ROMA

Roma, la speculazione nuota in piscina


Giovedì 17 marzo, due giorni prima del grande corteo contro la gestione commissariale della città e per l’autogoverno, la campagna “Roma Non Si Vende” ha occupato simbolicamente una piscina costruita per i Mondiali di Nuoto e subito abbandonata. Scoprendo che l’edificio rischia di crollare.

È la piscina simbolo dei Mondiali di Nuoto. Quelli del 2009. Voluti da Veltroni e realizzati da Alemanno. Al primo la scelta della localizzazione. Uno dei tanti gioielli (sic) della città vetrina. Al secondo la compartecipazione nella costruzione che ha visto il Comune impegnato in opera di sorveglianza per un lavoro affidato all’Unità di Missione della Presidenza del Consiglio. La famigerata “cricca”.

Il risultato? La piscina ha funzionato solo un mese. Solo per allenamenti. Le gare, infatti, non si sono potute svolgere, visto che la vasca, una volta finita, è risultata non un rettangolo, ma un trapezio. I conti, pardon le misure, infatti non sono tornate, per 8 centimetri. Un’inezia costruttiva che avrebbe reso impossibile l’uso dell’impianto che intanto ha visto la struttura venir interessata da evidenti cedimenti strutturali.

Così ai 16 milioni di euro del costo originario, dopo 5 anni d’abbandono, se ne sono dovuti aggiungere altri 3. Circa 19 milioni di euro per avere un impianto che, invece di essere messo in sicurezza e riconsegnato alla città nel giugno 2015, se ne sta lì spiaggiato sull’ansa del Tevere, sorretto “amorosamente” da grandi puntelli di ferro che auscultano il suo cuore. Per vedere se cede. La campagna Roma Non Si Vende è un programma sulla città, contro questi sprechi e queste speculazioni. Per questo giovedì scorso, è andata a dare un”occhiata.

IL dossier sulla piscina di Valco San Paolo a cura di indipendenti.eu: scaricalo qui.

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