MOVIMENTO

Rimettersi in viaggio, sempre. In ricordo di Paolo Marini

In ricordo di Paolo Marini, compagno

Si trattava di conquistare un po’ di libertà. Di farla finita col lavoro normato, di cambiare vita. Erano gli anni Settanta, finalmente il cielo sembrava cadere sulla terra. E allora Paolo si è messo in viaggio, alla scoperta del Sud; spiaggia dopo spiaggia, per quasi un anno. Così in Italia nasce il primo campeggio naturista, la Comune, a Isola di Capo Rizzuto. Un punto di riferimento, per anni, del movimento tutto. Quando in Italia proprio tutto, anche gli stili di vita, erano occasione di invenzione e di lotta. Paolo, con la sua generazione, sapeva andare alla radice.

Nelle spiagge della Comune accade l’amore più grande, Tiziana. E, di lì a breve, Emiliano, figlio adorato. Una vita coraggiosa, quella di Paolo, sempre capace di accettare una nuova sfida, di cercare ancora. Mai piegare la testa, mai perdere la libertà, mai arrendersi. Dopo la Calabria, tante avventure, imprese, fatiche. Intanto Emiliano, bellissimo, cresce.

Il colpo più duro – l’incrinatura, direbbe lo scrittore – arriva con la malattia e la morte di Tiziana. Così grande Tiziana, così smisurato l’amore di una vita, così insopportabile la morte; che non ci sono parole, non possono essercene. Si può solo provare a inoltrarsi ancora un po’. E allora la Sabina, Poggio Mirteto, Castel San Pietro. Tra le montagne e nella terra che furono quelle della resistenza partigiana. Per strappare un briciolo di libertà ancora.

Fu così, nel tentativo che mai si esaurisce di risalire, che incontrammo davvero Paolo. Esc era stato da poco occupato e Paolo stava con Emiliano e con noi, sempre. Ma poi, con Castel San Pietro, ci conosciamo, progettiamo assieme, condividiamo giornate e tramonti, parole e cose, bevute e nottate. Nella casa, tra gli ulivi, tra le montagne, iniziamo i nostri raduni estivi. Meglio: due giornate di discussione politica senza pausa, o quasi; a settembre, la nostra piccola «fabbrica della strategia». La prima volta, era il 2005. Da poco tramontata la May Day, poco prima del movimento studentesco che combatte la ministra Moratti e anticipa l’Onda. Ci ripensiamo oggi, e ancora abbiamo i brividi, perché la Storia, a guardar bene, è fatta di incroci, tessuti che si fanno e si disfano, contrattempi, salti, accelerazioni. Esc, Paolo, Castel San Pietro, il movimento studentesco.

Paolo, per anni e tutti gli anni, ci ascolta e ci ascolta. Discute, ma soprattutto ci accoglie, ci racconta. Discute di strategia, indubbiamente, ma poi ci chiede: «e la vita? Come si cambia la vita? E l’amore, come si cambia l’amore»? Domande che vanno dritte al cuore, domande che riguardano la rivoluzione. Bene i rapporti di forza, bene il movimento, bene l’organizzazione, bene gli obiettivi concreti; ma poi occorre inventare nuove misure, un’altra regola di vita, istituzioni d’amore. Perché la rivoluzione, se è tale, è sempre un’etica. Paolo, a modo suo, non smetteva mai di ripetercelo.

L’ultimo sogno di Paolo, come sempre condiviso con Emiliano, lavorare la terra e raccoglierne i frutti. Un’altra grande avventura fatta di ricerca, relazioni, fatica. Il male però, troppo presto, se l’è portato via Paolo. Ha lottato ancora, tentandole tutte, non ce l’ha fatta più. Noi tutti, che molto l’abbiamo amato, abbiamo il cuore in mille pezzi. Con i ricordi, tanti, e un nodo in gola, le lacrime che scendono.

Ci mancherai, Paolo! Mancherai a noi tutti, mancherai alle compagne e ai compagni di Roma che in questi anni ti hanno conosciuto, abbracciato, e con te hanno trascorso giornate dolci.

E ci stringiamo con tutte le forze che abbiamo attorno a Emiliano. Tuo figlio, compagno straordinario e generoso, uomo coraggioso; senza pari. Al suo fianco, non ti dimenticheremo. Mai.

 

Le compagne e i compagni di Esc, Atelier autogestito