ROMA

«Non potete non guardare». Mobilitazione contro gli accordi con la Libia

Oggi alle ore 17 davanti al Parlamento numerose associazioni, Ong e realtà della società civile in presidio per contestare il rinnovo della missione italiana in Libia

Accordi e disaccordi: in occasione della votazione in Parlamento per il rinnovo delle missioni internazionali, oggi alle ore 17 in piazza Montecitorio (Roma) si svolgerà un presidio di protesta organizzato da un ampio fronte di associazioni, movimenti e realtà che si occupano di portare solidarietà con le soggettività migranti.

Da Mediterranea Saving Humans ad Arci Nazionale, da Open Arms a Oxfam, chi aderisce alla mobilitazione intende ribadire che “non è d’accordo” a proseguire la collaborazione da parte del nostro paese con le autorità libiche.

Si legge infatti dal comunicato Facebook dell’evento: «Torniamo in piazza per denunciare la responsabilità delle autorità italiane per le continue stragi di persone migranti nel Mediterraneo centrale e il ciclo di violenze, sfruttamento e violazioni dei diritti umani a cui sono sistematicamente sottoposti migranti e rifugiati in Libia».

Fino a oggi, il nostro paese ha speso 785 milioni di euro per bloccare i flussi migratori in Libia, con la guardia costiera dello stato nordafricano che da gennaio ha intercettato oltre 15mila persone che provavano ad attraversare il mar Mediterraneo.

Il modo in cui finiscono queste “intercettazioni” è ormai noto: il più delle volte la guardia costiera riporta le persone migranti nei centri di detenzione presenti nel paese, dove vige – stando alle parole di Amnesty International – un «sistema di aperta violazione dei diritti umani».

(la locandina dell’evento)

Mediterranea, nel suo appello di adesione al presidio di oggi, descrive infatti così la situazione: «Non esiste accesso alle cure mediche, molti sopravvissuti raccontano di aver visto morire amici e parenti davanti ai loro occhi perché malati e abbandonati a loro stessi. Gli stessi Medici senza frontiere hanno deciso di ritirare la loro assistenza».

Le realtà che decidono di scendere in piazza vogliono dunque porre un semplice quesito: davvero vogliamo continuare a essere complici di tutto questo?

Quello che ne pensa il premier Mario Draghi sembra chiaro, visto che durante la sua prima visita all’estero come Presidente del Consiglio a Tripoli esprimeva «soddisfazione per quello che la Libia fa per i salvataggi». Ma altrettanto chiaro è invece il cambio di rotta richiesto da movimenti e associazioni. Questi sono i punti delle rivendicazioni:

No al rinnovo della missione in Libia e alla prosecuzione della cooperazione con le autorità libiche senza garanzie concrete sulla protezione dei diritti umani di persone migranti e rifugiate; No al sostegno e alla collaborazione con la “Guardia costiera libica” finalizzato al respingimento forzato in Libia delle persone intercettate in mare; Si all’evacuazione immediata delle persone rinchiuse nei centri di detenzione libici e all’estensione dei canali di ingresso regolari per persone migranti e rifugiate; Si al ripristino di un sistema istituzionale di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale e al riconoscimento del ruolo essenziale svolto dalle Ong per la salvaguardia della vita in mare.

Al presidio verranno indossate dai e dalle manifestanti delle bende sugli occhi, simbolo della cecità delle istituzioni che “fingono di non vedere” quanto sta accadendo. Si svolgeranno iniziative anche in altre città italiane. #NonPoteteNonGuardare e #NienteAccordiConLaLibia gli hashtag di riferimento.

Immagine di copertina dalla pagina Facebook di Mediterranea-Roma