ROMA

In piazza contro i distacchi di Acea

Appoggiati dal sindacato USB, abitanti del quartiere di Tor Bella Monaca si sono dati appuntamento in viale Ostiense per protestare contro i distacchi delle utenze, luce, elettricità e gas, che hanno colpito dodici famiglie

Una cinquantina di persone sotto la sede di Acea in viale Ostiense a Roma. Sono soprattutto abitanti del quartiere di Tor Bella Monaca che si sono ritrovati ieri mattina a protestare contro i distacchi delle utenze, operati ormai due settimane fa. «Una situazione paradossale nel momento di crisi ed emergenza che sta vivendo l’intero paese», ci dice Fabiola Bravi, sindacalista Usb, che prosegue: «Nonostante l’emergenza si possono continuare ad apporre i sigilli in caso di morosità: questo provoca l’impossibilità di lavarsi le mani, di curare l’igiene. In un momento di pandemia non si può privare nessuno di queste cose».

 

Giovedì 29 ottobre, alle prime luci del mattino, tecnici dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica della provincia di Roma (Ater), proprietaria della palazzina di case popolari di via Santa Rita da Cascia 50, accompagnati dai colleghi di Acea e dalle forze dell’ordine, hanno staccato gli allacci dell’acqua e di altre utenze a dodici famiglie.

 

Non è la prima volta: già a ottobre 2019 i carabinieri di Tor Bella Monaca avevano effettuato controlli ed erano arrivate denunce per quindici persone. «Questa situazione va avanti da un anno. Noi siamo nel torto, però vogliamo pagare. Ma non ci viene data possibilità», Patrizia è una delle residenti dello stabile di di via Santa Rita da Cascia 50 presenti al presidio. «Ci prendono in giro: Ater aveva detto che serviva la determina di assegnazione e gliel’abbiamo portata con la metratura e i numeri catastali, ma non ci hanno rilasciato nessun contratto. E ci vogliono i contratti Ater firmati per il contatore. Adesso Acea ci chiede anche 3800 euro in contanti».

«In un momento di fragilità come questo, durante il quale molta gente ha perso o sta perdendo il lavoro, non si possono far recapitare a casa migliaia di euro di contenzioso, non rateizzabili oltretutto – protesta Bravi – Oggi siamo venuti davanti alla sede di Acea perché è l’emblema di cosa significhi far gestire a un’azienda semi-pubblica (privata al 49%) i servizi essenziali. L’anno scorso ha chiuso con un utile di 280 milioni: potrebbe facilmente venire incontro ai cittadini, rispettando la sua funzione sociale». Intanto, tra i manifestanti gli animi si scaldano. Tra slogan «Noi non abbiamo l’acqua, ma gli sozzoni siete voi» e bandiere rosse dell’Unione sindacale di base e di Potere al Popolo, qualcuno tenta di scavalcare la recinzione del palazzo di Acea, provocando l’immediata reazione del picchetto delle forze dell’ordine.

 

 

Ritornata la calma, una funzionaria di Acea scende a parlare con i sindacalisti Usb. Promette un incontro. «Di fronte a un impegno scritto, noi smobilitiamo, perché ci sono già stati troppi rinvii», è la risposta di Fabiola Bravi. Anche il Coordinamento Romano Acqua Pubblica è presente per portare la propria solidarietà ai residenti di Tor Bella Monaca. Paolo Carsetti, insieme ad altri due attivisti, regge uno striscione: «L’acqua è un diritto. Basta distacchi». Ci fermiamo a parlare con lui: «Siamo qui per denunciare quello che noi riteniamo essere un atto ignobile e criminale perché, soprattutto in un periodo di emergenza sanitaria, i distacchi dovrebbero essere bloccati e vietati».

 

Durante la prima ondata dell’emergenza sanitaria, in primavera, il governo aveva disposto lo stop e il divieto ai distacchi da parte dei gestori. Spiega Carsetti: «Nel marzo scorso l’autorità di regolamentazione competente fece una delibera per imporre lo stop ai distacchi e secondo noi sarebbe tenuta a fare lo stesso anche in questo momento».

 

L’Autorità di regolamentazione per energia reti e ambiente (Arera) aveva stabilito il blocco delle procedure di sospensione delle forniture di energia elettrica, gas e acqua dal 17 marzo al 17 maggio. Nonostante la proroga dello stato di emergenza (e di altre disposizioni del governo), la sospensione dei distacchi non è stata riproposta. «Siamo qui anche per denunciare l’immobilità delle istituzioni preposte a disciplinare questa materia», ribadisce Carsetti: «Il parlamento non proferisce parola, mentre la sindaca e l’amministrazione di Roma Capitale tacciono, pur essendo quest’ultima azionista di maggioranza di Acea con il suo 51%. ».

 

 

Anche Bravi esprime rammarico di fronte all’insensibilità delle istituzioni: «La questione dovrebbe avere un carattere di urgenza e priorità anche nell’agenda dello stato, perché così sono violati diritti universali richiamati anche nella carta dei diritti della Comunità europea del 2000».

 

I distacchi, infatti, non riguardano soltanto le utenze idriche, ma spesso anche elettricità e gas. «Privare bambini e ragazzi, costretti alla didattica a distanza, dell’elettricità, vuol dire privarli del diritto allo studio. E gli stessi problemi si pongono anche per chi lavora da casa e viene privato del diritto di lavorare – denuncia Bravi – Quello allo studio e al lavoro sono diritti universali che non possono essere mai calpestati, ma soprattutto in un momento di emergenza globale come quella che stiamo vivendo. Per questo motivo proprio in mattinata abbiamo inviato una lettera al governo e, per conoscenza, ad Arera, chiedendo il blocco dei distacchi».

Intorno alle due del pomeriggio, arriva finalmente la mail ufficiale al sindacato Usb. Bravi la legge a voce alta, per darne conoscenza a tutti i presenti. Un tavolo con tutti gli agenti coinvolti, compresa Ater e naturalmente una rappresentanza degli abitanti di Tor Bella Monaca, è fissato per giovedì 19 novembre alle ore dodici. L’applauso generale è liberatorio, ma non tutti condividono l’entusiasmo. «Noi lo sosteniamo da sempre, anche in tempi normali: i distacchi devono essere bloccati come lo sono, per legge, in tanti paesi europei», sottolinea Carsetti: «In Italia invece si lascia carta bianca ai gestori che, ovviamente, guardando sempre alla massimizzazione del profitto. A noi arrivano voci anche da altri territori: altre aziende partecipate da Acea stanno facendo massicci distacchi. Publiacqua in Toscana, anche la Gori in Campania».

 

Immagine di copertina: Nicolò Arpinati