ITALIA

L’anno orribile dell’immigrazione in Italia

La cartografia quantitativa e qualitativa che emerge dal Dossier Statistico Immigrazione 2019 redatto dal Centro Studi e Ricerche Idos in partenariato con il Centro Studi Confronti. Oggi in tutta Italia la presentazione del volume che è stato sostenuto anche quest’anno dall’Otto per Mille Valdese. A Roma si è tenuta al Nuovo Teatro Orione, alla presenza dell’ex deputata europea Elly Schlein.

È stato l’anno dei porti chiusi alle persone e dello smantellamento del sistema di accoglienza per i richiedenti asilo. Di una feroce campagna politico-mediatica attuata contro i migranti e le pratiche di solidarietà messe in campo dalla società civile. Era l’ottobre del 2018 quando entrava in vigore il primo decreto “immigrazione e sicurezza” così detto Salvini, il provvedimento del primo governo Conte che in un sol colpo aboliva la protezione umanitaria e prolungava i tempi di detenzione amministrativa dei cittadini stranieri nel centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), prevedendo, al contempo, anche la revoca della cittadinanza per gli stessi nel caso di condanna per reati particolarmente gravi. Un dettato normativo, questo, che, di fatto, completava lo stravolgimento della protezione internazionale per chi fugge da guerre e persecuzioni; un processo di smantellamento che era già cominciato l’anno precedente con l’approvazione dei decreti Decreti Minniti Orlando. E che ora prevedeva anche il ridimensionamento del sistema di accoglienza ordinario dei rifugiati e richiedenti asilo (Sprar), l’estensione dei tempi di trattenimento dei richiedenti asilo dentro gli hotspot, infine, la revoca dello status di rifugiato a coloro che sono stati condannati in primo grado per alcuni tipi di reati.

È stato “l’anno breve dell’immigrazione”, in Italia, prendendo in prestito la definizione data dalla giornalista Annalisa Camilli, e che poi è il titolo di uno dei tanti saggi che compongono il Dossier Statistico Immigrazione 2019, redatto anche quest’anno dal Centro Studi e Ricerche Idos in partenariato con il Centro Studi Confronti e il sostegno dell’otto per mille valdese. L’evento di presentazione del dossier si è tenuto oggi in contemporanea in diverse città italiane, a Roma, al nuovo teatro Orione, alla presenza, tra gli altri, oltre alle scolaresche romane intervenute numerose, della moderatora della Tavola Valdese, Alessandra Trotta e della deputata europea uscente Elly Schlein.

I numeri di un’esclusione. «È verosimile che a causa del primo decreto sicurezza siano sensibilmente aumentati gli stranieri irregolari», si legge nel dossier: «perché dai 530000 stranieri irregolari stimati a inizio del 2018, è stato calcolato che gli irregolari possano arrivare entro il 2020  a oltre 670.000». E ancora, il centro studi Idos ha rivelato che proprio la “riforma della sicurezza”, complice le direttive emanate da alcuni prefetti, ha messo letteralmente in strada diverse famiglie di migranti. Alcuni dati su tutti: nel 2018 il numero delle persone ospitate nei diversi centri di accoglienza è diminuito di 51.000 unità rispetto all’anno precedente, diminuendo ancora di altre 27.000 unità nei primi sei mesi del 2019. Dunque, in soli due anni, il numero delle persone accolte è calato quasi della metà, passando da quasi 200.000 tra richiedenti asilo e rifugiati a circa 108.000, e la metà di loro è ora presente nei centri di accoglienza straordinari. È persino ovvio, però, pensare che la sicurezza degli italiani non è aumentata. Ciò che è aumentata, invece, è la disoccupazione tra le migliaia di italiani, professionisti, operatori sociali, psicologici, educatori, che a causa dei tagli indiscriminati all’accoglienza hanno perso il posto di lavoro. E anche questo è un dato scontato che è stato rilevato.

L’irregolarità di Stato. «Da notare che proprio in materia di sicurezza le ricerche rivelano che la regolarità giuridica, e dunque formale, delle persone abbatte il tasso di criminalità tra i migranti», scrive, in uno dei saggi che compongono il dossier, il sociologo Marco Omizzolo, che proprio per le sue ricerche sullo sfruttamento dei migranti in agricoltura è stato fatto bersaglio della criminalità. «Perché coloro che ottengono il permesso di soggiorno sono generalmente meno propensi a commettere reati economici gravi come furti, rapine, spaccio, rispetto a chi non ha potuto mettersi in regola». E poi: «Gli stranieri hanno dati di criminalità in linea con gli italiani».

«È l’ora, dunque, di levare il capo, di sollevare quelle teste troppo spesso ripiegate anche su tablet, pc, smartphone», scrivono Claudio Paravati e Luca Di Sciullo, introducendo il dossier statistico immigrazione. «Perché le paure sono divenute rabbia. Ma prima che questa potesse incanalarsi in giusta rivendicazione dei poveri verso i ricchi, degli esclusi verso il potere, quest’ultimo ha fatto leva vigliaccamente su quelle paure, per conservarsi». È accaduto tutto nell’annus horribilis 2018, la stagione in cui in Italia, ma non soltanto, il bersaglio era l’immigrato, l’altro per eccellenza.