editoriale

Contro la solitudine e la competizione della buona scuola: sciopero sociale!

Venerdì 10 ottobre saremo in piazza per rigettare il Jobs Act e fermare il Piano Scuola. Per tracciare una narrazione nuova verso lo sciopero sociale del 14 novembre, a partire sciopero del mondo della formazione.

Nella scorsa notte il governo Renzi ha incassato il si del Senato al Jobs Act; 24 ore di discussione e voto di fiducia permettono al Governo di ingranare definitivamente la marcia per quest’autunno.

Gli obiettivi saranno la cancellazione della contrattazione collettiva e degli ammortizzatori sociali, la definitiva precarizzazione del mercato del lavoro e l’ultimo atto del decennale processo di dismissione della scuola pubblica.

In un quadro coerente la Buona Scuola della Giannini e il Jobs Act appaiono in tutta la loro specularità.

La Buona Scuola disegna una scuola aziendalizzata, segnata da una gestione manageriale verticale e privatistica e da un’organizzazione gerarchica cui corrisponda la retribuzione diversificata dei docenti, schiacciata da meccanismi pervasivi di valutazione e selezione degli studenti. Cosa ne resta della formazione? Nient’altro che l’anticamera dello sfruttamento, l’introduzione a un’esistenza destinata alla precarietà del lavoro a tempo determinato, senza garanzie e prospettive. A rendere palese la funzione della scuola voluta da questo governo è la cosiddetta alternanza scuola lavoro prevista dalla riforma, vera e propria forma di sfruttamento mascherata, lavoro non pagato cui saranno costretti gli studenti.

É tempo allora di sciopero sociale, è tempo di riconoscere l’attacco coordinato portato ai danni degli studenti, dei docenti, dei lavoratori, dei disoccupati, dei precari, ed è tempo di coordinare una risposta adeguata.

Venerdì 10 ottobre, con la manifestazione degli studenti e del mondo della formazione, fra le vie del centro di Roma e di tante altre città si dispiegherà un primo pezzo dello sciopero sociale. Lo sciopero contro la scuola azienda che valuta, seleziona, impacchetta lo studente e lo consegna a chi vuole sfruttarlo. Contro i presidi plenipotenziari, per rifiutare ogni forma di valutazione su studenti e docenti che ricalchi esclusivamente interessi economici e tentativi di disciplinamento, per pretendere la formazione d’eccellenza sempre e per tutti!.

Alla buona scuola che isola e costringe alla competizione, gli studenti e gli insegnanti rispondono con una narrazione collettiva, rifiutando ogni controllo, ogni valutazione: alla buona scuola rispondo con l’indisciplina dello sciopero!

Per rigettare il Jobs Act e fermare il Piano Scuola. Per tracciare una narrazione nuova verso il 14 novembre dallo sciopero del mondo della formazione.

Venerdì 10 ottobre Piazza Esedra h 9:00