POTERI

Essi vivono…e si arrabattano

Suvvia, di questi tempi grami consoliamoci con quattro risate di larga convergenza.

L’impazzimento degli alieni ha scatenato interferenze pazzesche nei loro dispositivi di trasmissione messaggi, disturbando gli effetti di persuasione.

Tre esempi di geniale dirottamento ovvero come farsi del male.

Il genio economico

L’annuncio è che «il governo si concentrerà sui giovani». Già questo fa abbastanza paura. Poi ci sono gli esperti, gli economisti, quelli che avevano già gestito le precedenti tappe della crisi, prima proclamando l’austerità, poi sostenendo che si erano sbagliati (cifre e condotte) ed era tutto uno scherzo.

Adesso arrivano le nuove ricette.

Avevano prolungato l’età pensionistica, sostenendo che così si creavano posti di lavoro per i giovani. Assurdo e lo si è constatato con l’aumento della disoccupazione giovanile e in più la coda di esodati. Contrordine. Adesso si andrà in pensione prima, ma perdendo fino all’8% dei redditi. Insomma, chi aveva diritto a ritirarsi prima della legge Fornero avendo pagato tutti i contributi previsti, adesso potrà finalmente tornare a farlo ma a pensione ridotta. Anche gli esodati parteciperanno alla festa. Questo taglio sul reddito disponibile dovrebbe incrementare i consumi e riavviare l’economia, come no: uno meno ha e più spende, vero?

Le aziende riescono così a sbarazzarsi di quei sessantenni imbranati e si metteranno ad assumere i gggiovani. Come no. Soprattutto perché, fermo restando lo smantellamento dell’art. 18, ora vengono eliminati i contrappesi introdotti dalla Fornero, cioè una serie di ostacoli e ritardi posti alla contrattualizzazione a termine selvaggia. Contratto a termine, fine del medesimo, aspetti 15 giorni e via un nuovo contratto a termine sullo stesso posto e senza causale. Altri lacci e laccioli (per i padroni) saranno presumibilmente eliminati: è la crisi, bellezza. Quindi, a un pre-pensionato a reddito ridotto (ma a contributi invariati e già incassati) subentra un giovane precario a salario legalmente ridotto –ma via, poi c’è il nero ;-)…

Ancora meglio va con la staffetta, che sconta un po’ di contributi oppure offre finanziamenti statali sui neo-assunti (1 a tempo indeterminato o 2 a termine) in caso di pre-pensionamento o di passaggio al part-time di 1 lavoratore anziano, pagati meno ovviamente Il caso della pubblica amministrazione è esemplare, perché consente anche di ridurre la spesa pubblica e di licenziare a man bassa. Il Corsera lo spiega così: «Quando a ritirarsi è un dipendente pubblico lo Stato risparmia visto che sia lo stipendio che la pensione sono a suo carico ma l’assegno previdenziale è più basso della busta paga in media di 8 mila euro l’anno […] Nel giro di cinque anni sarebbe possibile ridurre i dipendenti dai 3 milioni e 250 mila di adesso a 3 milioni». Come in Grecia e senza sconquassi. In cambio si potrebbero circa 80 mila giovani. Peccato che premono alla porta 110 mila precari della P.A. prorogati fino a dicembre e anche 70.000 vincitori di concorso pubblico non ancora assunti tra blocco del turnover e spending review. Ma li si potrebbe benissimo prendere lasciandoli precari, no? Doppio risparmio, si vede che il nuovo ministro del Lavoro è un tecnico in quota Pd, mica la strega Fornero.

In complesso, meno lavoratori occupati, facendo il saldo fra usciti ed entranti, con redditi in calo. Fiato ai consumi! E li pagano pure, gli economisti, per queste innovazioni…

Il genio politico nazionale

L’on. Zanda (quello che strizza l’occhio ai grillini promettendo a mezza bocca che proporrà o appoggerà nella Giunta elezioni l’ineleggibilità di Berlusconi) e la sen. Finocchiaro (quella della spesa con scorta all’Ikea) propongono una legge in applicazione dell’art. 49 della Costituzione, per consentire ai movimenti di partecipare alla politica ma non a elezioni e relativi finanziamenti, a meno che non si dotino di personalità giuridica, bilancio certificato, statuti, organi dirigenti e, s’intende, dirigenti autorevoli dotati di scorte e carrelli.

Resta da vedere se, una volta eliminato il Pdl (praticamente l’incandidabilità di Berlusconi avrebbe questo effetto) e tagliato fuori dal novero dei partiti ammessi il M5s e, via, pure CasaPound che troppo statutario non dev’essere, a meno di non costituzionalizzare la mazzacinghia, una volta sgombrato il campo il Pd riuscirebbe a vincere le elezioni…Magari non ci riesce neppure essendo l’unico in lizza. La sfiga è sfiga. E D’Alema, comunque, remerebbe contro. Passeggiando con il cane ai giardinetti.

Il genio politico locale

Qui il genio ha nome e cognome. Ignazio Marino. Il candidato sindaco a Roma per il Pd (Daje!), intervistato dal Manifesto il 17 maggio dichiara estatico: «Sogno filari di viti nell’Agro romano, trasformato in una sorta di Napa Valley californiana, per attrarre anche con il buon vino italiano milioni di turisti. Sogno tante gru al lavoro in tutta la città, come a Londra…». Paesaggi bucolici fuori e cemento dentro (è appena uscito da una riunione dell’Acer, l’associazione dei costruttori romani). Riqualificare, ristrutturare (lo dice pure Marchini, e vorrei vedere, stanti le cifre dell’invenduto), non pagare più la tassa comunale per l’occupazione di suolo pubblico in materia di ponteggi. I turisti verranno a contemplare i tubi Innocenti, mica quel rudere del Colosseo. Poi, sì c’è il problema dell’edilizia popolare, ma mica siamo così provinciali da requisire abitazioni sfitte per darle ai senza casa a prezzi congrui come a Parigi, nous sommes italiens, e allora «mettiamo a disposizione delle famiglie più disagiate 700 € al mese consentendo a tanti di accedere al mercato degli affitti della capitale che è il più alto d’Italia», così anzi lo teniamo su con questa iniezione di liquidità. Un contributo esteso anche agli immigrati e alle coppie gay? – afferma speranzoso l’intervistatore. Sticazzi, si candida Marino a Boris II: «I diritti non si acquisiscono per il colore della pelle, per il credo religioso o sulle preferenze sessuali. Tutte le persone che risponderanno ai criteri per l’assegnazione del sussidio ne potranno usufruirne [sic]». Già, ma cosa dirà il bando? Si lascia un tenue spiraglio per gay etnici, deplorando l’assenza di una legislazione sulle unioni civili. Una delle mete, evidentemente, di quell’imponente marcia per la vita da lui salutata in spirito 5 giorni prima…

E le occupazioni, lo tsunami che ha investito Roma e molto si attende dalla sua elezione? La repressione non va bene, bisogna prevenire, «iniziare con gli aiuti alle famiglie disagiate e alle giovani coppie». Ok, i 700 euri di cui sopra, ma che dice dell’iniziativa del suo competitore, Sandro Medici, che da minisindaco ha requisito case sfitte dei grandi gruppi imprenditoriali per i nuclei familiari senza reddito? «Ogni caso fa storia a sé». Una bella lezione di filosofia della storia e comunque «resta importante sottolineare che diritti, doveri e legalità devono sempre, e sottolineo sempre, camminare insieme». Lo sottolinea, manco fosse un grillino assatanato.

Occupazione e produzione? Turismo e agricoltura, la Napa Valley di cui sopra – ma perché non citare il modello originario, il Chianti?

E il reddito di cittadinanza? Come no, «cominceremo con l’assegnazione di spazi comunali inutilizzati ai giovani imprenditori, per investire sulla loro intelligenza e creare nuove economie e nuove proposte culturali», le priorità sono priorità. Segue «l’assistenza domiciliare e quella abitativa, dalle politiche per i bambini a quelle di assistenza ai migranti, dagli anziani agli animali». Un po’ indifferenziato, ma i gatti dell’Argentina tireranno un sospiro di sollievo.

Essi vivono fra noi, sono simili a noi ma a guardarli con gli occhiali giusti si rivelano alieni maligni, scesi quaggiù per ingannarci, sfruttarci e farci del male. I messaggi subliminali che si nascondono dietro le loro accattivanti parole d’ordine vanno decrittati e convertiti: austerità=povertà, sviluppo=recessione, equità=diseguaglianza. They live. Intanto smascheriamoli. Leggi tutte le puntate.