ITALIA

Articolo multimediale: 8 marzo in Italia, più di 40 città in sciopero

Lo sciopero femminista è tornato a riaffermare la potenza della marea in più di 40 città italiane. Articolo multimediale, video, foto e cronache dalle piazze.

In tutto il mondo milioni di corpi hanno illuminato questo 8 marzo di lotta.

In Italia lo sciopero ha interessato l’intera giornata, dalla mattina alla notte, con manifestazioni, flash mob, speaker’s corner, presidi mattutini e piazze tematiche, azioni, assemblee pomeridiane. In molte città cortei e street parade dal tardo pomeriggio alla sera.

Iniziative mattutine ad Aosta, Catania, Livorno, Reggio Emilia, Roma, Siena, Torino.

Cortei e/o “passeggiate indecorose” mattutine anche a Brescia, Cagliari, Ferrara, Perugia, Roma, Venezia.

Iniziative nel pomeriggio a Imola, Malbergo, Pisa, Pistoia, Reggio Emilia, Roma, Torino, Viterbo.

Cortei e street parade iniziati tra le 15.30 e le 19.30 a Bari, Bergamo, Bologna che ha visto 10000 persone in piazza, Brescia, Catania, Cosenza, Fano, Ferrara, Genova, Grosseto, Jesi, L’Aquila, Latina, Lecce, Lucca, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Parma, Pisa, Reggio Calabria, Rimini, Roma, Salerno, Senigallia, Venezia, Verona, Vicenza.

In quasi tutte le città, in questo primo appuntamento post-elettorale che ha visto scendere in piazza corpi di ogni generazione, nativi e non, il #WeToogether, la presa di parola collettiva si è manifestata anche in un dissenso nei confronti delle retoriche securitarie e la violenza del razzismo, del fascismo e dell’omofobia imperante.

A Bologna tante/i docenti, ricercatrici e student@ hanno deciso di aderire alla mobilitazione promuovendo lezioni in Piazza Maggiore a partire dalle 9.30, per combattere la gerarchizzazione dei saperi e i meccanismi che generano il cosiddetto “soffitto di cristallo”. Numerose iniziative si sono susseguite al presidio tra spazio bimbi, laboratorio di musica/creazione di strumenti e le matrioske disegnate in piazza con attorno gli oggetti simbolo dal lavoro produttivo, riproduttivo, del genere e affettivo da cui si voleva scioperare.

In mattinata sono arrivati provocatoriamente in piazza, due consiglieri comunali del centrodestra: Lucia Borgonzoni della Lega e Marco Lisei di Fi. I due sono stati invitati ad allontanarsi, mentre la polizia formava un cordone tra loro e le manifestanti che a, a suon di cori: “Siamo tutte antifasciste!”, hanno portato avanti la contestazione fino a che i due non hanno lasciato la piazza. “Non Una Di Meno- si legge sulla pagina di Nudm Bologna – è nelle piazze da sempre a portare i propri contenuti antirazzisti antisessisti e antifascisti. La piazza non era aperta a nessun partito politico, soprattutto se portatore di politiche razziste, sessiste e omofobe”.

Dalle 18, un corteo cittadino con 10000 persone in piazza.

Pubblicato da Non Una Di Meno Bologna su giovedì 8 marzo 2018

A Bari, al termine della manifestazione, sei compagne di NonUnadiMeno Bari, a qualche isolato da Piazza Risorgimento – tappa finale del corteo – sono state accostate da alcuni funzionari della Digos quando ormai erano da sole e, con il pretesto di un fumogeno acceso in piazza, identificate. Non una di meno Bari ha preso parola contro la criminalizzazione dei movimenti e delle forme di dissenso: “ci troverete schierate, forti della sorellanza e della solidarietà che ci unisce.
Continuerete a sentire le nostre voci, a vedere i nostri corpi riappropriarsi di tempi e luoghi che volete negarci. Identificateci pure, noi nel frattempo facciamo la Storia!”.

Video del corteo a Genova.

Pubblicato da Centro Sociale Zapata Genova su giovedì 8 marzo 2018

A Latina un corteo meticcio, ricordando Alessia e Martina le due bambine uccise dal padre di professione carabiniere a Cisterna e abbracciando idealmente la loro mamma. Una manifestazione organizzata da Non Una Di Meno Latina, Seicomesei, Centro Donna Lilith e dal Collettivo Cigno Rosso che si è avviata in silenzio e nel cordoglio, ed è continuata in un lieve crescendo di suoni (c’era stato l’invito a portare in piazza pentole e coperchi), “perché dal silenzio si alzi pian piano un rumore, sempre più forte e sonoro che esprima tutta la nostra rabbia e dolore!”.

Nelle Marche, dal nord al sud della regione, da Fano a Senigallia, da Jesi a Macerata, in piazza contro la violenza di genere e contro la strumentalizzazione razzista e fascista che viene fatta sui corpi delle donne e che ha avuto il suo apice nei fatti di Macerata dello scorso mese.

Le Marche si sono unite sotto lo slogan: “Le strade sicure le fanno le donne che le attraversano”, intercettando la rabbia delle tantissime donne che hanno deciso di riprendersi la data dell’8 marzo.

"Le strade sicure le fanno le donne che le attraversano"#senigallia #lottomarzo #movimentodonne

Pubblicato da Spazio Autogestito Arvultùra su domenica 11 marzo 2018

A Fano circa 150 persone, donne di ogni generazione ma non solo, si sono unit@ alla passeggiata notturna lanciata dal collettivo Sisters on the block.

Si è scelto di dare inizio alla passeggiata da un luogo che in città è stato reso “simbolo” di quella narrazione del degrado e del pericolo che vorrebbe tenere le donne chiuse in casa. Ma, è stato ribadito che: “in casa non ci stiamo ed insieme a noi tante altre che si sonno riversate nelle strade per dare una direzione contraria a quella narrazione tossica fatta di pericoli e paure”.

Passeggiata notturna dell'8 marzo – molestie sul lavoro

L'intervento sul tema delle molestie sessuali sul luogo di lavoro, durante la passeggiata notturna dell' #8marzo a #Fano

Pubblicato da Sisters on the block Fano su giovedì 8 marzo 2018

A Milano la mobilitazione è iniziata dalle ore 9.00, sotto la sede di Condé Nast a Piazzale Cadorna, con un’azione comunicativa in cui si è posto l’accento sulla violenza economica, la precarietà, lo sfruttamento, le molestie e le discriminazioni sul luogo lavoro. Si è manifestata vicinanza alle cinque lavoratrici presso il colosso dell’informazione Condè Nast (Vogue, Vanity Fair, The New Yorker, GQ, Wired, etc…) che proprio l’8 marzo sono state messe in cassa integrazione (imposta) a zero ore e nella giornata sono scese in piazza.

#2018M é iniziato il corteo studentesco e delle lavoratrici!Le giornaliste e i giornalisti di Condé Nast, da oggi in cassa integrazione a zero ore, scioperano e sono in piazza con noi. A loro tutta la nostra solidarietà: siamo al vostro fianco!#wetoogether #lottomarzo #noiscioperiamo

Pubblicato da Non Una Di Meno – Milano su giovedì 8 marzo 2018

Dalle 9.30, un grande corteo ha inondato e colorato la città. Volti di tutte le età, tantissime/i studentesse e studenti in piazza con striscioni e cartelli al grido di #WeToogether, mentre molte persone dalle finestre esprimevano solidarietà lungo le vie.

A Padova, nella mattina assemblee sindacali, banchetti informativi davanti a Palazzo Moroni con il Centro Donna Padova Auser e raccolta delle scatole della campagna “È successo anche a te?” sparse per tutta la città. Corteo cittadino al grido di: “Tutte insieme facciamo tempesta. #WeToogether per il reddito di autodeterminazione”.

A Pisa, presidio mattutino sotto al Tribunale, per denunciare la vittimizzazione delle donne che spesso avviene in quella sede, in cui si consumano, sovente, riti processuali che vedono troppo spesso le donne vittime di stupro trasformate in “imputate”, con interrogatori feroci e colpevolizzanti. La giornata è continuata con un corteo mattutino rinominando la toponomastica di alcune vie e vestendo le statue con cartelli e drappi che rilanciavano lo sciopero e la mobilitazione del pomeriggio.

Alle 14.00 in Piazza Vittorio Emanuele si è tenuta la piazza tematica che anticipava il corteo; otto spazi informativi a rappresentare gli otto punti del Piano Antiviolenza. La scelta della piazza non è stata casuale: ci si è voluti riappropriare dello spazio che alcune settimane fa era stato militarizzato e reso inaccessibile per consentire il comizio razzista di Matteo Salvini.

Nel pomeriggio in 3mila hanno attraversato la città, al Provveditorato è stato appeso uno striscione che denunciava i mille ostacoli che vengono posti all’interno delle scuole per impedire di parlare di contraccezione, bullismo e omofobia. Le sedi dei quotidiani Tirreno e Nazione sono state tappezzate di manifesti che riportavano esempi della narrazione tossica con cui i giornali si approcciano alla violenza di genere. Sotto il Comune e sul Ponte di Mezzo sono stati esposti alcuni striscioni per denunciare la violenza istituzionale, l’emergenza abitativa ed economica e la militarizzazione delle strade.

A Napoli, in mattinata assemblee, blocco della didattica nelle scuole e iniziative e cortei all’interno dell’Università L’Orientale. La giornata è continuata con un presidio dentro e fuori il carcere di Poggioreale in sostegno alle donne trans imprigionate in un carcere maschile, per ribadire insieme alle donne trans all’interno, che questa istituzione è una violenza legittimata insostenibile.

Nel pomeriggio più di 2000 persone al corteo trans femminista, al grido di: “Le strade libere le fanno i femminismi che le attraversano”.

A Rimini, più di 300 persone nel corteo che ha percorso la città toccando punti simbolici dove si sono svolte alcune azioni creative. Si è parlato della libertà di movimento e rimarcato il concetto che l’unica città sicura è quella vissuta, attraversata dalle donne in piena libertà. Si è posto l’accento sulla questione abitativa – un cartello recitava: “Senza casa non posso amare” – e riaffermato il diritto alla casa con una azione sotto il comune dove sono state posizionate varie coperte con dentro le sagome delle matrioske a simboleggiare tutti i senza fissa dimora presenti in città. Sono spesso donne sole, infatti, coloro che vivono il dramma di uno sfratto, molto spesso conseguenza anche della denuncia di abusi e violenze subite dal proprio partner.

Una tappa si è data davanti all’Ufficio Immigrazione per denunciare tutte quelle politiche escludenti che ogni giorno subiscono i/le migranti e per ribadire la necessità del diritto ad un permesso di soggiorno per tutte/i e contro ogni forma di confine.

Nella giornata manifestata solidarietà al popolo kurdo e alle donne combattenti dello ypj.

Conclusione #StreetParade #Rimini #8Marzo #WeTooGetherNON UNA DI MENO

Pubblicato da Non Una Di Meno Rimini su giovedì 8 marzo 2018

A Roma la giornata è iniziata la mattina all’Università La Sapienza dove le studentesse hanno calato un lungo striscione dal rettorato che recitava: “contro un sapere neutro e sessista costruiamo l’università femminista”. In un centinaio hanno attraversato la città universitaria e dato vita ad un flash mob con i cartelli fucsia #WeToogether davanti alla statua della Minerva.

La giornata è continuata in un presidio presso il Ministero del Lavoro, dove le donne hanno animato uno speaker’s corner contro le molestie e la precarietà.

Flash mob improvvisato al Ministero del Lavoro a Roma #WeToogether buono sciopero a tutte/i!

Pubblicato da NON UNA DI MENO su giovedì 8 marzo 2018

Poi hanno dato vita a un’azione di sanzionamento al vicino Hard Rock Cafe in Via Veneto, in cui da tempo si consumavano molestie sessuali ai danni di alcune dipendenti sotto il ricatto del rinnovo contrattuale. “Qui il passaggio dal #Metoo al #Wetoogether si è trasformato in pratica di solidarietà e di lotta comune”.

Azione davanti all'Hard Rock Cafe, dopo la denuncia delle due lavoratrici qui che hanno denunciato le molestie sul posto di lavoro

Pubblicato da Non Una Di Meno – Roma su giovedì 8 marzo 2018

L’appuntamento di Piazza Madonna di Loreto dalle ore 14.00 ha messo al centro le rivendicazioni del Piano femminista contro la violenza maschile e il ruolo di pratiche e spazi femministi nei percorsi di autodeterminazione e fuoriuscita dalla violenza. Ribadendo anche la necessità dei luoghi femministi, dei centri antiviolenza sotto attacco.
Tre anasuromai hanno attraversato la città: su le gonne nella mattinata alla sede rai di Viale Mazzini “non è la Rai”, poi al Foro Italico sotto l’obelisco di Mussolini “dilDux”, infine a Piazza Venezia alla conclusione del corteo.

Anasuromai sotto l'obelisco di Mussolini "dilDux"

Pubblicato da Non Una Di Meno – Roma su sabato 10 marzo 2018

Più di 20mila persone hanno attraversato la città da Piazza Vittorio alla Colonna Traiana.

La significativa presenza delle giovanissime si è accompagnata a una trasversalità generazionale che si riscontra in questo movimento femminista globale, in quanto spazio di confronto e di costruzione politica comune tra età ed esperienze differenti. Il corteo ha saputo parlare molti linguaggi, dando spazio a interventi, letture e performance che hanno rovesciato la vittimizzazione e rimesso al centro le vite e i corpi nella loro materialità e autodeterminazione sui temi del lavoro, della salute, dell’autodeterminazione, delle frontiere e della cittadinanza. È stata espressa solidarietà ad Afrin, con uno striscione srotolato in Via Cavour.

Il videobombing e le installazioni sui muri della città hanno segnato il passaggio del corteo, ricreando anche la forza dell’immaginario del movimento nella città.

Alla manifestazione hanno preso parte anche Asia Argento, Rose McGowan e Miriana Trevisan che hanno voluto essere in piazza con Non Una Di Meno per sostenere lo sciopero femminista e la solidarietà tra le donne contro le molestie attivata dal #Metoo: Sorella, io ti credo! Erano anche presenti le attrici firmatarie dell’appello Dissenso Comune che hanno sfilato alla manifestazione.

8 Marzo sciopero delle donne – Voci dalla piazza

SCIOPERO DELLE DONNE – LE VOCI DALLA PIAZZAhttps://www.dinamopress.it/news/lo-sciopero-globale-delle-donne-conquista-le-strade/A Roma oltre ventimila donne riempiono le strade per la manifestazione di Non Una Di Meno. Siamo andati in giro per il corteo per chiedere perché fossero in piazza oggi.VIDEO-RACCONTO DELLA MOBILITAZIONE: http://bit.ly/2tqKSna

Pubblicato da DINAMOpress su giovedì 8 marzo 2018

A Salerno, durante il corteo provocazioni sessiste e omofobe, talvolta anche aggressive, rivolte contro chi è sceso in piazza.

A Torino la mattinata è iniziata con blocchi e cortei in giro per il centro della città: mentre da piazza Castello ci si muoveva per portare in strada lo sciopero dal lavoro di cura, studentesse e studenti dell’università bloccavano in corteo le lezioni al Campus Einaudi invitando a unirsi allo sciopero. Nello stesso momento un gruppo di donne dello Spazio Popolare Neruda occupava la sede dei servizi sociali per denunciare il peso di una violenza economica e istituzionale fatta di quotidiane umiliazioni, ricatti e giudizi. Durante quest’ultima iniziativa, si apprende dalla nota di Non una di meno Torino – agenti della Digos, strattonavano e spintonavano le donne presenti, senza risparmiare minacce e insulti: un atteggiamento violento conclusosi con il fermo di Loris, uno studente che stava partecipando alle iniziative della giornata e che alcune ore dopo è stato tratto in arresto con accuse deliranti e infondate. Vogliamo Loris libero subito!

Nel pomeriggio la marea femminista è tornata a inondare le strade di Torino: un corteo di più di 5000 persone ha attraversato le strade del centro da piazza XVIII dicembre fino a piazza Vittorio.

Nella giornata si è svolto un presidio sotto la caserma dei carabinieri di via Cernaia per denunciare le violenze in divisa e in alcune sentenze delle aule dei tribunali e anche un’ azione dello spezzone studentesco davanti ad un negozio H&M con uno striscione con scritto: “Il vero girl power non sta su una maglietta, ma nelle strade”.

A Verona vari tentativi di intralcio hanno accompagnato la giornata dell’8. Il giorno precedente  la Questura aveva comunicato – senza, peraltro fornire motivazioni – che “nessun ponte della città poteva essere attraversato”.

Verona vive in una situazione in cui recentemente numerosi consiglieri di maggioranza hanno proposto una mozione – non ancora approvata, ma, nei fatti in qualche modo già attiva – in cui si è chiesto alla giunta di impegnarsi a non concedere patrocini e spazi a quelle che vengono definite “associazioni di sinistra”.

“Il corteo dell’8 si è comunque dato e un ponte, riempito di corpi liberi e rivendicazioni di più diritti per tutte e tutti, è stato attraversato”.

Non una di meno Verona si dichiara a tornare ad occupare lo spazio pubblico, per prendere pubblica parola contro violenza domestica, istituzionale e mediatica.

Lo sciopero femminista è tornato a riaffermare la potenza della marea in più di 40 città italiane, malgrado le difficoltà prodotte dalla prossimità elettorale e dalle limitazioni imposte al diritto di sciopero. L’8 marzo non è un punto di arrivo ma un nuovo punto di partenza.

Ascolta alcuni audio e interviste dalle piazze d’Italia su Radiosonar.

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Foto gallery parziale tratta dalla pagina Non una di Meno