PRECARIETÀ

Strikers Declaration #08 – Stages e tirocini gratuiti? Basta!

La “terza missione” dell’Università, oltre alla didattica e alla ricerca, dovrebbe essere quella di facilitare la transizione tra la formazione superiore e il mercato del lavoro, mettendoli in comunicazione e favorendo la professionalizzazione dei laureati.

L’Italia è, da un lato, il luogo in cui il mercato del lavoro è di fatto chiuso alle giovani generazioni ed è contraddistinto da disoccupazione di massa, bassi salari ed altra precarietà in entrata e in uscita, mentre, dall’altro lato, il paese in cui il sistema universitario pubblico è da decenni definanziato e dequalificato. Studiare costa sempre di più, e garantisce sempre di meno la possibilità di aspirare ad un lavoro dignitoso.

In questo contesto, la “terza missione” dell’Università si è di fatto tramutata – negli ultimi anni – nel fatto che quasi tutti i percorsi formativi universitari prevedono alcuni crediti da ottenere attraverso uno stage o un tirocinio obbligatorio e gratuito. Quasi sempre, questo stage o tirocinio obbligatorio consiste in una vera e propria odissea da fronteggiare prima della laurea.

In primo luogo, i servizi di intermediazione degli Atenei sono praticamente inutili, giacché contengono un numero ridicolo di offerte di stage o tirocini, a fronte del fatto che invece ogni singolo studente iscritto dovrebbe svolgere un’attività di questo tipo: il che comporta che chiunque si voglia laureare deve necessariamente cercarsi da solo, chissà con quali canali o quali conoscenze, un’azienda o un ente presso il quale svolgere il tirocinio e portare a casa quel mucchio di inutili CFU.

In secondo luogo, spesso i tirocini e gli stage curriculari svalorizzano le competenze e non hanno alcun contenuto formativo: la figura sociale dello stagista addetto a fare le fotocopie per il capetto di turno è ormai diventata ricorrente e tristemente verosimile nell’immaginario collettivo. Si tratta molto spesso di tempo perso in attività che non insegnano nulla e che non danno alcuna possibilità concreta di lavoro.

In terzo luogo, a volte stagisti e tirocinanti vengono utilizzati al posto dei lavoratori per svolgere mansioni che non gli spettano per le quali non sono pagati. Nei rari casi in cui i tirocini e gli stage si rivelino almeno parzialmente formativi, la condizione in cui ci si ritrova è quella di ipersfruttamento e svalorizzazione personale.

È inaccettabile che in Italia le Università pubbliche per prime promuovano il lavoro servile, svalorizzato e sottopagato e addestrino alla precarietà nel mercato del lavoro. Per questo poniamo ai Dipartimenti, agli Atenei, alle Regioni e al Ministero alcune istanze imprescindibili.

1. Rivendichiamo che i tirocini e gli stage curriculari siano retribuiti. La legge 92/2012 ha imposto che gli stage extracurriculari, ovvero quelli da svolgersi entro 18 mesi dal conseguimento della laurea, devono necessariamente essere retribuiti, e il tetto minimo di retribuzione è fissato dalle Regioni (tra €300 e €600, peraltro senza alcuna indicazione rispetto alle ore effettive di lavoro). Non c’è nessun motivo per cui agli studenti debba essere riservato un trattamento diverso da quello dei laureati. Per questo, chiediamo l’equiparazione degli stage curriculari obbligatori a quelli extracurriculari.

2. Rivendichiamo che gli stage e i tirocini non siano obbligatori in nessun piano di studi. Ovviamente alcuni percorsi formativi (scienze naturali, medicina, infermieristica, archeologia, molti altri) necessitano di una parte di formazione “sul campo”. Eppure, ogni facoltà e ogni dipartimento possiede delle sue specificità, da analizzare e valorizzare. Per questo chiediamo che sia eliminata l’obbligatorietà del tirocinio in tutti i percorsi formativi, e che sia possibile scegliere liberamente se conseguire alcuni CFU in attività di tirocinio o stage retribuito, oppure attraverso altre attività formativa a scelta (seminari, corsi, eccetera).

3. Rivendichiamo che sia riconosciuto e retribuito il lavoro gratuito svolto dagli studenti dentro le università: che siano le ore obbligatorie nei laboratori o le analisi dei dati per le ricerche dei professori, le ricerche e gli studi per le tesi sperimentali o gli scavi nei siti archeologici, gli studenti svolgono dentro e per le università una mole gigantesca di lavoro altissimamente qualificato. Pretendiamo che questo lavoro venga riconosciuto in quanto tale e che venga pertanto retribuito anche prima della laurea.

4. Rivendichiamo forme di welfare indiretto per chi svolge stage o tirocini curriculari. Spostarsi nella città, pranzare e cenare sempre fuori casa, acquistare e tenere aggiornati strumenti utili al lavoro, pagarsi privatamente le assicurazioni: lavorare costa, specialmente quando si lavora gratis. Per questo, chiediamo che agli studenti che svolgono gli stage o i tirocini previsti dal piano di studi vengano accordate prestazioni di welfare indiretto quali l’esenzione dalle tasse universitarie per il semestre di riferimento, l’agevolazione nelle mense universitarie a prescindere dal reddito, la gratuità dei trasporti pubblici, eccetera.

STAGE E TIROCINI GRATUITI

NON SONO AUTOVALORIZZAZIONE,

SONO SFRUTTAMENTO!

#lavorarecosta #iononlavorogratis