MOVIMENTO

ESC ha fatto tredici!

Breve storia di un tutto che ECCEDE la somma delle sue parti

Non abbiamo mai amato la ritualità dei compleanni, noi di Esc. Ci sono stati anni in cui nella serata a cavallo tra il 29 e il 30 Novembre, a un certo punto qualcun* – colt* da un’improvvisa epifania – alzava la testa e diceva: “regà .. ma oggi è il compleanno nostro! Ma quanti anni facciamo stavolta?” Dando il via, a quel punto si, a brindisi incontenibili e al fiume di ricordi che, in modo spontaneo, un compleanno riporta alla mente.

Sono tant* i compagni e le compagne che anche oggi ci devono pensare un attimo per fare il conto degli anni che ci separano dal giorno in cui quella serranda su via dei Reti 15 veniva tirata su per la prima volta.

Da quel momento, nella vita delle persone che c’erano – o che sono arrivate dopo – qualcosa è cambiato in maniera radicale. La linea del tempo ha assunto sembianze nuove. In alcune fasi gli anni si sono trasformati in minuti, in altre i giorni si sono fatti mesi in un’incessante negoziazione con la complessità collettiva delle nostre vite.

Nessuna tensione malinconica o piglio autocelebrativo nelle parole che scriviamo. Questi 13 anni scorrono nella profondità delle nostre vene, con il loro portato profondo di gioie e dolori che ogni tanto è bene verbalizzare, portare fuori.

La strada che percorre chi ha fatto una scelta di vita collettiva, comune, raramente è in discesa. Già nel momento in cui ci si affaccia su quel mondo, provando a intercettarne gli odori e i colori, ci si scontra con l’insormontabile: con modi di relazionarsi mai sperimentati prima, con persone che hanno alle spalle esperienze diverse, con vissuti lontani dai propri e con un senso di inadeguatezza che a volte sembra impossibile da gestire ma che poi incredibilmente si supera, imparando dalle altri e con gli altre.

E anche dopo, quando le mura ed i volti diventano quotidianità, la sfida rimane dura: equilibri da rinegoziare costantemente; l’eterna tensione con tutto ciò che è fuori; la lotta sfrenata per conquistare e mantenere spazi di libertà; il costante percepire la soggettività come famiglia e i contemporanei tentativi per decostruire tutto quello che la famiglia rappresenta.

In questi tredici anni NOI, Esc, ci siamo fatti relazione. Siamo stat* l’onda che travolge l’università, l’esercito di surfisti con i libri a farci da scudo contro la violenza del presente. Abbiamo trasformato luoghi vuoti o abbandonati in spazi che vibrano di potenza, attraversati da centinaia e centinaia di persone. Insieme, abbiamo conosciuto la brutalità della repressione ma anche l’adrenalina di una piazza che è pronta a tutto, con gli occhi lucidi dall’emozione nelle nuvole dei gas. Ci siamo organizzat* per fronteggiare la precarietà, per praticare mutualismo. Ci siamo quotidianamente interrogat* sul ruolo della condivisione dei saper* ai tempi della loro mercificazione. Abbiamo costruito case in cui vivere e da cui partire per esplorare il Mondo. Abbiamo ballato il suono della metropoli e sperimentato l’alterazione delle percezioni. Ci siamo fatte marea e poi ancora tempesta. Ci siamo amat* e odiat*, pers* e ritrovat*, mandat* a fanculo e ricongiunt*; attraversando momenti complessi e lottando per superarli.

Quante sono le cose che abbiamo fatto, vissuto, raccontato, condiviso? E soprattutto, come si fa a fare un bilancio di tutta questa potenza? I bilanci si fanno quando le cose finiscono e noi siamo ancora in corsa verso spazi di possibilità tutti da sperimentare.

E allora, nella nostra “festa delle medie”, alziamo i calici (e che siano di vetro..non sia mai) per questa strada fatta assieme; per tutte le discontinuità che abbiamo prodotto – nello spazio pubblico e nelle nostre vite – e per tutto quel possibile che c’è ancora da scoprire!

TANTI AUGURI ESC

Eccedi – Sottrai – Crea

 

Il brindisi per i 10 anni di ESC