ROMA

Colpi di testa

Dopo la testata di Spada, polemiche contro i giornalisti che hanno partecipato ai dibattiti di Casapound. In particolare, tweet e ironia contro Corrado Formigli, che questa sera ospiterà nuovamente il presidente del partito neofascista a Piazza Pulita, in diretta su La7.

Mentre le immagini della testata di Roberto Spada sul naso del giornalista di Nemo giravano in loop sui social e in tv, il primo pensiero di tanti è andato a quei giornalisti che nelle scorse settimane hanno partecipato agli ormai celebri dibattiti in via Napoleone III. Il collegamento può sembrare fumoso soltanto a chi non vede i lati del triangolo Spada-Casapound-giornalisti consenzienti. Al contrario, è estremamente razionale e segue più o meno queste argomentazioni: i fascisti sono violenti, e questo stupisce poco; a Ostia il clan Spada sostiene Casapound, e questo si sa; ciò che non torna è perché personaggi come Enrico Mentana, Corrado Formigli o Nicola Porro abbiano dato ulteriore riconoscimento al partito neofascista partecipando agli incontri nella sua sede via Napoleone III.

Secondo i tre giornalisti Casapound sarebbe ormai inscritta nel meccanismo democratico dei partiti, perché diversa da altre formazioni fasciste e in quanto ammessa a partecipare alle elezioni. Ci sarebbe molto da dire a commento di questa strana tesi, che più che descrivere la realtà contribuisce a produrla. Per un verso, si potrebbe ricordare che anche il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori fu ammesso alle elezioni, nella Germania del 1932. Vi partecipò “democraticamente” e ottenne anche un bel 37,4% di consensi. Peccato che quando i rapporti di forza cambiarono a suo favore, proprio grazie a quel risultato elettorale, si comportò in maniera un po’ meno democratica. Per un altro verso, invece, basterebbe dare uno sguardo alle decine di episodi che hanno visto dirigenti, militanti e simpatizzanti di Casapound protagonisti di violenze contro cittadini comuni, attivisti di sinistra, migranti.

Aggressioni e violenze di cui è difficile tenere il conto e che, comunque, sono comodamente consultabili su google, senza nemmeno il bisogno di fare del del giornalismo d’inchiesta. In particolare su Ostia verrebbero fuori moltissimi risultati, che coinvolgono trasversalmente numerosi soggetti, da volontari della parocchia a candidati di Forza Italia. Ma evidentemente al trio Mentana-Formigli-Porro queste cose non interessano più di tanto. Chissà se i tre hanno accettato l’invito per semplice narcisismo o davvero nutrano la convinzione di poter evangelizzare dei fascisti ai valori “democratici”. Di certo, anche questi giornalisti hanno dato il loro personale contributo al principale obiettivo dell’organizzazione di via Napoleone III: sdoganare il neofascismo attraverso retoriche pseudo-democratiche, interlocuzioni con personaggi di altri schieramenti politici e attività sociali di facciata.

Per fortuna, oltre la pochezza di simili personaggi sembra esserci una consapevolezza diffusa intorno alle modalità di funzionamento della strategia di Casapound. Forse per questo, in tanti, subito dopo aver sentito il rumore che fa una cartilagine del naso che si frantuma, hanno individuato il cuore del problema più che nei soliti fascisti o nei loro amici mafiosetti, in tutti coloro che li aiutano a truccare il volto all’insegna della presentabilità.

In particolare, su twitter è stato inondato di critiche e insulti Corrado Formigli, conduttore di Piazza Pulita. Il giornalista, forse provando a giocare d’anticipo, aveva immediatamente cinguettato la sua solidarietà al collega aggredito.

Di tutta risposta, però, si è beccato una sfilza di tweet non proprio solidali con lui.

Formigli, infatti, oltre ad essere stato una pedina nella scacchiera di un’«operazione di comunicazione molto paracula» (come lui stesso l’ha definita), si è dimostrato pronto a ricambiare il favore. Proprio questa sera Di Stefano sarà ospite a Piazza Pulita: un fascista in diretta su una delle trasmissioni di punta de La7.

Alla luce dell’episodio di ieri, è interessante riascoltare alcune delle frasi pronunciate dal conduttore televisivo in via Napoleone III. Ad esempio, quel «la politica deve essere un cuscinetto per assorbire le pulsioni più estreme» fa pensare a che tipo di cuscinetto avrebbe potuto attutire la testata di Roberto Spada. Un gesto perfetto da un punto di vista tecnico-sportivo, ma politicamente scorretto perché infrange la cartilagine della rappresentazione buonista dei fascisti e dei loro sodali. Altrettanto curiosa risuona un’altra frase in cui Formigli definisce «fuori luogo quest’aura di censura e di illegalità che [vi] circonda», riferendosi al partito che ha ricevuto pubblicamente l’appoggio del clan mafioso di Ostia, o anche quel «vi considero più civili e accorti nell’uso della lingua rispetto a molti altri». Avrà la stessa convinzione anche rispetto all’uso della fronte?

Tra tutte, comunque, resta impresso ciò che il giornalista ha detto in apertura del “confronto” con Di Stefano. Riferendosi allo striscione affisso davanti agli studi de La7 il giorno prima che il suo collega Mentana incontrasse Casapound – dal testo breve ma significativo: «Mentana coglione, il fascismo non è un’opinione» – il conduttore di Piazza Pulita diceva di aver «rosicato» per la mancanza di simili attenzioni. Se voleva vedere il suo nome su un manifesto ironico è stato accontentato ieri. Se invece ci teneva proprio a farsi dare del coglione, è ancora in tempo… possiamo farlo noi oggi.

Foto via Achtung Banditen