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De Lollis occupato: parlano gli studenti

Lo storico studentato romano in mobilitazione per più welfare e contro la speculazione

L’ultimo rapporto del Censis disegna un quadro sconfortante dell’accesso alla formazione universitaria del nostro paese. A partire dal 2006 si è verificata, infatti, una flessione decisamente importante rispetto alle immatricolazioni nelle università, che ha toccato l’apice negli anni accademici 2010-2011 (6,3%) e 2011-2012 (3%) con un dato complessivo a partire dal 2006 superiore ai sei punti percentuali. Le motivazioni, vanno ricercate nella condizione sociale dilaniata di un paese ormai allo stremo, nell’innalzamento delle tasse universitarie – verificatosi più o meno ovunque – e soprattutto nell’erosione dei sistemi di welfare studentesco che dovrebbero garantire, in linea teorica, pari accesso alla formazione universitaria.

La decisione di destinare una parte degli alloggi dello studentato di via De Lollis al mercato degli affitti, sottraendoli agli aventi diritto, ha provocato la risposta degli studenti che vedendosi negare il posto alloggio cui avevano diritto si sono riuniti in un’assemblea spontanea e hanno occupato ad inizio novembre lo studentato. “Sfruttando una delibera regionale di quest’anno Laziodisu aveva deciso di destinare 208 posti letto al mercato degli affitti al costo di duecentottanta euro per la doppia e trecentoquaranta euro per la singola, grazie alla nostra occupazione questi alloggi sono stati destinati nuovamente agli studenti che ne avevano diritto” raccontano gli occupanti.

La mobilitazione ha interessato non solo lo studentato del De Lollis ma anche gli altri studentati Laziodisu dal momento che quest’anno, per ristrutturare gli stabili ormai fatiscenti, l’ente regionale ha deciso di chiuderne alcuni durante il periodo delle lezioni, lasciando in mezzo alla strada centinaia di studenti. “La Regione ha semplicemente deciso di non garantire più il diritto allo studio, basti pensare che il finanziamento regionale, per le borse di studio per quest’anno è pari a zero, mentre vengono garantiti quattordici milioni di euro per le speculazioni edilizie. Gli anni precedenti chi aveva un ISEE fino a 7800 € si vedeva garantita la borsa, ora sei fortunato se la prendi con un ISEE di 5800 €”. Cifre che lette così vogliono dire poco ma che rappresentano l’esclusione dai benefici per migliaia di studenti che vengono dichiarati idonei a percepire la borsa, ma non vincitori. Oltre al danno quindi, la beffa di una pacca sulla spalla, che per molti vuol dire la non iscrizione all’università. Mentre invece si finanziano le imprese immobiliari e i grandi costruttori come nel caso dello studentato di via del Tecnopolo, che “inserito nel piano casa 2009/2011 e costruito con fondi pubblici dovrebbe ospitare 1600 studenti ma i lavori sono fermi da un anno e adesso temiamo che se ne cambi la destinazione d’uso e lo si venda sul mercato. La risposta all’emergenza abitativa non può passare per ulteriore consumo di suolo ma deve mettere al centro il riuso e lo sfruttamento di strutture che già ci sono, solo così si costruisce un modello razionale e sostenibile.”

Dopo la prima vittoria sullo studentato di via De Lollis l’occupazione non si è fermata e tra la solidarietà degli altri studenti e dei lavoratori della Sapienza. La scorsa settimana sotto il Rettorato della Sapienza si è svolto un presidio di tutte le vertenze della Sapienza, che ha messo assieme lavoratori che svolgono il servizio di guardiania con gli studenti che protestavano per le tasse troppo alte e gli occupanti del De Lollis. Ora si cerca di guardare al futuro: “quello che vogliamo ora è che la Regione Lazio sblocchi i fondi e paghi i debiti pregressi che ha verso Laziodisu, per questo stiamo organizzando delle mobilitazioni su scala più ampia e vogliamo costruire un osservatorio che monitori dal basso la situazione stando con il fiato sul collo alle istituzioni”.

De Lollis studentato in occupazione – Intervista a Fabio