ITALIA

Fascismi natalizi, bastonate e circo mediatico

Aggressione fascista a Forlì: il racconto di uno studente

Eravamo una quarantina, capitati lì quasi per caso. Da un paio di giorni giravano messaggi che invitavano a trovarsi in piazzetta per un presidio contro un’iniziativa di Forza Nuova.  Quando sono arrivato erano le quattro, c’era già un bel gruppo di persone difronte ad un banchetto, due ragazzi e una ragazza di Forza Nuova raccoglievano firme. Forlì non è una città particolarmente attiva, almeno per quel che m’è parso di capire in quest’anno e mezzo di vita in città come studente fuori sede. L’iniziativa era completamente spontanea nonostante fossero presenti singoli di varie realtà: qualche studente di Link, molti studenti sparsi a cui era giunta la notizia, forlivesi e persone più o meno a caso che non avrei saputo ricondurre ad alcun gruppo. Ero incuriosito dalla dinamica che aveva dato vita a quel momento. Forse il caos mediatico di questi giorni, in cui il fascismo sembra esser ricomparso così tutto d’un tratto, forse i tanti articoli, i titoloni, i “grandi nomi” che si schierano, forse tutto ciò stava producendo effettivamente una risposta. Lo so, quaranta persone non suonano esattamente come “una risposta” ma visto il contesto forlivese sembrava una folla.

Mi aggiravo nel gruppo – schiacciato com’era tra i mercatini di natale che occupavano l’intera piazza e il banchetto di Forza Nuova piazzato in un angolo – giuro, c’era qualcosa di paradossale in quel momento.  Davvero prefettura e politica locale erano stati così miopi da concedere uno spazio pubblico del genere, in pieno centro, nel bel mezzo di una bufera mediatica di questa portata? Davvero nessuno aveva pensato che potesse essere un problema? Tra famigliole, cioccolata calda e babbi natale in bicicletta, mah…

Non ho un briciolo di fiducia nell’antifascismo tattico di questi mesi, nel candido, quasi ingenuo, risveglio di tutti quei soggetti politici e mediatici che fino all’altro giorno chiamavano questi fascisti con tutti i fantasiosi epiteti, con tutte le creative perifrasi che gli permettessero di evitare #LaParolaConLaF; ma per lo meno un po’ di visione, ecco quello sì. Ingenuo, io.

Dopo un’oretta passata così, con qualcuno a rotazione che spontaneamente si alternava nel sollecitare i poliziotti – intenti a difendere i “poveri forzanovisti” dai “temibili antifascisti dei centri sociali”, anche se a Forlì di centri sociali non ce n’è – a far sloggiare il banchetto, qualcosa è cambiato. Tutto d’un tratto compare un altro gruppo di fascisti, con bastoni e fumogeni accesi, tanto per rendere l’atmosfera natalizia più coinvolgente, e si dirigono verso di noi prima a passo svelto, poi di corsa. La polizia ed i carabinieri presenziano alla scena, col fare un po’ da cerimonieri, probabilmente sbalorditi dal taglio da action movie che stava prendendo la loro #OperationChristmas. Solo che nel frattempo le teste rasate ci tengono tantissimo a dimostrarci la solidità dei loro bastoni e noi dal canto nostro, che nonostante l’atmosfera rimanevamo gente un po’ a caso, lì un po’ per caso, cercavamo di evitare la cortesia.

I miei ricordi si interrompono più o meno qui, con qualche immagine in aggiunta, la camionetta della celere che arriva nella piazza adiacente, gente che corre a caso. Credo che ad un certo punto le forze dell’ordine si siano miracolosamente risvegliate, magari amareggiati per essersi persi il meglio, e siano intervenute, giusto in tempo per prendersi una bastonata.

Che dire, mi piace ricordarmela così questa giornata, con un filo d’ironia. Perché se invece la provo a prendere sul serio, ripensando a quelle merde, alla legittimità che ogni giorno di più gli si è data, ai salotti che li hanno ospitati, alle amministrazioni che gli hanno dato spazio e possibilità, alle crociate contro gli antifascisti, alle dichiarazioni dei collusi di ogni colore, ecco… se penso a tutto questo poi mi incazzo e non va bene perché, si sa, a natale bisogna fare i buoni.

 

Uno studente