ROMA

Corto Circuito, il centro sociale romano posto sotto sequestro giudiziario

È in corso da stamattina il sequestro giudiziario del Corto Circuito, storico centro sociale romano di Cinecittà. Appuntamento alle 17 in piazza Cavalieri del Lavoro
Il Corto Circuito: lo sgombero è un atto politico

È in corso da questa mattina presto il sequestro giudiziario del Corto Circuito, centro sociale di Cinecittà: numerosi blindati sono sul posto e l’intera zona è stata sigillata, tanto che non è possibile avvicinarsi. Per questo i compagni e le compagne hanno dato come indicazione, per chi volesse raggiungere il Corto Circuito adesso, piazza Cavalieri del Lavoro. Per questo pomeriggio è stata invece lanciata un’assemblea pubblica alle 17 sempre a piazza dei Cavalieri del Lavoro.

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Oltre ai blindati, la polizia sta usando anche una ruspa, sembra per portare via i materiali con cui si stava ricostruendo da quest’estate il padiglione andato a fuoco tempo fa. Il motivo del sequestro, disposto dalla magistratura, sembra essere la rottura dei sigilli da parte del Corto Circuito e della ricostruzione della parte di edificio andata a fuoco nel 2012 e che gli attivisti, aiutati da tante persone di Roma e del quartiere, stavano ricostruendo in modo ecosostenibile. Secondo motivo della disposizione del sequestro giudiziario è la presunta abusività della parte ricostruita: la polizia ha infatti portato via i materiali che si stavano usando per la ricostruzione, e sembra (ma non c’è ancora conferma ufficiale) che vogliano smantellare anche la parte di edificio già sistemata. Molte persone del quartiere sono accorse al Corto Circuito e la polizia ha schierato la celere per non farli passare: addirittura sul posto sono stati portati gli idranti.

Il Corto Circuito è stato occupato nel 1990 a Cinecittà, in uno di quei quartieri periferici di Roma dove non c’è assolutamente nulla. Perché bisogna dirlo, le periferie della capitale non offrono nessun servizio a quelli che sono considerati cittadini di serie b dalle istituzioni: un deserto, insomma. Il Corto Circuito aveva rotto questo grigiore, costruendo insieme agli abitanti del quartiere nel corso degli anni una palestra, un’osteria, una scuola: tutte cose che nella zona mancavano, e che davano un po’ di calore a tutte quelle persone che abitano nella zona sud di Roma.

Da quest’estate gli attivisti del Corto Circuito, aiutati da molte persone che hanno voluto dare una mano, avevano iniziato a ricostruire parte dell’edificio distrutto nel 2012 a causa di un incendio – per uno strano scherzo del destino causato proprio da un corto circuito – in modo ecosostenibile. I lavori, necessari, non sono mai stati autorizzati dagli Uffici del Patrimonio di Roma – la Corte dei Conti gli aveva chiesto prima 600mila euro – ma sono partiti lo stesso data la necessità urgente e il bel progetto nato intorno al “nuovo” Corto Circuito.

Lo sgombero del Corto Circuito arriva dopo anni di battaglie e bastoni tra le ruote da parte di Questura e istituzioni: allo spazio erano stati messi i sigilli per il sequestro ben quattro volte. Sigilli che erano stati ogni volta levati dai cittadini che volevano riappropriarsi di quello spazio. Che resiste dal 1990 e continuerà a resistere ancora.

Redazionale in continuo aggiornamento