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Andiamo in Amazzonia: copertura speciale

Da 2 al 7 settembre, il giornalista Sergio Ciancaglini e il fotoreporter Nacho Yuchark saranno nella regione brasiliana dell’Acre, al confine con Bolivia e Perù, per una copertura giornalistica cooperativa del disastro in corso. Dinamopress, in partnership con lavaca.org, partecipa al progetto e diffonderà in italiano foto e testi

Gli incendi delle foreste amazzoniche, che si sommano a quelli di Siberia, Angola e Congo, sono tasselli di un grande puzzle che ogni giorno restituisce un disegno in più nitido. Perfino chi ha parlato di fine della storia e raccontato per anni come il capitalismo fosse il sistema economico-sociale più giusto ed equilibrato non può più far finta di niente. In poco più di 200 anni di storia, l’economia capitalista sta distruggendo le possibilità di vita umana e animale sulla terra. Almeno nelle forme finora conosciute e per molte delle specie che la popolano.

Le fotografie della Nasa hanno reso di pubblico dominio vastità e quantità dei fuochi che stanno distruggendo porzioni intere di Amazzonia. Anche grazie a una sensibilità ecologica che cresce rapidamente e in maniera inaspettata, soprattutto tra le nuovissime generazioni, lo shock iniziale si è trasformato anche in forme di mobilitazione e pressione politica.

Le fredde immagini satellitari, però, non sono sufficienti a dare l’idea di quello che sta accadendo sul pianeta Terra. Oltre la visione di insieme, abbiamo bisogno di sguardi ravvicinati che si accostino agli ecosistemi distrutti, di orecchie che ascoltino le grida di sofferenza degli uomini e degli animali, di mani che sfiorino le cortecce degli alberi carbonizzati e di nasi che vadano a sentire l’odore della vita che brucia. Per continuare a provare a capire servono racconti che vengano dal cuore dell’Amazzonia.

Per questo, dinamopress ha deciso di partecipare a una copertura giornalistica cooperativa in partnership con il sito di informazione indipendente argentino lavaca.org, il cui collettivo edita anche la rivista mensile Mu. Sul campo, dal 2 al 9 settembre, andranno il giornalista Sergio Ciancaglini e il fotoreporter Nacho Yuchark per «registrare con foto, testi, audio e testimonianze il disastro ambientale che sta consumando le nostre risorse naturali».

La spedizione si svolgerà nella regione dell’Amazzonia brasiliana dell’Acre, al confine con Perù e Bolivia. Nell’area ci sono numerosi gruppi indigeni, tra cui diverse popolazioni che hanno scelto di vivere in isolamento volontario. Si stima che in questa condizione si trovino almeno 4 gruppi e 600 individui. Attraverso le loro terre scorre il Rìo Acre, un importante corso d’acqua amazzonico.

L’Acre è anche la regione di Chico Mendes, figura storica dei movimenti sindacali ed ecologisti brasiliani. Mendes iniziò a lavorare come operaio che raccoglieva il caucciù a soli 9 anni, imparò a leggere a 24 e coniugò attraverso le sue battaglie nella regione la difesa dei diritti dei lavoratori e quella dell’ambiente. Si scontrò a lungo e duramente con latifondisti e disboscatori, organizzando i contadini della zona. Insieme al futuro presidente del Brasile Lula, partecipò alle prime assemblee da cui sarebbe nato il Partito dei Lavoratori (Pt). Mendes ha pagato le sue battaglie prima con il carcere e la tortura, e poi con la morte. È stato ucciso il 22 dicembre del 1988.

Andare in Amazzonia serve a raccontare cosa resta di quell’eredità politica, organizzativa e teorica, e che ruolo sta giocando nelle battaglie del presente. Serve a vedere quali forme di autorganizzazione e resistenza si stanno sviluppando e quali effetti ecologici e sociali sono stati prodotti dagli incendi. Serve a diffondere la consapevolezza che difendere quelle foreste è un nodo cruciale nella battaglia contro il cambiamento climatico prodotto da un modello di produzione e consumo sempre più insostenibile.

Dinamopress tradurrà e pubblicherà giorno per giorno i materiali che arriveranno dall’Amazzonia per diffonderli anche da questa parte dell’oceano.

Stay tuned…