PRECARIETÀ

Napoli, lo sciopero sociale attraversa la piazza della Fiom

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Laboratorio Napoletano per lo Sciopero dopo l’attraversamento della manifestazione FIOM di oggi a Napoli. Oltre 20 mila tra operai, precari, disoccupati e studenti hanno preso parte al corteo centro-meridionale, convocato in occasione dello sciopero indetto dalla Fiom.

Un segnale importante di mobilitazione se si pensa che lo stesso sindacato dei metalmeccanici aveva indetto anche lo sciopero del comparto centro-nord nella data del 14 novembre.

Come laboratorio per lo sciopero sociale napoletano abbiamo deciso di attraversare questo corteo perchè siamo convinti che in questa fase l’unione delle lotte non passa solo attraverso le evocazioni, ma anche tramite il reciproco riconoscimento di percorsi differenti ma che scelgono strumenti comuni per costruire un’opposizione alle politiche di austerità del governo Renzi.

Altresì ci teniamo a dirlo con chiarezza: al momento l’alleanza fra il più grande sindacato dei metalmeccanici e le decine di migliaia di giovani e precari scesi in piazza per lo sciopero sociale a Napoli e in tutta Italia il 14N si esplicita nell’opposizione fondamentale al Jobs Act e al governo Renzi. Tuttavia la piattaforma sindacale è per noi inadeguata. Nel paese devastato dall’austerity l’alleanza tra generazioni si deve fare includendo tutto il nuovo precariato diffuso e senza tutele. Specie al Sud. Perciò ancora oggi abbiamo ribadito l’autonomia del nostro percorso e rivendicazioni che vanno dall’istituzione di un reddito di base per tutti e tutte alla definizione di un salario minimo europeo.

Siamo stati nel corteo fin dalla partenza, in piazza Garibaldi, mentre una parte degli aderenti al laboratorio hanno deciso di unirsi alla manifestazione a ridosso della sede centrale dell’università Federico II dove sono state anche calate alcune gigantografie degli strikers. Abbiamo provato a rompere la retorica che ci vuole “studenti e operai uniti” appartenente ad un passato che non rappresenta più la realtà del corpo sociale in piazza; provando a mostrare come ormai i processi di precarizzazione del mondo del lavoro investono tutti i settori sociali colpiti dalla crisi. Oggi nelle scuole si comincia a parlare di stage in azienda non retribuiti, sulle catene di montaggio i contratti si differenziano da lavoratore a lavoratore, i free lance e le partite iva continuano ad impoverirsi anno dopo anno; parlare di divisioni ci sembra falso e soprattutto perdente.

Il video dell’intervento dal palco della FIOM

Dobbiamo però avere la capacità di raccontare le differenze che esistono facendole diventare un punto di forza, per allargare la base del corpo sociale che tra il 14 e il 21 novembre si è messo in movimento.

Sappiamo che la sfida è stata appena aperta e il sindacato confederale si porta dietro anni di accordi anche sulla pelle di migliaia di precari, ma oggi la strada della concertazione ci sembra definitivamente chiusa. Costruire un ponte con la Fiom non vuol dire costruire un alleanza tra “delegati sindacali” di vecchia e nuova estrazione, ma ragionare in maniera aperta su cosa voglia dire oggi indire uno sciopero che sappia far male alle controparti, su quali siano le pratiche da mettere in campo non solo per far fermare i settori sindacalizzati ma soprattutto quella moltitudine di figure sociali che sindacalizzate non sono e per le quali l’articolo 18 non è mai stato un diritto ma un miraggio.

Ribadiamo l’importanza dei laboratori per lo sciopero, unico luogo in cui costruire un reale confronto tra soggetti differenti in questa fase storica, cosi come sottolineamo l’importanza dell’assemblea nazionale di bilancio dello strike meeting che si terrà a Napoli il prossimo 30 novembre.

La piazza di oggi ha parlato un linguaggio chiaro ,che non sarà sfuggito ai delegati sindacali, la necessità di aprire un conflitto vero in questo paese passando anche attraverso la messa in rete di esperienze che in questi anni hanno provato a resistere nella crisi: come i movimenti contro la devastazione ambientale e i beni comuni o la lotta per il diritto all’abitare. Il reddito e il salario minimo sono parole che appartengono al linguaggio comune su cui costruire anche un orizzonte di lotta; come anche la necessità di ricostruire un nuovo sistema di welfare all’interno dello spazio europeo dei conflitti.

Siamo convinti che le esperienze di lotta costruite in questi anni di battaglie ambientali, specialmente in Campania, abbiano trasferito dei saperi e delle pratiche che oggi sono a disposizione del blocco sociale che rivendica dignità e diritti nell’Europa della Troika.

P.s.

Abbiamo visto su alcuni giornali che tra i partecipanti alla manifestazione si è anche infiltrato l’ex Governatore della Campania Antonio Bassolino. Per quanto ne sappiamo è stato allontanato prima che entrassimo nel corteo, la cosa non ci tranquillizza, siamo convinti che personaggi come l’ex governatore debbano stare quanto piu lontani possibile dai movimenti sociali; chi ha inquinato e devastato i nostri territori, chi ancora prova a speculare e strizzare l’occhio al governo Renzi, non deve avere la possibilità di camminare al fianco delle lotte di questo paese; soprattutto se in cerca di visibilità per operazioni di bassa lega elettorale in vista delle prossime regionali. Ci dispiace non essere riusciti ad incrociarlo perchè avremmo voluto dirglielo di persona!