ROMA

Cinghiali espiatori. L’intervista esclusiva

Da giorni i candidati a sindaco si lanciano accuse sulla presenza dei cinghiali nella capitale. Noi ne abbiamo intervistata una – non un candidato, una cinghiala

Signora cinghiala, è contenta di frequentare la città?

Assolutamente no, non scambiamo la necessità con il piacere. Roma è invivibile, mi sforzo di condurre ordinatamente la mia famiglia, procedendo in fila indiana, ma lo faccio in mezzo a un traffico caotico, costeggiando marciapiedi invasi da dehors e macchine in doppia fila, dovendo per di più schivare micidiali monopattini elettrici che piombano silenziosi addosso ai miei cinghialotti. Non ti dico poi tutti quei coglioni che si fermano a fotografarci e a postare immediatamente su facebook per aizzarci contro l’opinione pubblica. Stanno diventando tutti come Romafaschifo. Poi si lamentano se qualche volta carico un passante smart-munito, sono peggio dei cacciatori.

Ma è vero che venite e rubare il cibo dai cassonetti strapieni?

A volte sì, ma non ci diverte. Troppi cattivi odori nei sacchetti accumulati intorno ai cassonetti mai svuotati, troppi gabbiani che mi fanno paura e anche pantegane giganti. In campagna le cose sono più tranquille. Personalmente preferisco prendere il cibo fresco alla gente che esce dal supermercato: niente di che, però almeno pulito e non scaduto. Ma debbo fare una precisazione. Noi veniamo sempre più frequentemente in città non perché attratti dalla speranza di cibo, ma perché in campagna le cose sono peggiorate con il cambiamento climatico e la siccità ci spinge a cercare acqua ovunque si trovi. Dovreste fare attenzione non tanto al pull factor – come dicono i miei cugini boars – ma alle cause che ci spingono a uscire dai nostri luoghi originari. Fate con noi lo stesso errore che fate con i migranti, quando attribuite la causa della migrazione alle imbarcazioni Ong e non a guerre, siccità, fame.

Ti rendi conto di essere diventata una presenza fissa nella campagna elettorale per il Comune di Roma?

Una cosa vergognosa, non so proprio chi sia peggio. Michetti continua a strillare che nell’antica Roma i cinghiali non ci stavano – e pensare che perfino l’imperatore Adriano si degnava di darmi la caccia. Meloni dice che siamo peggio dei comunisti e dei centri sociali. Raggi si rimpalla le responsabilità con Zingaretti, cui toccherebbe l’agro romano; ci tollera a Roma nord ma ci minaccia di multe se ci sdraiamo sulla scalinata di piazza di Spagna. Calenda ovviamente, con la sua fissa per il decoro, ci tuitta un giorno sì e l’altro pure e ci vuole daspare, come i senzatetto e gli occupanti abusivi. Anche Gualtieri ci accusa essere il simbolo del degrado e fa a scaricabarile con Raggi. Siamo il grande e quasi unico problema di Roma: come il traffico per Palermo.

E i candidati di sinistra?

Sono troppi, il cervello di un ungulato ha i suoi limiti.

Hai una coscienza ecologica?

Meglio della vostra sicuro. Fra l’altro mi sto recando un banchetto per firmare il referendum contro la caccia. Leggo sui vostri social che i cinghiali sarebbero responsabili, oltre alla sporcizia di Roma, di grufolare per terra alla ricerca di cibo (siamo vegetariani, per inciso), rendendoci così responsabili di smuovere la terra e liberare ingenti quantitativi di CO2. Bella lezione da chi gestisce centrali a carbone, abbatte foreste e imperversa con gli allevamenti dei bovini e dei nostri fratelli domestici. Quando vengo in città sono asfissiata dal fumo delle autovetture e non mi metto certo a rimuovere l’asfalto. Ho l’impressione di non essere io il principale ostacolo alla transizione ecologica. Non sto neppure patrocinando il ritorno al nucleare.

Immagine di copertina di Adriano Ballini.