ROMA

Non ci arrendiamo a vivere in una città triste e impaurita

Lettera aperta dall’iFEST alla città di Roma. Ci vediamo dal 28 giugno al 2 luglio a Parco Ponte Nomentano

Siamo arrivati alla quarta edizione dell’iFEST-Independent Festival Roma, un progetto nato dalla scommessa di alcune realtà sociali del III Municipio di dare vita in uno spazio pubblico ad una festival indipendente e autofinanziato, che coniugasse l’accesso alla cultura per tutti con un’offerta di qualità, senza un euro di finanziamento pubblico e completamente autorganizzato. Ma anche uno spazio di discussione e dibattito al passo con quello che accade nella nostra città e nel mondo (non a caso il festival quest’anno sarà aperto dal movimento femminista Non Una Di Meno.

In quattro anni siamo cresciuti, diventando un appuntamento consolidato nel panorama della città. Ora, è il momento di fare alcune riflessioni. Quando abbiamo cominciato questa avventura parlavamo di far fiorire “un’oasi nel deserto dell’Estate Romana”. Poco meno di 1.500 giorni dopo le cose non sono cambiate, anzi sono peggiorate: sgomberi di spazi sociali e culturali, poco o nessun investimento pubblico, mortificazione delle esperienze nate dal basso e nelle periferie. Ma noi non ci vogliamo arrendere a vivere in una città triste e impaurita, vogliamo invece far vivere le piazze e le strade di suoni, parole, colori, a partire dal territorio in cui viviamo.

Gli effetti dell’ideologia del decoro e della lotta la degrado cominciano a dare i loro frutti: si vogliono piazze, strade e parchi puliti e intonsi, anche se questo vuol dire buttare i «rifiuti umani» che vi abitano. La differenza tra decoro urbano e lotta ai poveri diventa ogni giorno più indistinguibile.

Noi, invece, vogliamo creare una città accogliente, solidale e sicura per tutte e tutti. Quando legalità fa rima con esclusione e non con solidarietà c’è da preoccuparsi. Vogliamo una città dove ci sia lo spazio e la garanzia di una vita dignitosa per chi arriva da lontano in cerca di un rifugio, per chi vive in quartiere abbandonato in cui l’unica alternativa viene offerta dai clan e dalla criminalità organizzata. Per fare tutto ciò è indispensabile riempire le strade, incontrarci con chi è diverso da noi, discutere, garantire a tutti di godere di un concerto o di uno spettacolo teatrale.

Per questo, quattro anni dopo la prima edizione, crediamo non solo che le ragioni che ci hanno spinto a promuovere l’iFEST siano più forti che mai, ma che se ne siano aggiunte anche di nuove. Di più: per cominciare a cambiare questa città servirebbero centinaia di feste in ogni quartiere, per guardarci negli occhi, riconoscerci, parlare del futuro dei territori dove viviamo assieme. Vogliamo uscire dalle sabbie mobili: rendere possibile ciò che sembra impossibile in una città paralizzata.

Con questa lettera vogliamo fare appello alla città di Roma, agli artisti e ai collettivi, ai cittadini e ai comitati, per sostenerci e venirci a trovare dal 28 luglio a 2 luglio al Parco Nomentano. Vogliamo poi ringraziare chi in questi anni ha reso possibile questo sogno: a cominciare da chi ha messo a disposizione qualche ora del suo tempo e delle sue competenze, gli artisti e i musicisti che sono stati complici e compagni di strada, chi ci ha fatto un sorriso e ha battuto il tempo assieme a noi.

In due è amore, in tre è una festa, tutti insieme è rivoluzione.

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