ROMA

Roma, sciopero cittadino: lavoratori di esternalizzata ATAC sulle impalcature

Dopo la precettazione dello sciopero e il divieto di assemblea in piazza Indipendenza, partono le mobilitazioni. Trasporti pubblici bloccati, dipendenti CORPA sulle impalcature. Alle 12 assemblea sotto ACEA e alle 17 manifestazione in Campidoglio.

Mentre il trasporto pubblico di Roma si ferma per lo sciopero lanciato da USB, intorno alle 8 di questa mattina un gruppo di lavoratori CORPA si è arrampicato sulle impalcature di un palazzo vicino alla Prefettura. CORPA srl è la società privata che ha vinto l’appalto di ATAC per l’intervento e il recupero dei bus guasti. Una funzione importantissima per tutto il servizio pubblico. I lavoratori, però, si trovano senza stipendio ormai da quattro mesi. Già prima dell’estate, la società aveva accumulato dei ritardi nei pagamenti. Per sanare la situazione ATAC aveva stanziato due milioni di euro e l’esternalizzata privata era stata commissariata. A pochi mesi di distanza, però, i lavoratori sono punto e a capo.

Così, stamattina hanno messo in campo questa protesta eclatante. Chiedono un tavolo con il commissario CORPA, l’ATAC e la Prefettura per sbloccare le mensilità arretrate. Alle richieste della polizia di scendere dalle impalcature hanno opposto un netto rifiuto: «Senza tavolo, senza incontro, da qui non ce ne andiamo».

Intanto, nel resto della città si registrano adesioni molto alte allo sciopero cittadino contro «l’immobilismo dela giunta Raggi e le recenti scelte su ATAC». Secondo USB, la procedura di concordato avviata dalla sindaca è la via più rischiosa al risanamento dell’azienda pubblica. Il sindacato, invece, chiede «la ricontrattazione del debito e un piano sulla mobilità che preveda la reinternalizzazione di tutti i lavoratori e di tutti i servizi». E proprio sul trasporto pubblico si gioca la partita più importante di questo sciopero. L’astensione dal lavoro del personale ATAC e Roma TPL, il consorzio privato che gestisce già il 20% del trasporto romano, è stata precettata l’altro ieri dalla prefetta Basilone, che ha imposto la riduzione dello sciopero da 24 a 4 ore.

Le motivazioni sono sembrate assurde agli esponenti del sindacato. La prefetta, infatti, ha giustificato il suo intervento sostenendo che lo sciopero: «potrebbe causare agli utenti rilevanti difficoltà, aggravate dal fatto che le astensioni si collocano nel giorno di venerdì, notoriamente caratterizzato da una considerevole presenza di viaggiatori e pendolari, e dall’incremento dei flussi turistici previsto nei giorni dal 28 settembre al 1 ottobre determinato dalle favorevoli condizioni climatiche». Una tesi molto pericolosa, secondo cui, di fatto, sarebbe lecito scioperare solo quando non si producono disagi. Peccato che sia proprio questo il cuore di ogni azione di sciopero, che oltre a una forma di protesta che ha permesso ai lavoratori di strappare migliori condizioni di lavoro è anche un diritto che decenni di lotte del movimento operaio hanno imposto alle costituzioni dei Paesi democratici.

La giornata, comunque, si presenta ricca di appuntamenti. Alle 12 si svolgerà una grande assemblea tra lavoratori e utenti sotto la sede dell’ACEA. Alle 17, invece, mobilitazione in Campidoglio «Non facciamoci mettere il bavaglio», per rispondere a un’altra provocazione partita dalle stanze della Prefettura, ovvero il divieto di discutere in assemblea in piazza Indipendenza. «Evidentemente non vogliono che quel luogo diventi un simbolo della lotta alle politiche governative e del comune, dopo la figuraccia mondiale fatta quest’estate» – dicono dal sindacato – «Ma non ci faremo intimidire e manifesteremo con un bavaglio sulla bocca contro le privatizzazioni dei servizi pubblici, per una città che non sia ostaggio di lobby e speculatori, per il diritto di sciopero, per le libertà democratiche, contro il decreto Minniti Orlando».