MONDO

Venezuela: cos’è successo con Guaidó all’Assemblea Nazionale?

Domenica 5 gennaio il potere legislativo venezuelano avrebbe dovuto rinnovare la propria composizione. Una parte dell’opposizione, sostenuta dalla minoranza chavista, ha nominato Luis Parra come nuovo presidente. Tuttavia, Guaidó ha disconosciuto il risultato e ha creato un’assemblea parallela

La giornata di domenica in Venezuela si era annunciata tesa. Da mesi, l’opposizione al governo era divisa da accuse incrociate di corruzione. In tale contesto, sussistevano due proposte riguardo al rinnovo delle autorità dell’Assemblea Nazionale (AN). Da un lato il settore più radicale, sostenuto dagli Stati Uniti e guidato da Juan Guaidó (che cercava di essere rieletto presidente dell’AN) e ha l’obiettivo dichiarato di rovesciare il presidente Nicolás Maduro. Dall’altro, settori più disposti al dialogo che includono partiti tradizionali e che sono disposti a una trattativa con il chavismo per le elezioni legislative di quest’anno. Questi ultimi hanno candidato il deputato Luis Parra, del partito Primera Justicia (lo stesso dell’ex candidato presidente Henrique Capriles contro Hugo Chávez nel 2012 e Maduro nel 2013).

 

Il voto nell’Assemblea

«Trenta deputati regionali stanchi di questa situazione di sequestro, vogliamo aprire una strada alla depolarizzazione del paese, chiariamo qual è stato il nostro approccio e presentiamo la nostra alternativa. C’è stato un voto di circa 150 deputati ripresi dalle telecamere», ha detto. Luis Parra.

Il deputato contava sul sostegno di una parte dell’opposizione e dei legislatori del partito al governo. È così che è stato proclamato presidente dell’AN per il periodo 2020-2021.

Anche il resto dell’assise è stato composto da membri dell’opposizione, anche se nessuno della corrente di Guaidó.

 

Guaidó e i deputati sospesi

Da parte sua, Juan Guaidó, fino a domenica presidente dell’AN e autoproclamato presidente del Venezuela, ha denunciato una presunta frode, sostenendo dapprima che non gli era stato permesso entrare e poi che non si era raggiunto il quorum necessario.

Tuttavia, ci sono video che mostrano come in un primo momento aveva deciso di non entrare nel cortile [del Palazzo Federale Governativo sede dell’Assemblea Nazionale – ndt] se oltre a lui non avessero fatto entrare anche un gruppo di deputati sospesi. La Corte Suprema di Giustizia (TSJ) aveva sospeso i loro privilegi ed erano stati perseguiti per vari crimini, motivo per il quale i loro sostituti avevano assunto l’incarico al posto loro.

Le immagini diffuse sui social network mostrano come le forze di sicurezza dicono a Guaidó che lui può entrare ma non chi è stato sospeso.

 

 

[Il video che Guaidó non vuole sia visto.
I media mondiali dicono che la GNB non ha lasciato entrare Guaidó all’assemblea nazionale.
FALSO.
La verità è che NON È VOLUTO ENTRARE e ha usato Gilberto Sojo (deputato sospeso) per imbastire il prevedibile show che lo ritrae come una vittima. –
ndt]

Tuttavia, ore dopo, quando l’AN si apprestava a votare, l’autoproclamato presidente ha montato uno show cercando di arrampicarsi su una recinzione per entrare, sostenendo che gli era stato impedito.

Di fronte a questo, sia Parra che un altro deputato dell’opposizione, José Britto, hanno sostenuto che in realtà Guaidó non aveva i voti necessari per essere rieletto ed è per questo che ha cercato di creare uno scenario di conflitto.

 

L’assemblea parallela in un giornale

Dopo questa situazione, Guaidó e i suoi deputati si sono trasferiti nell’edificio dal quale opera il quotidiano dell’opposizione El Nacional. Lì è stato “rieletto” presidente di un’Assemblea parallela per la quale, presumibilmente, hanno votato circa un centinaio di legislatori.

Questo fatto assume un’importanza cruciale nella crisi venezuelana. È, come ha sottolineato Marco Teruggi, giornalista e sociologo argentino di base a Caracas: «il riconoscimento internazionale di Guaidó come presidente in carica del Venezuela è stato costruito fin dall’ora zero della sua presidenza dell’organo legislativo. Trovandosi rimosso da quella posizione, la questione del riconoscimento internazionale della sua presidenza provvisoria rimane in sospeso».

Ecco perché, immediatamente, il governo degli Stati Uniti ha messo in moto la sua macchina diplomatica al fine di garantire la continuità della propria strategia.Il segretario di Stato, Mike Pompeo, ha accolto con favore la rielezione del suo delfino e il gruppo di Lima, composto da diversi paesi del continente americano, ha denunciato la presunta «mancanza di democrazia» facendo eco alle accuse di Guaidó.

 

 

[Congratulazioni a @JGuaido per la sua rielezione nella @AsambleaVN! Arresti, tangenti e l’impedimento ad accedere ai propri edifici non sono riusciti a far fallire l’Assemblea Nazionale del #Venezuela.
Solo un governo di transizione che organizzi elezioni presidenziali libere può mettere fine a questa crisi
– ndt]

La domanda sollevata ora è se si passerà ad uno scenario a due assemblee. Una ufficiale, che tiene dentro anche il chavismo, e una parallela formatasi in condizioni come minimo discutibili. Tutto questo in uno scenario in cui si terranno nuove elezioni legislative nelle quali l’AN verrà rinnovata completamente.

Gli eventi di questa domenica ci permettono di ipotizzare che, ancora una volta, Washington e i suoi alleati locali cercheranno di disconoscere queste elezioni.

 

Articolo originale pubblicato su Notasperiodismopopular

Traduzione a cura di Michele Fazioli per DINAMOpress

 

 

E adesso?

Adesso abbonati, genera indipendenza