MONDO

Buenos Aires in piazza contro il G20 e il FMI

Una settimana di mobilitazioni ed assemblee, fino al corteo del 30 novembre contro il neoliberismo: la galleria fotografica di Gianluigi Gurgigno ed una cronaca delle giornate contro il summit del G20 in Argentina.

Decine di migliaia di persone hanno partecipato ad una pacifica manifestazione che ha sfidato la militarizzazione ed i divieti imposti dal governo Macri e dalla ministra della sicurezza Bullrich. Un piano di militarizzazione della città mai visto, con tutte le forze poliziesche e militari impegnate nella difesa del summit, ventiduemila gli agenti schierati, la mobilità completamente bloccata, con metropolitana e treni fermi, stazioni , un porto e un aeroporto della capitale chiuse, il 30 novembre giorno di ferie e serrata di negozi, scuole e uffici.

 

A fronte della criminalizzazione della protesta, del decreto che autorizzava la polizia a sparare con armi da fuoco nelle giornate del vertice e della militarizzazione di una città svuotata, oltre 50mila persone hanno partecipato alla manifestazione che ha attraversato il centro della città.

 

Prima del corteo, una serie di arresti preventivi hanno provato ad intimidire i manifestanti, con il fermo di un dirigente del Partito dei lavoratori per il Socialismo, fermato con delle ricetrasmittenti prima del corteo e portato in questura, così come di una decina di giovani manifestanti fermati senza ragione prima del corteo. Ma in decine di migliaia di manifestanti sono partiti dalla stazione di Constituciòn per arrivare fino alla centralissima Piazza del Congresso, ripudiando l’accordo con il FMI e la presenza dei leader mondiali.

La galleria fotografica di Gianluigi Gurgigno

 

 

 

Una settimana di mobilitazioni

E’ stata una settimana ancora una volta segnata da un ritmo intenso di mobilitazioni e assemblee. Nella settimana precedene il summit si sono infatti tenute diverse iniziative, dal Forum Mondiale del pensiero Critico organizzato da CLACSO fino alle manifestazioni dei movimenti e sindacati dell’economia popolare in risposta ai brutali assassini da parte della polizia di Rodolfo Orellana e Marcos Soria a Buenos Aires e Cordoba.

 

La settimana di mobilitazioni è stata inaugurata il lunedì con il corteo dell’economia popolare contro la violenza della polizia la mattina e la manifestazione femminista nel pomeriggio.

 

Attorno alle undici del mattino infatti decine di migliaia di persone sono scese in piazza in centro a Buenos Aires per denunciare la violenza poliziesca. reclamando verità e giustizia per i due giovani lavoratori precari colpiti alle spalle da colpi di armi da fuoco sparati dalla polizia. Il livello di violenza si alza continuamente, e solamente l’indignazione e la mobilitazione popolare può fermare questa intensificazione di repressione, controllo e morti di Stato.”Nessuna impunità, vogliamo giustizia per i nostri compagni caduti, pena per i responsabili materiali e politici” dicono le organizzazioni dell’economia popolare.

Il pomeriggio dello stesso giorno si è tenuta una grande manifestazione femminista , in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che è finita nella centralissima Plaza de Mayo. Poche ore prima della manifestazione, era arrivata la sentenza di assoluzione per il femminicidio di Lucía Pérez: l’indignazione è esplosa nel corteo, poi nelle reti sociali e nelle mille reti femministe che costituiscono le trame di una radicale

La rabbia per la vendetta patriarcale portata avanti dai giudici del Tribunale di Mar del Plata ha portato Ni Una Menos a lanciare una assemblea pubblica davanti al Tribunale a Buenos Aires, mentre amici e familiari di Lucía  hanno lanciato un corteo a Mar del Plata il giorno successivo. Dall’assemblea si è deciso di lanciare uno sciopero delle donne il prossimo 5 di dicembre. Contro la sentenza patriarcale e contro tutte le violenze di genere che, come racconta Clarisa Gambera, colpiscono le donne in diversi territori e contesti sociali.

 

Durante tutta la settimana si sono tenute  le attività della Confluenza di organizzazioni “Fuera G20-FMI”, con dibattiti pubblici e forum, assemblee femministe e un concerto contro il G20.

 

Sin da lunedi, presso la facoltà di Scienze Sociali, sono cominciati dibattiti sulla sovranità alimentare, contro l’estrattivismo, sulla libertà di migrare e le nuove forme di sfruttamento del lavoro, piattaforme digitali ed organizzazione dei lavoratori precarizzati.  Presso l’Hotel Bauen si è tenuta la Scuola di economia femminista, e successivamente in piazza del Congresso si è tenuta una assemblea femminista internazionalista contro il G20, che ha cominciato a tessere il prossimo sciopero delle donne dell’8 marzo a livello globale. Infine, proprio di fronte al Congresso, un concerto finale intitolato “Fiesta de los Pueblos: cumbia contra el G20”.

Una grande evento politico si è tenuto il martedi presso lo Stadio Atlanta, dove circa cinquantamila persone hanno partecipato al meeting contro il G20 e il FMI promosso da movimenti sociali e politici come il Movimento Evita, Barrios de Pie e la Corriente Clasista y Combativa.

Il giovedì le Madres de Plaza de Mayo hanno dedicato la loro consueta manifestazione alla lotta contro l’austerità imposta da Macri e dal FMI, in una piazza circondata da forze dell’ordine e super militarizzata. “Non ci ha impedito di scendere in piazza nemmeno la repressione della dittatura, non lo farà Macri e il G20” affermano le Madres che hanno raggiunto la piazza diverse ore prima per evitare che le transenne venissero collocate prima della loro manifestazione per impedirla.

Venerdì è stato infine il giorno del corteo che ha sfilato per il centro della città, ribadendo con forza l’opposizione alle politiche neoliberali e alla militarizzazione della città. L’impressione è che il mese di dicembre sarà caldissimo nelle strade argentine, ben oltre il G20, dove si parla di tregua nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, ma di certo tregua non è per milioni di persone colpite da austerità, violenza, sfruttamento e impoverimento.

Per questo, archiviato il vertice, i movimenti sono pronti a rilanciare lalotta, cominciando con lo sciopero delle donne mercoledì 5, fino alle prossime  manifestazioni convocate dai movimenti sociali e dell’economia popolare, per fermare l’avanzata neoliberale con la la rabbia e il malcontento per una crisi che peggiora di giorno in giorno.