PRECARIETÀ

Ma quale merito? Contestati Frati e la Boldrini alla Sapienza

Oggi si è tenuta alla Sapienza “La giornata del laureato” che ha visto la premiazione di quattrocento studenti laureati e più meritevoli dell’ateneo. A sancire la dismissione dell’ università pubblica si è tenuta una passerella spietata presieduta dal rettore Frati, che ha chiaramente delineato quello che il luogo della formazione è diventato in seguito alle varie riforme, definendolo “il supermercato della conoscenza”.

A seguire è intervenuta la Boldrini, presidentessa della Camera, che in perfetta sintonia con l’ipocrisia dei precedenti interventi descrive un mondo del lavoro in cui “chi ha conseguito un titolo di studio elevato riesce ad avere opportunità migliori di quelli che si sono fermati prima”, ma i dati OCSE dicono tutt’altro e dicono che l’Italia è uno dei paesi europei con la più alta percentuale di laureati e con il più alto tasso di disoccupazione.

Ad interrompere questa farsa è intervenuta una studentessa che non era tra i premiati, che ha ricordato il vero senso della meritocrazia, un dispositivo di governamentalità, una favola che mal si accorda con la vita precaria degli studenti, fatta di lavoretti in nero e contratti a progetto. Ha quindi rilanciato verso il vertice europeo dell’ undici luglio, sulla disoccupazione giovanile, in cui gli studenti e i precari devono costruirsi la possibilità di opporsi a quelle istituzioni che stanno smantellando il loro futuro.

Il volantino distrubuito:

Oggi nel Rettorato de La Sapienza si festeggerà la “Giornata del Laureato”, occasione in cui, alla presenza del Presidente della Camera Laura Boldrini, si premieranno i 400 migliori laureati del 2012/2013 ai quali sarà data la possibilità di accedere ad un percorso riservato di orientamento al lavoro. Riteniamo che questa giornata più che una premiazione dovrebbe essere un proficuo momento di riflessione sulla preoccupante situazione che gli studenti universitari vivono in questo paese. La situazione dell’università italiana è infatti disastrata: in tre anni c’è stato un calo di oltre 30.000 immatricolazioni mentre sempre più studenti abbandonano gli studi o non riescono a terminarli in corso e siamo l’ultimo paese in Europa per numero di laureati.

Scompare qualsiasi briciola di welfare studentesco, continui sono i tagli al diritto allo studio e parallelamente vengono aumentate le tasse universitarie, raddoppiate per chi è fuoricorso, si alza il costo dei libri di testo, i prezzi degli affitti sono sempre più alti.

Un’università in cui si delinea in maniera sempre più chiara un sapere tecnico e neutrale che da una parte è soggetto al mercato del lavoro (precario e frammentato) e dall’altra si piega agli effetti delle politiche di austerity imposte da Ue e Bce sotto forma di valutazione e merito. Requisito, quello del merito, che per garantire i continui definanziamenti agli atenei produce la formazione di poli di eccellenza e legittima la differenziazione tra studenti di serie A e di serie B.

Un’università in cui le opportunità vengono offerte solo a pochi, sempre più dequalificata, che non riesce più ad offrire né la spendibilità del titolo di studio, né la continuità del proprio percorso formativo nel mondo del lavoro; che riesce a formare solo soggetti predisposti ad un futuro di precarietà e disoccupazione.

In questa cornice così designata rientra l’ultimo provvedimento preso in merito dal governo Renzi: il Jobs Act. Questo decreto “garantisce” solamente la possibilità di rinnovare i contratti a termine, senza tutele in caso di licenziamento senza giusta causa, aumenta il numero di dipendenti che le aziende possono assumere sotto forma di apprendistato garantendo solamente la tanto declamata flessibilità, accettazione dunque di qualsiasi lavoro, a qualsiasi costo e senza alcuna tutela.

A coronare tutto questo si propone per i più fortunati un percorso di Job Placement nel circuito Brain at Work che mette direttamente i saperi, proprio come merci, al servizio delle aziende, in linea con le proposte che continuamente vengono fatte agli studenti durante il percorso di studi di stages e tirocini gratuiti.

Stiamo assistendo ad un massacro, quello delle vite e delle prospettive dei giovani in questo paese. Queste tematiche dovrebbero essere messe al centro del dibattito pubblico e politico del paese, mentre invece le uniche priorità sembrano essere quelle di devastare e precarizzare sempre e sempre di più.

Ebbene, noi non ci stiamo. Nelle università ormai da tempo reclamiamo reddito e nuove forme di welfare che possano garantire a tutti gli studenti, a prescindere dal fatto di essere “meritevoli”, il diritto allo studio e il diritto alla città. Come d’altronde già accade grazie a quegli studenti che quotidianamente si riappropriano dei propri diritti, impegnandosi nella costruzione di studentati occupati, facilitando la diffusione a costo zero dei libri di testo e liberando spazi di socialità.

Il 12 Dicembre 2013, in occasione di un convegno sulla Green Economy presenziato da Napolitano e Letta, gli studenti di questa università avevano deciso di porre all’attenzione delle massime cariche dell’allora governo i problemi che vivono ogni giorno; l’attenzione ricevuta è stata solamente quella delle forze dell’ordine che hanno caricato e manganellato il corteo e fermato due studenti e successivamente ne hanno denunciati altri tre con accusa di resistenza, il tutto autorizzato dal rettore de La Sapienza, Luigi Frati.

Episodio, unito ai tanti altri che si sono susseguiti in quest’ultimo anno che non hanno fermato però la determinazione degli studenti, così come le tante manifestazioni in tutta Italia il Primo Maggio non fanno altro che confermare che una larga fetta di popolazione del paese ha deciso di ribellarsi con determinazione e che continuerà a farlo, a partire dalla manifestazione cittadina a Roma del 12 Maggio che arriverà al Campidoglio, fino ad arrivare a Torino l’11 Luglio in occasione del vertice europeo sulla disoccupazione giovanile.

12 maggio h.16 Piazza della Repubblica

Corteo Cittadino

verso il vertice dell’11 Luglio

#renzistaisereno #civediamolundici