ROMA

Il Primo Maggio degli invisibili. «Costruire la convergenza delle lotte»

Una biciclettata precaria da San Lorenzo a Centocelle, la “Festa di Nessuno” a Gardenie e un presidio a difesa del complesso dell’ex-Snia assediato dalle ruspe. Per domani è prevista una giornata di rivendicazioni e proteste

Uno spettro, anzi degli spettri, si aggirano per la città. Sono gli invisibili della pandemia, lavoratori e lavoratrici che operano nel precariato, magari “in nero”, senza tutele o un reddito garantito e che faticano ad arrivare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni.

A Roma, la giornata del Primo Maggio “La festa di Nessuno” sarà dedicata a loro: organizzazioni sindacali indipendenti quali Clap-Camere del Lavoro Autonomo e Precario, Usb-Unione dei Sindacati di Base Roma, Slang-Sindacato Lavoratori di Nuova Generazione, Coordinamento dei Lavoratori Autoconvocati, Lavoratori delle Cooperative, Logistica Lavoratori Amazon e E-Commerce assieme alle reti politiche di Cambiare Rotta e della Casa del Popolo Roma Sud Est hanno deciso di lanciare un momento di mobilitazione e discussione sui diritti del lavoro, che avrà luogo a piazzale delle Gardenie (quartiere di Centocelle, fermata della metro C “Gardenie”) a partire dalle ore 15.30.

«L’obiettivo è favorire una convergenza delle lotte», spiega Emanuele De Luca delle Clap. «Da una parte si tratta di un percorso politico già avviato, che ha visto nell’arco delle ultime settimane professionisti e professioniste dello spettacolo, rider impiegati nelle piattaforme e lavoratori della logistica impegnati in momento di protesta e mobilitazioni comuni. Dall’altra, giornate come quelle di domani sono anche un modo per creare delle occasioni di incontro reale e concreto fra le soggettività più colpite dalla crisi pandemica e da lì immaginare nuove traiettorie».

 

Consolidamento e rilancio, dunque: come afferma anche il comunicato de “La Festa di nessuno”, «per poter cambiare le cose bisogna trovare una voce collettiva, perché Nessuno oggi è lo spettro invisibile e muto di cui non si parla, né nei media né nelle istituzioni».

 

A ribadire il concetto, le Clap e la rete di operai e operaie della ristorazione Gastronomia Operaia organizzano durante la prima parte della giornata una “biciclettata” precaria, che vede anche la partecipazione del movimento Fridays For Future e che partirà alle ore 14 da piazza nei Sanniti nel quartiere San Lorenzo (dove aveva sede il Nuovo Cinema Palazzo, prima dello sgombero dello scorso novembre).

«È un’iniziativa che intende toccare alcuni dei punti nodali della città e arrivare fino a piazzale delle Gardenie», racconta sempre Emanuele De Luca di Clap. «Anche in questo caso si vogliono riunire insieme diverse soggettività e diverse istanze, dalla protesta per la giustizia climatica dei Fridays For Future alle voci e ai corpi di quanti e quante lavorano nel settore della ristorazione, che è uno di quelli maggiormente interessati dalle chiusure. Si tratta di un esperimento di elaborazione di rivendicazioni comuni, che vadano oltre le specificità di ciascun gruppo».

 

Alcune rivendicazioni, molto chiare e nette, già ci sono: reddito, tutele, dignità, salario minimo orario, riduzione dell’orario di lavoro rappresentano le parole d’ordine emerse in questi ultimi mesi di assemblee, processi di alleanza, piazze e mobilitazioni.

 

Rider di molte città italiane hanno scioperato ripetutamente e sono riusciti a strappare dei tavoli di contrattazione con le piattaforme della logistica e della consegna di cibo a domicilio. Allo stesso modo, lavoratori e lavoratrici dello spettacolo si sono resi protagonisti dei cinque giorni di occupazione del Globe Theatre a Villa Borghese, grazie alla quale si è aperto un incontro interministeriale che sta proseguendo proprio in questi giorni.

 

(foto: Margherita Caprilli)

 

«In tanti casi si è arrivati a momenti di trattativa significativi, imposti dalle lotte», chiosa Emanuele De Luca. «Datori di lavoro e istituzioni, insomma, sono stati costretti a mettere in campo un ascolto vero. Seppur con accenti diversi, l’obiettivo è lo stesso: riformare i settori lavoratori, cambiare la natura sostanziale delle prestazioni che ci si ritrova a fornire come professionisti e professioniste».

Uno dei punti fondamentali della giornata di domani sta infatti nella necessità di rivendicare cambiamenti strutturali.

 

Se per i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo e per i rider questo è stato ribadito nei vari momenti di lotta, per quanto riguarda gli impiegati e le impiegate del settore della ristorazione fino a ora sono forse mancati momenti di vera e propria auto-organizzazione ed elaborazione di vertenze comuni.

 

«Sicuramente nei contesti di piazza si è sentita la voce di uno “spezzone” molto specifico e parziale del settore», spiega ancora Emanuele De Luca. «In tanti casi, per quanto riguarda la ristorazione, hanno preso parola realtà e soggetti che non subiscono in maniera profonda e sistemica gli effetti negativi della crisi pandemica. Perciò è importante la giornata del primo maggio: speriamo possa rappresentare una “uscita dall’invisibilità” per quelle persone che, invece, sono realmente oppresse dalla situazione e non hanno alcuna tutela. Occorre rompere il carattere corporativo di alcune istanze per elaborare un lessico più universale».

E, sembra dirci sempre la giornata di domani, occorre farlo a partire dai territori e dalle mobilitazioni che si sviluppano nei contesti specifici. È di questi giorni la notizia che alcune ruspe stanno “assediando” l’area dell’ex-Snia Viscosa, che si trova fra i quartieri Pigneto e Casal Bertone della capitale. L’ex-complesso industriale di via Prenestina è infatti da anni autogestito dagli abitanti della zona, determinata a proteggere la biodiversità del parco e del laghetto presenti nell’area dai numerosi progetti di speculazione edilizia.

 

Il 22 aprile, però, mezzi della ditta Pulcini hanno cominciato a sradicare alberi e vegetazione dell’ex-Snia fino a che non sono stati bloccati da un presidio prontamente organizzato da attiviste a attivisti dei comitati di zona e del Forum del Parco delle Energie.

 

Viene detto in un comunicato: «In questi giorni abbiamo documentato l’abbattimento di decine di alberi e la distruzioni di nidi di varie specie, ma nessun organo istituzionale e le autorità competenti sono state in grado di fermare le operazioni di disboscamento in una zona di pregio ambientale, malgrado l’area sia sotto vincolo paesaggistico, nonostante ci si trovi dentro il periodo di riproduzione nel quale sono vietate potature e sfalci. Oggi non abbiamo voluto più aspettare. Le ruspe devono essere fermate, lo abbiamo fatto noi».

Domani, continueranno a farlo. Un nuovo presidio è convocato per le ore 15.

 

Immagine di copertina di Claudio Riccio