EUROPA

A Salonicco, una mobilitazione contro gli attacchi fascisti della scorsa domenica

Ieri nella città greca sono scese in piazza 1500 persone contro le azioni dei gruppi dell’estrema destra che domenica avevano attaccato due spazi sociali, Scolìo e Libertatia

Circa 1500 persone sono scese ieri in strada a Salonicco per rispondere alle provocazioni fasciste di domenica scorsa, quando a margine di una mobilitazione nazionalista gli estremisti di destra avevano attaccato due spazi sociali, Scolìo e Libertatia. Respinti dal primo, grazie alla resistenza degli occupanti, erano riusciti a incendiare il secondo, che in quel momento era vuoto.
Il corteo è partito davanti a quel che resta dell’occupazione Libertatia, ha attraversato tutto il centro della città, è passato davanti a Scolìo e si è sciolto nella centrale Kamara, tradizionale luogo di ritrovo delle mobilitazioni di Salonicco.
Anarchici, antiautoritari e militanti della sinistra extraparlamentare hanno marciato fianco a fianco.
Durante e dopo il corteo si sono verificati tensioni e scontri. La macchina di un militante di estrema destra è stata riconosciuta e distrutta. All’altezza di Delfon Street (Δελφών) scontri con i MAT e cinque arresti. Dopo la conclusione del corteo, alcuni manifestanti hanno provato ad avvicinare la stazione di polizia dove erano stati portati gli arrestati. Ne sono seguiti nuovi scontri intorno alla centralissima via Aristotelous.

Di seguito la cronaca degli attacchi di domenica dal sito freedomnews.

Grecia: i fascisti appiccano il fuoco al centro sociale Libertatia

Durante la giornata di oggi, 21 gennaio, alcuni partecipanti ad un raduno nazionalista hanno attaccato e dato alle fiamme il centro sociale occupato “Libertatia”, fortunatamente senza feriti. Purtroppo, l’edificio è andato completamente distrutto nonostante il tentativo dei vicini e dei pompieri di spegnere l’incendio.

La palazzina di due piani era stata occupata nel 2008, inizialmente come centro sociale per migranti per poi trasformarsi in un centro sociale vero e proprio utilizzato da vari gruppi. Nell’ultima parte della sua storia veniva usato principalmente come occupazione abitativa.

«Era un palazzo storico: uno dei pochi sopravvissuti ai nazisti ma che, sfortunatamente, è stato distrutto dai loro nipoti», commenta un anarchico greco che preferisce rimanere nell’anonimato.

All’inizio, le attiviste e gli attivisti antifascisti pensavano ormai di aver portato a casa la giornata visto che tutta la propaganda fascista era stata rimossa dai muri cittadini lungo il percorso del corteo fascista. Tuttavia, il raduno organizzato da «Macedonia per la Macedonia» è cresciuto fino a raggiungere le 100.000 persone (secondo la questura), inclusi anche molti picchiatori fascisti.

Partendo dalla statua di Alessandro Magno, una frangia violenta del corteo si è diretta inizialmente verso il centro sociale “The School” [“La Scuola” – ndt], ma è stata respinta dalla resistenza degli anarchici scesi a difendere il loro spazio. Quindi i fascisti hanno proseguito verso il “Libertatia” (lasciato relativamente sguarnito) e sono riusciti ad appiccare il fuoco. L’edificio è andato completamente distrutto.

Gli antifascisti greci sono molto preoccupati per il successo della manifestazione, perché la ritengono un’opportunità per molti gruppi fascisti per poter rialzare la testa pubblicamente dopo le difficoltà in cui si sono trovati a seguito del declino di Alba Dorata.

Un comunicato pubblicato oggi su di Indymedia Atene afferma: «C’è bisogno di un’immediata mobilitazione militante, domani se non addirittura oggi. Non possiamo lasciar correre».

«Macedonia per la Macedonia» fa parte di una lunga campagna politica dell’estrema destra greca per chiedere che l’ex-repubblica iugoslava di Macedonia cambi il proprio nome. Macedonia è anche il nome della regione greca di cui Salonicco è la capitale. Questa diatriba sul nome del Paese ha raggiunto anche la politica mainstream greca, ed il governo ha affermato che si opporrà all’ingresso della Macedonia nella UE e nella Nato se si presenterà utilizzando il nome «Repubblica di Macedonia».

traduzione di Michele Fazioli per DINAMOpress

Foto e video tratte da alterthess

Qui la traduzione del comunicato di “Libertatia”.