DIRITTI

Da Mieli a Queer, passando per la slutwalk

tre giorni per discutuere e risperimentare il queer come pratica politica e culturale aperta.

Il festival da mieli a queer, organizzato da Queerlab, Circolo Mario Mieli e Valle occupato, è stato l’occasione per riprendere il dibattito sul queer in Italia a partire da Mario Mieli, attivista e intellettuale, di cui ricorrono i trent’anni dalla scomparsa. Ma è stato soprattutto un’occasione di confronto di respiro europeo per discutere e risperimentare il queer come pratica politica e culturale aperta.

Diversi i momenti che tra gli spazi del Valle occupato e l’Università la Sapienza hanno aperto nuove tracce di ricerca a partire dalla potenza sovversiva della denaturalizzazione del genere, della decostruzione di identità stabili e universalmente valide, e dalla contaminazione con le lotte contro l’austerità.

L’articolazione di discorso e azione su desideri e forme di vita fuori norma rompe la retorica del rigore e fa saltare il principio ordinatore della crisi di fronte all’emergenza di corpi che si fanno spazio e irrompono sulla scena.

La tre-giorni si è chiusa con un laboratorio che si è immediatamente aperto allo spazio pubblico con una slutwalk che ha attraversato le vie del centro storico di Roma: la Slutwalk (“marcia delle puttane”, movimento di protesta partito da Toronto nel 2011), tramite la pratica del rovesciamento di senso, denuncia come lo stigma di puttana (definito da abbigliamento e atteggiamenti provocanti) diventi la legittimazione della violenza sessuale sulle donne.