DIRITTI
L’estate delle deportazioni senza sosta a Ventimiglia

Riportiamo la cronaca degli ultimi giorni (dal 13 al 16 di agosto) di deportazioni di migranti con rastrellamenti da parte della polizia. Dopo le cariche e gli arresti, la mobilitazione solidale è continuata con un campeggio..
• Cariche e arresti a Ventimiglia
Aggiornamenti sulle deportazioni a cura del Presidio No Border di Ventimiglia: nella giornata di oggi 16 agosto, ancora due pullman sono partiti da Ventimiglia carichi di migranti presi nelle strade la sera precedente (ferragosto) e con i respingimenti notturni dalla Francia.
Ad accompagnare i due pullman di Riviera Trasporti, che hanno preso l’autostrada alle 12:30, una scorta imponente di volanti, blindati e digos. In serata, a partire dalle 20:00 circa, ancora retate in stazione e davanti alla chiesa del quartiere delle Gianchette. Anche nella giornata di ieri, Ferragosto, ci sono state deportazioni via pullman e rastrellamenti in pieno giorno nel centro città.
Almeno un centinaio le persone ospiti ora in chiesa, e circa seicento quelle presenti nel centro della Croce Rossa. Nonostante la precarietà e il rischio di finire catturati dalle forze dell’ordine, sono ancora tantissime le persone che scelgono di non entrare nel centro governativo, e dormire in strada nascondendosi vicino al mare o negli anfratti del fiume. Domani la routine della deportazione scriverà un nuovo capitolo.
Riportiamo la nota che il Presidio Permanente No Border ha pubblicato sulla pagina facebook il 13 agosto:
In questi giorni il clima di repressione e abusi nei confronti dei migranti ha ripreso inquietante vigore. Assolutamente incapaci di gestire il numero delle persone in arrivo a Ventimiglia, l’unica soluzione che viene periodicamente riproposta da forze dell’ordine e istituzioni, è quella delle deportazioni di massa e dell’allontanamento coatto dal centro della città. All’inizio della settimana, Gabrielli, capo della polizia, ha annunciato un ulteriore giro di vite sulla presenza dei migranti nel territorio ventimigliese: ogni giorno partono pullman della Riviera Trasporti, carichi di migranti catturati in frontiera o rastrellati nelle strade della città, diretti agli aeroporti già attrezzati con voli verso il sud Italia o, ultimamente, sempre più spesso verso la Sardegna. Negli ultimi due giorni il numero delle persone presenti al centro della Croce Rossa è passato da oltre 600 ospiti, ad appena 200. Oggi, domani, e nei prossimi giorni, sono già in programma voli da Genova per Cagliari.
Per i migranti si rivela particolarmente difficile riuscire a ripartire dall’isola senza soldi nè documenti, così che si allungano di molto i tempi per tornare nelle zone di frontiera e provare a riprendere il loro viaggio. I migranti raccontano della tensione e dell’ansia continue: perdono i contatti di amici e parenti, vengono divisi i gruppi che viaggiano assieme sin dalla Libia, spesso gli vengono requisiti i telefoni cellulari, così che, quando qualcuno finisce caricato su uno dei pullman, se ne perdono le tracce. Raccontano anche delle botte, delle minacce e degli insulti canzonatori e razzisti con cui la polizia li bersaglia.
Contemporaneamente, prosegue ostinato il meccanismo di allontanamento delle persone in viaggio dagli occhi della città: il decentrato campo della Croce Rossa, a cinque chilometri da Ventimiglia, è l’unica opzione offerta ai migranti sul territorio. Chiunque si rifiuti di entrare ed accettarne le condizioni repressive, scegliendo invece la strada e tentando ripetutamente di passare il confine, è esposto ai continui rastrellamenti e alle retate delle forze dell’ordine. Il rifiuto da parte delle persone in viaggio di accedere ai servizi del centro governativo della CRI, è motivato dalle condizioni di vita e continue intimidazioni che si esercitano in quel luogo: la polizia mantiene un controllo pressante non soltanto all’ingresso del centro, ma anche negli spazi di vita quotidiana dei ragazzi, intimidendo i tentativi di confronto e assemblee tra migranti stessi e tra migranti e solidali all’esterno del centro CRI.
Le persone con le quali, nonostante tutto, continuiamo a coltivare rapporti di fiducia, raccontano della paura continua anche solo di ridere o chiacchierare tra loro, di camminare liberamente in strada, di affermare la loro volontà e avanzare richieste o proposte. Nelle ultime settimane avevano chiesto che fossero sostituiti i mediatori culturali del centro CRI, che esercitano angherie e provocazioni nei confronti dei migranti che vi sono ospitati, un comportamento di cui in tanti si sono lamentati, anche tra i volontari che entrano per aiutare con la distribuzione del cibo. La situazione non è migliorata.
Particolarmente agghiacciante è la notizia del ripristino dell’ordinanza sindacale che vieta di distribuire cibo e acqua ai migranti, pena una multa e l’identificazione. Questo provvedimento, firmato dal sindaco Ioculano nell’estate 2015, e che nei mesi invernali ha affamato centinaia di persone che vivevano tra la strada, la stazione e la spiaggia di Ventimiglia, era stato revocato all’inizio di questa primavera, a seguito della pressione di solidali e cittadini, che avevano scelto di disobbedire a questa follia e continuare a condividere cibo e momenti di incontro coi migranti. Adesso il ritorno di questo divieto porta ad un ulteriore aggravamento della situazione per coloro che rifiutano di stare nel centro della CRI, e all’ennesima criminalizzazione della solidarietà con le persone in viaggio.
La repressione nei confronti di chi cerca di mantenere l’attenzione vigile, denunciando le pratiche violente della polizia, le continue vessazioni e l’assurda brutalizzazione delle persone che arrivano al confine chiedendo dignità e libertà, si rafforza giorno dopo giorno.
Nell’ultima settimana i solidali presenti sul territorio hanno ricevuto una sessantina tra espulsioni dall’Italia, fogli di via e violazioni di fogli di via. Testimoni di quello che accade, proseguiamo nella raccolta di informazioni, dati, racconti e incontri. Migranti e solidali non arretrano di un passo, perchè la Storia impone scelte e prese di responsabilità: mollare sarebbe criminale. In un momento così critico e preoccupante, chiediamo a chiunque voglia opporsi a quanto sta accadendo di venire qui, e unirsi agli occhi, alle orecchie e alla voce di chi rifiuta di restare in silenzio davanti alla normalizzazione di questo orrore.