PRECARIETÀ

Flash mob della campagna “Reddito Subito” davanti Confindustria

Questa mattina un gruppo di precari e disoccupati ha rivendicato la necessità di un reddito garantito di fronte alla sede di Confindustria. In un recente rapporto di ricerca, infatti, l’organizzazione delle imprese italiane ha preso parola per ribadire la propria contrarietà a forme di welfare universale che disincentivino l’accettazione di lavori con bassi salari

Questa mattina un gruppo di precari e disoccupati ha rivendicato la necessità di un reddito garantito di fronte alla sede di Confindustria. In un recente rapporto di ricerca, infatti, l’organizzazione delle imprese italiane ha preso parola per ribadire la propria contrarietà a forme di welfare universale che disincentivino l’accettazione di lavori con bassi salari.

Di seguito riportiamo le immagini e il volantino distribuito durante l’azione.

 

Di recente il centro studi di Confindustria ha pubblicato una breve ricerca che confronta il REI con la proposta di “reddito di cittadinanza” del Movimento 5 Stelle e con altre misure simili esistenti nel resto D’Europa. Le conclusioni sono molto chiare: prediligere la prosecuzione dell’esperimento del REI a dispetto del “meno conveniente” reddito di cittadinanza. Ma meno conveniente perché? E soprattutto: per chi?

L’analisi fatta dal centro studi parte dai dati relativi alla scarsa occupazione e alla povertà in Italia, largamente oltre la media europea, e prosegue con una lucida analisi delle scarsissime risorse messe in campo per il REI, che non coprirebbero nemmeno la metà dei (già pochissimi) beneficiari potenziali. Ma evidentemente tutto questo non basta: un reddito di cittadinanza sarebbe – secondo Confindustria – sconveniente per una serie di ragioni: 1) i costi sarebbero eccessivi; 2) ingenti risorse pubbliche sarebbero “sprecate” e dovrebbero essere indirizzate altrove; 3) il reddito di cittadinanza produrrebbe un disincentivo rispetto l’accettazione di lavori con salari molto bassi.

Da queste prime motivazioni risulta abbastanza evidente per chi sarebbe sconveniente l’introduzione del reddito nel nostro Paese: per tutti quelli che non hanno detto una parola quando il Jobs Act – quello sì – ha trasferito gigantesche risorse pubbliche dalle tasche di molti alle tasche dei pochi imprenditori, che ora invece fanno la voce grossa.

Sappiamo bene che il reddito avrebbe un effetto negativo sui lavori a basso salario e sappiamo che bene cosa spaventa questi signori: perdere le ricchezze accumulate in questi anni di crisi, anni che hanno visto diventare i poveri sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi. Servirebbe, proprio per questo, un reddito incondizionato per ridistribuire la ricchezza e retribuire tutto quel lavoro che oggi finisce solo per ingrassare i profitti di questi signori.

Mentre ci si appresta a varare un nuovo governo, e i bei discorsi sul reddito vengono sacrificati sull’altare degli accordi con la Lega, i problemi che vivono quotidianamente le persone proseguono. Non si tratta solo di fare i conti, si tratta di fare delle scelte. La ricerca di Confindustria dedica un intero paragrafo all’invettiva contro un welfare universale. Invece è proprio di questo che abbiamo bisogno: di una misura universale di vero contrasto alla povertà, di affermare che una vita degna va garantita a tutti, a prescindere dal lavoro svolto o dal fatto che si sia disoccupati o precari, a prescindere dalla forma giuridica del contratto e soprattutto a prescindere dalle parole di chi in questi anni si è preso tutto senza vergogna e continua a voler determinare le politiche di questo paese.
A risolvere i problemi del nostro Paese non sarà certo un’elemosina che costringe ad accettare qualsiasi lavoro in cambio, o a prestare “lavoro socialmente utile”, non sarà certo una misura che colpevolizza e umilia i milioni di poveri, precari, disoccupati e sottoccupati di questo paese: vogliamo reddito e lo vogliamo subito!

 

 

Qui la pagina della campagna Reddito Subito