ROMA

Periferie contro Roma

A Casale Garibaldi un ciclo di 8 incontri sull’epica, l’etica, l’estetica e le classi nella metropoli che non c’è

Declino, fallimento, degrado, povertà. Attorno a questo scenario e a questa produzione di senso si fonda la percezione contemporanea della capitale, anno domini 2018. Smarrita ogni vocazione produttiva, sterilizzata nelle sue espressioni culturali, piegata dalle politiche di austerità, incattivita e rassegnata, la città tende sempre più a scaricare le sue paure verso il basso.

Ma di quale Roma stiamo parlando?

In una “metropoli” il cui centro è ridotto a puro meccanismo di rendita e di consumo, svuotato del suo abitare, la periferia diventa, di fatto, la città. La forza centrifuga dei margini, le nuove linee del colore e dello sfruttamento stravolgono la mappa urbanistica e demografica conosciuta, quella delle cartoline d’arte e della sovranità politica definita dalle mura Aureliane.

Oggi dallo sfaldamento del centro è possibile leggere la città e le sue trasformazioni, oltre le scorciatoie sovraniste o banalmente agiografiche: dalle periferie che si fanno metropoli, seppur di risulta, senza infrastrutture e servizi; dalla produzione di forme di vita, senza rappresentanza; dalle sperimentazioni sociali che vivono negli spazi vuoti o negli interstizi ancora contendibili alla rendita e ai poteri locali commissariati.

A partire da queste premesse, nasce “Periferie contro Roma.
Epica, etica, estetica e classi nella metropoli che non c’è”,
8 incontri di autoformazione, divulgativa e conviviale, interdisciplinare e laboratoriale, promossi dallo spazio sociale Casale Garibaldi – commmon at work.

Un ciclo di eventi che avrà come file rouge i battiti elettronici e i ritmi della strada mescolati ad assaggi, degustazioni, buon vino e buona birra.

In ogni incontro la musica (e il suo intreccio con il territorio) costruirà trame comuni con l’urbanistica sociale e le sottoculture, con l’economia politica delle periferie e l’estetica underground, con i populismi digitali e le mappe neo-femministe, con l’architettura sovversiva e l’antropologia politica della metropoli. Una mappa parziale e partigiana dei flussi e degli insediamenti, dei poteri diffusi e delle linee di fuga, della socialità informale e degli spazi pubblici nella metropoli che verrà.

Primo incontro, venerdi 9 marzo, alle 18,30: si parte con Andrea Benedetti e David Nerattini, che presenteranno “Ritmi urbani”, viaggio nel mondo delle sette note, dalle strade di Nairobi a quelle di Kingston, da New York a Chicago e da Detroit a Roma.
Subito dopo, “Per una mitologia del coatto”, chiacchiere e visioni sulle “bande spettacolari metropolitane”, con  Valerio Mattioli: dal 1977 di Ranxerox fino ai rave degli anni Novanta, per capire come la figura del coatto abbia segnato in maniera irreversibile l’identità della borgata moderna.

Le parole si fermano qui. Il pensiero e il ricordo vanno ad Antonello Sotgia, compagno, amico e fratello di strada, con cui abbiamo immaginato questa storia. Che ci ha insegnato l’amore per la città nascosta e irregolare alle mappe del potere.