portare cibo, acqua e protezione dal sole di questa estate che sembra non finire mai in epoca di emergenza climatica.

Saranno presenti operatori sanitari e un legal team durante tutta la giornata.

Dinamopress seguirà la giornata con foto e aggiornamenti dai nostri canali.

L’immagine di copertina è di Milos Skakal

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