ITALIA

Non viviamo tempi normali: riprendiamo la discussione

L’assemblea on-line de Il mondo che verrà, per capire quali orizzonti di lotta si aprono a partire dalla crisi di governo voluta da Renzi e dal cambio presidenziale negli Stati Uniti, che avviene in seguito all’assalto senza precedenti del 6 gennaio a Capitol Hill

Da quando abbiamo reso pubblico il volantone sul welfare, davvero tante ne sono accadute. Il vaccino, indubbiamente, e dunque la speranza che la luce in fondo al tunnel si avvicini; nella consapevolezza che la vaccinazione procederà lentamente, che a livello mondiale il vaccino non sarà per tutti, che sul vaccino il teso mondo multipolare compete con sotterranea violenza. Il 6 gennaio scorso, a Capitol Hill, si è consumato un evento senza precedenti: un assalto al Congresso, da Trump fomentato, da parte dei suoi sostenitori, con sciamani, paramilitari e veterani, QAnon e suprematismo bianco. In Italia, intanto, Renzi ha aperto una crisi di Governo che pare al momento sanata dal voto parlamentare; rimpasto, però, senz’altro ci sarà.

È evidente, quando fatti di questa portata si impongono in poche settimane, che continuiamo a non vivere tempi normali. La catastrofe pandemica non solo non è superata, ma colpisce durissima con varianti del virus e morti in aumento. Se negli Stati Uniti non è mai finita la prima ondata, l’Europa e l’Inghilterra affrontano la seconda, con la terza dai più ritenuta inevitabile. Funestata l’America Latina, oltre il Brasile anche l’Argentina. E anche in Cina compaiono nuovi focolai. La concorrenza globale sul vaccino prefigura un nuovo terreno di frattura geopolitica, con la Cina che conquista Africa, America Latina e Asia emergente. La Russia non sta certo a guardare.

 

In attesa del giuramento di Biden, l’America è ancora ferita dalle violenze dello scorso 6 gennaio. La guerra civile, d’altronde, è il linguaggio che Trump non ha mai messo da parte. Dalle urla e i tweet all’azione, la democrazia per decenni esportata trionfante rivela la sua fragilità, ed evidentemente a tanti, troppi anche tra i poteri forti, il moderatismo di Biden non basta più.

 

Guerra civile cresciuta negli anni con le violenze poliziesche ai danni dei cittadini afroamericani, con il rinnovato machismo, con l’infamia che ha separato bambini e madri, ai confini col Messico. Guerra civile a bassa intensità, concreta e simulata, che ha evidentemente un obbiettivo preciso: ristabilire la il nesso tra la supremazia di classe e quelle di razza e di genere.

E sono i fatti italiani, in queste ore, a confermare la giustezza della proposta politica elaborata in tante e tanti nel confronto politico di questi mesi, in ultimo col volantone dedicato al welfare. La crisi voluta da Renzi, che al momento pare possa risolversi con Conte ter e con un paio di Ministeri «volenterosi», molto ha a che fare col futuro del welfare, le politiche pubbliche in materia di ambiente, politiche attive del lavoro, Pubblica Amministrazione. Con espressione antica: il ruolo dello Stato in economia. Se per Confindustria e “Corriere della Sera” il Conte bis sfiora il socialismo, è evidente invece che il Piano nazionale per di ripresa e resilienza non va nella direzione giusta. Nonostante le bordate di Bonomi, il sostegno alle imprese, dagli incentivi contributivi alle risorse per conversione ecologica e digitalizzazione, è l’unica cosa certa. Né la razionalità d’impresa è messa in discussione nei capitoli su istruzione e salute.

È possibile invertire la tendenza? È possibile, alla luce della catastrofe pandemica nella quale siamo immersi, conquistare una democrazia espansiva e un welfare effettivamente universale? A partire da queste domande, ci ritroviamo in assemblea stasera, ore 18, su Zoom.

 

Questo il link per partecipare all’assemblea: https://zoom.us/j/96215000314