EUROPA

Mediterranea si prepara a riprendere il largo

L’equipaggio ha annunciato di aver fissato la data per mollare gli ormeggi: mercoledì 13 marzo. Pochi giorni prima, però, riceverà delle ispezioni a bordo, sperando che non siano l’ennesimo pretesto per impedire di salvare vite umane

Mediterranea è pronta a ripartire e tra pochi giorni mollerà gli ormeggi. Il progetto, che ha messo insieme tante realtà differenti per armare la prima nave battente bandiera italiana che monitori e operi nel Mediterraneo Centrale, ha annunciato che è pronta a partire il 13 di marzo. Appena prima di quella data, infatti, le autorità marittime hanno fissato alcune ispezioni.

Gli attivisti sperano che le procedure burocratiche non siano un pretesto per bloccare gli assetti navali di chi deve svolgere attività sempre più necessarie in quella zona di mare. Molte navi che svolgono missioni analoghe, come quella di ong come Open Arms e Medici senza frontiere, sono state bloccate nei porti con le scuse più varie, lasciando scoperta una delle frontiere più pericolose del mondo e gettando inquietanti responsabilità su quelle autorità che, di fatto, hanno sulle spalle le vite di chissà quante persone.

È notizia di ieri che 87 persone, quasi sicuramente partite dalla Libia, sono arrivate a Malta a bordo di una nave militare maltese che le ha salvate qualche miglio a sud di Lampedusa. Le autorità italiane avevano ricevuto un segnale di soccorso ben due giorni prima, ma la nave più vicina all’obiettivo è stata dichiarata impossibilitata al soccorso a causa di un problema tecnico. Oggi si ha avuto notizia dello sbarco a Lampedusa di 40 persone salvate dalla Guardia costiera italiana.

Questo episodio dimostra ancora una volta che le partenze dalla Libia continuano, anche in inverno, che la gestione attuale di questo fenomeno da parte degli stati è totalmente inadeguata e che è assolutamente urgente che le navi della società civile e delle ong tornino in mare per aiutare sorelle e fratelli che scappano dei lager libici.

Continuiamo a seguire la vicenda di Mediterranea, mobilitiamoci per la ripartenza della Mare Ionio, sosteniamo il crowdfunding e rilanciamo le iniziative di terra, come la grande assemblea di Roma del 6 e 7 aprile.