ROMA

Ritorna il festival internazionale della zuppa a Roma

Domenica 15 aprile 2018 si svolgerà presso il Casale Garibaldi, sede de La Città dell’Utopia, l’undicesima edizione del Festival Internazionale della Zuppa di Roma. Prima di approdare a Roma nel 2008, il Festival Internazionale della Zuppa si è fatto le ossa in giro per il mondo partendo da Lille nel 2001 e attraversando in seguito anche Berlino, Cracovia, Barcellona, Madrid, Francoforte e infine Bologna nel 2004.

Il Festival tenta di creare un momento di socialità intorno a un piatto tipicamente popolare e conosciuto in tutto il mondo, mentre i partecipanti al contest zuppesco si contendono l’ambito “mestolo d’oro”. La zuppa è un piatto presente in tutte le tradizioni culinarie del mondo, un filo conduttore che lega tra loro geografie distanti, sottolineando i tratti comuni tra espressioni culturali locali e al contempo la loro unicità. Il suo carattere popolare è legato a una preparazione che trascende classi e frontiere, poiché bastano ingredienti tra i più semplici per creare una zuppa unica e gustosa: come una comunità in cui ogni persona apporta il suo contributo per il raggiungimento di un obiettivo comune, e nessuna è più importante dell’altra.

Per noi la zuppa è quindi un piatto che viene dal basso e a sinistra, come sono soliti dire le compagne e i compagni zapatisti. Per questo motivo non possiamo concepire il Festival senza un legame con il mondo e con i territori, con le loro sfide e resistenze. Tre anni fa ci siamo soffermati sul grande bluff di Expo; nel 2016 abbiamo dedicato il Festival a tutte quelle realtà associative formali e informali di Roma colpite da ingiunzioni di sgombero – molte delle quali portati a termine –  nonostante negli anni abbiano creato socialità, recuperato luoghi abbandonati, promosso cultura e sport accessibili a chiunque, continuando a rendere vivi i quartieri della città di Roma. L’edizione del 2017 è stata invece la cornice per “Non una di meno”, movimento globale per l’autodeterminazione femminile come strumento per porre fine a discriminazione, violenza e ingiustizia di genere. In una società in cui la violenza sulle donne assume forme dirette, culturali e strutturali, abbiamo cercato di aprire a modo nostro uno spazio libero in cui promuovere nuove relazioni e dinamiche di genere.

Questa edizione del Festival vede invece un ritorno alle origini, senza un tema specifico o, se vogliamo, ai suoi temi specifici per eccellenza: tutti quelli possibili legati al cibo. In una società rapace votata alla meritocrazia individualista e allo sfruttamento umano, animale e ambientale, quanto tempo dedichiamo al piatto che abbiamo dinanzi agli occhi? Un piatto che può sicuramente stuzzicare le nostre papille gustative, ma sarebbe ancora così se ci fermassimo a pensare alla sua storia? Gnam! Un deciso cucchiaio che sa di sfruttamento di persone migranti nei campi di pomodori o negli aranceti di Puglia e Calabria. Slurp! Affondiamo il coltello nelle monocolture intensive di soia che spazzano via le foreste vergini del Brasile, volte a sfamare i maiali cinesi per il mercato statunitense. Crunch! L’acquolina per una verdura fuori stagione ricoperta di glifosato cancerogeno. Chomp! Addentando il pane industriale dell’ennesimo grande produttore che ha sfrattato la piccola realtà contadina autogestita. Yum! Gli occhi che si posano sulla confezione ammiccante – rigorosamente di plastica – dell’ennesima grande distribuzione che propone una certificazione bio facilmente acquistabile a scapito dei diritti dei suoi lavoratori e lavoratrici.

“La terra si rivolta con la zappa, il mondo con la zuppa!”. Con questo slogan ci uniamo a chi grida che la terra non è un supermercato e il cibo non è una merce, e proprio per questa ragione vogliamo lasciare spazio durante il Festival a chi riesce a praticare attivamente forme altre di relazione tra cibo e terra, da Mondeggi Bene Comune al connettivo terra/TERRA di cui siamo parte attiva.

Ci rivolgiamo quindi a tutte quelle realtà che si battono per divulgare il messaggio che dietro ogni piatto c’è una storia di persone, alimenti e relazioni da ascoltare, tutelare e valorizzare, e le invitiamo a gareggiare al contest zuppesco, a raccontarsi e a portare tutta la loro ricchezza. Aspettiamo tutte e tutti voi, sia come assaggiatori che come cuochi.