DIRITTI

Corpi liberi da ogni violenza

domenica 12 maggio in piazza contro la marcia “prolife” e per Giorgiana Masi.

Persecuzioni, violenze e torture dal medioevo più angusto e nero, queste le immagini che richiamano alla mente i simboli e il linguaggio della marcia per la vita sfilata a Roma domenica 12 maggio. Abiti religiosi, croci, riproduzioni di feti. Una marcia integralista per l’abrogazione della legge 194, ma autorizzata dalla Questura come “manifestazione sportiva”, si svolge ormai da qualche anno nelle strade del centro storico; per la soddisfazione di famiglie che si guadagnano così una gita nella capitale, spero sia soprattutto questo il motivo che le spinge tanto lontano da casa, e di vari politici che possono costruirsi su misura una bella vetrina nel paese della campagna elettorale permanente, vedi Alemanno sempre in prima fila. In questa giornata organizzazioni cattoliche e di estrema destra si dedicano un bel trampolino mediatico, da cui sganciare le più violente dichiarazioni contro la libertà di scelta e l’autodeterminazione delle donne, tutto con il patrocinio del Comune di Roma! Ad appesantire il senso di retrivo e stantio in città si aggiungono poi le dichiarazioni del candidato sindaco PD Marino: il quale non solo si rifiuta di aderire agli appelli dei movimenti contro questa vergognosa manifestazione, quest’anno oltretutto provocatoriamente coincidente con l’anniversario dell’omicidio di Giorgiana Masi, ma neppure trova la forza di rivendicare, per di più da medico, un sano e semplice spirito di laicità, piuttosto sente il bisogno di rivolgersi ai neofascisti che organizzano la marcia per ribadirsi “difensore della vita in ogni suo stadio”. Candidato sindaco del centrosinistra… La sua differenza con Alemanno? Semplicemente lui non “strumentalizza” la “difesa della vita” per fini meramente elettorali…

Centinaia di donne e uomini invece hanno deciso di caratterizzare diversamente la giornata, radunandosi dalla mattina a Campo de’ Fiori, nonostante l’autorizzazione negata dalla questura, e colorando la piazza di striscioni e perfomance in ricordo di Giorgiana Masi, la diciannovenne uccisa su Ponte Garibaldi il 12 Maggio del 1977, colpita alla schiena dai proiettili di poliziotti in borghese mentre scendeva in piazza sfidando il divieto di manifestazioni pubbliche.

Il corteo si è poi mosso verso Ponte Garibaldi, per posare un fiore vicino alla targa per Giorgiana, rivendicando a viva voce la libertà di scelta e gridando contro ogni violenza sul corpo delle donne, che sia fra le mura domestiche, nella famiglia tanto cara al sindaco e a cui inneggiava la manifestazione pro-life, o che sia agita dalle istituzioni, le stesse che definanziano la sanità pubblica, dequalificando consultori, presidi sanitari e ospedalieri, nei quali intanto dilaga l’obiezione di coscienza: in particolare nel Lazio ormai una struttura pubblica su tre non esegue l’intervento di interruzione volontaria di gravidanza.

A Campo de’ Fiori c’era anche il candidato Sindaco Sandro Medici, l’unico fra i candidati pronto a prendere una posizione netta e imprescindibile in difesa dei diritti, della libertà e dell’autodeterminazione delle donne.

Questo il fronte largo che si prepara a più ampie mobilitazioni per il diritto alla salute e che ieri è sceso in piazza contro la violenza misogina della marcia per la vita.