EUROPA

Il 19 marzo a Parigi una marcia per la dignità e la giustizia

Il 19 marzo a Parigi si terrà la “Marcia per la dignità e la giustizia”, promossa dalle famiglie delle vittime della polizia, per denunciare i costanti abusi che le forze dell’ordine compiono quotidianamente nei quartiers populaires

Domenica 19 marzo 2017 sfilerà per le strade di Parigi la “Marcia per la dignità e la giustizia” un appuntamento molto importante per le mobilitazioni che sono in corso in questo momento in Francia che Dinamo Press ha provato a raccontare e analizzare attraverso un lungo articolo di approfondimento “Le spectre de la ville – note sulle rivolta nelle banlieues”.

La marcia per la dignità e la giustizia, alla sua seconda edizione, è promossa dalle famiglie delle vittime delle violenze della polizia e denuncia le discriminazioni razziali che avvengono nei quartiers populaires, il razzismo di Stato (aggravatosi con la dichiarazione dello stato di emergenza) e le contraddizioni della politica interna ed estera dello stato francese. Convocata con l’appello che abbiamo deciso di tradurre qui di seguito, la marcia assume un significato particolare perché avviene nei mesi della campagna elettorale per le elezioni presidenziali previste nella primavera ( il 23 aprile il primo turno e il 7 maggio il secondo); una campagna elettorale che ha riservato molti colpi di scena (l’affossamento di Manuel Valls alle primarie socialiste, l’affermazione di Hamon e infine lo scandalo giudiziario che ha coinvolto il candidato di centro destra Fillon) e sulla quale pende lo spettro del partito nazionalista e xenofobo del Front National.

La marcia si svolge inoltre a poco più di un mese dal caso di stupro avvenuto ai danni di Theò Lukaka, giovane di 22 anni, che ha riacceso l’attenzione in tutta la Francia sugli abusi delle forze dell’ordine dopo il movimento contro la loi travail e l’uccisione nell’estate di un altro giovane, Adama Traoré.

Invitiamo a far circolare l’appello, ad inviare le proprie adesioni (mailto:marche19mars@gmail.com) e a sostenere la marcia.

Il 19 marzo una marcia per la giustizia e la dignità

Uno al mese. È questo, in media, il numero dei padri, dei fratelli, dei figli che perdiamo a causa della brutalità delle forze dell’ordine. Una brutalità che prende diverse forme: dalle tecniche di pliage che conducono all’asfissia, ai pugni, i colpi di arma da fuoco o di taser, che nei peggiori dei casi, risultano mortali.

Da più di 40 anni, i nostri cari sono uccisi dallo Stato francese, dalle mani di quelli che vengono chiamati paradossalmente i “gardiens de la paix”. Da più di 40 anni, le mobilitazioni di chi chiede verità e giustizia per le vittime di queste violenze vengono criminalizzate mentre per i responsabili vale l’impunità più disgustosa.

L’accanimento giudiziario e politico contro la famiglia Traoré(1) alla quale esprimiamo tutta la nostra solidarietà, ne è la prova. Ogni volta è la stessa storia.

La repressione che colpisce noi, famiglie delle vittime, si è appesantita con lo stato di emergenza. Ogni abuso è diventato possibile, con una lunga serie di conseguenze tragiche. Non è più la polizia che si adatta alla legge, è la legge che si adatta alla polizia. E non siamo certo i soli a essere colpiti dal rinforzo dei dispositivi securitari e dalle violenze di Stato.

Nel 2015, il governo ha dichiarato una vera e propria guerra-interna : ha perseguitato i migranti e chi li ha difesi, proseguito la tradizionale persecuzione ai danni dei “neri“, degli “arabi” dei “rom” e più in generale la repressione dei quartieri popolari, preso di mira i “musulmani” attraverso misure totalmente arbitrarie quali perquisizioni, obblighi di firma e dimora e chiusura delle moschee. A questo si aggiunge la guerra sociale che Valls e i suoi sodali hanno portato avanti durante la mobilitazione contro la riforma del lavoro.

Di fronte alla resistenza dei quartieri popolari e del movimento sociale, abbiamo visto le violenze moltiplicarsi e intensificarsi fino a toccare segmenti di popolazione che fino a questo momento erano stati ancora risparmiati.

Gli attentati terribili che abbiamo vissuto nel 2015 e nel 2016 hanno contribuito a rinforzare il dispositivo securitario anche se sono la conseguenza diretta della politica di guerra che la Francia e i suoi alleati portano avanti all’estero. Lo Stato francese che si impone sempre con tutto il suo peso sui popoli dell’Africa, prolunga questa politica in medio oriente approvando l’occupazione della Palestina. La sua “lotta contro il terrorismo” assomiglia soprattutto ad un’aggressione permanente contro le popolazioni innocenti. È questo che tra le altre cose alimenta la crisi umanitaria dei rifugiati, cinicamente trattati come una minaccia potenzialmente “terrorista”. È il cane che si morde la coda: il clima di guerra interno permette di giustificare il controllo sempre più brutale della popolazione e consegna un mandato alle forze dell’ordine per agire liberamente ai danni di tutti coloro che non gli sono graditi e di tutti coloro famiglie delle vittime, manifestanti contro la “loi travail”, militanti dei quartieri popolari o della ZAD, che osano organizzarsi contro lo Stato, chiedere giustizia e affermare la propria dignità.

Siamo tutti coinvolti!

La campagna presidenziale non cambierà il panorama francese. Al contrario, ogni nuova dichiarazione è un insulto fatto alle nostre lotte, alle nostre preoccupazioni e alle nostre priorità.

• Perché non vogliamo sottometterci a un potere ingiusto e arbitrario

• Perché le parole “giustizia” e “dignità” per noi hanno ancora un senso

• Perché pensiamo che sia fondamentale organizzarci, insieme, per lottare contro la guerra fatta ai poveri, ai migranti, e a tutti i discendenti dei colonizzati.

Facciamo appello a tutt* coloro i quali si sentono coinvolti a raggiungerci nelle iniziative a venire e a partecipare alla marcia per la giustizia e la dignità che si terrà il 19 marzo 2017 a Parigi. Contro la hogra(2), contro l’umiliazione, contro il razzismo e contro le violenze della polizia, contro le guerre vigliacche svolte in nostro nome contro delle popolazioni innocenti.

Ritroviamo speranza, unità e forza per lottare compatti nel nome della giustizia e della dignità.

Prime famiglie dei firmatari:

Famiglia di Lahoucine Ait Omghar – Famiglia di Amine Bentounsi – Famiglia di Hocine Bouras – Famiglia di Abdoulaye Camara – Famiglia di Lamine Dieng – Famiglia di Wissam El Yamni – Famiglia di Amadou Koumé – Famiglia di Mourad Touat – Famiglia di Ali Ziri – Famiglia di Jean-Pierre Ferrara – Famiglia di Rémi Fraisse – Famiglia di Babacar Gueye –

Con il sostegno di: Comité Vérité et Justice pour Lamine Dieng – Comité Vérité et Justice pour Mamadou Marega – Comité Vérité et Justice pour Abou Bakari Tandia – Collectif Vérité et Justice pour Babacar Gueye –

Signatures collectives

Action-antifasciste Paris-Banlieue (AFA) – ACTIT (Association culturelle des travailleurs de Turquie) – AG de la fac Rennes 2 – Alternative Libertaire (AL) – Act up sud ouest – AAA (Association Autodéfense et Autonomie) – Assemblée Citoyenne des Originaires de Turquie (ACORT) – Association Black is really beautiful – Association Chahut – Association contre le racisme (ACOR, Suisse) – Association citoyenneté active (Chauny) – Association Égalité Toulouse Mirail – Association pour l’Intégration et l’Invention Républicaines (AIIR) – Association Femmes plurielles – Association KÂLÎ – Association de lutte contre l’islamophobie et les racismes (ALCIR 20eme) – Association Thalès (Nice) – Association des Travailleurs Maghrébins de France (ATMF) – ATMF Bas Rhin – Assemblée des Blessés, des Familles et des Collectifs contre les violences policières – ASTI Annonay – Brigade Anti Négrophobie (BAN) – Bruxelles Panthères – Calima – Candidatura d’Unitat Popular (CUP – Països Catalans) – Cases Rebelles – Cedetim/Ipam – Centre d’études postcoloniales de Lyon – CGT-Culture Cité Nationale de l’Histoire de l’Immigration – Confederacion General del Trabajo (CGT Espagne) – La Cip-IDF (Coordination des Intermittents et Précaires d’Ile-de-France) – CISPM (Coalition Internationale des Sans-Papiers et Migrants) – Collectif Acide – Collectif Agone – SKB (Union des femmes socialistes) – Collectif décolonial lyonnais – Collectif FéminismeS de Rennes 2 – Collectif pour l’avenir des foyers (Copaf) – Collectif enseignant pour l’abrogation de la loi de 2004 (CEAL) – Collectif Interquartiers 49 – Collectif James Baldwin – Collectif Parisien pour la Protection des Jeunes et Mineurs Isolés Étrangers (CPMJIE) – Collectif Ni Guerres ni état de guerre – Collectif R comme… – Le CRED (Collectif Racisé-e et Décolonial) – Collectif Touche pas à mon intermittent.e – Collectif 20ème solidaire avec les migrants – Comité Anarchiste Paris 7 – Comité contre les violences policières à Pantin – Comité de soutien Justice pour Théo et tous les autres (université Paris3) – Coordination des Groupes Anarchistes (CGA) – Comité ZAD de Rennes – Convergence Citoyenne Ivryenne (CCI) – Coopérative écologie sociale – CRI Rouge – CSP75 (Coordination 75 des Sans-Papiers) – D’ailleurs nous sommes d’ici” 67 (DNSI) – Désarmons-les! – DIDF (Fédération des Associations des Travailleurs et des Jeunes) – DIEL (Droits Ici Et Là-bas) – Do The red things – DNSI37 – Emancipation Tendance intersyndicale – FASTI – La Fédération des Tunisiens pour une Citoyenneté des deux Rives (F.T.C.R.) – Fédération SUD-PTT – Féministes Femmes Racisées Antispécistes (FFRA) – Femmes en lutte 93 – Filles et Fils de la République – Fondation Frantz Fanon – Front antiraciste alsacien – Front Populaire de Turquie et DEV-GENÇ (jeunesse révolutionnaire de Turquie) – FUIQP – FUIQP (Saint Etienne) – Historical materialism (Toronto) – Groupe anarchiste Alhambra – Groupe Antifasciste Lyon et Environs – Identité plurielle – IJAN (Argentina) – IJAN International – La Cabane juridique – Les Indivisibles – Islamic Human Right Commission (IHRC) – Jeunesse ambitieuse de Bobigny – Les copines de science po Strasbourg – Les habitants des la ZAD de Notre Dame des Landes – L’intersection – LKP – Libertaires contre l’islamophobie – London Campaign Against Police and State (Grande-Bretagne) – Marche des Femmes pour la Dignité (MAFED) – Mwasi – Organisation Communiste Libertaire (Paris) – New socialists (Toronto) – Ontario Coalition Against Poverty – MDDM (Mouvement pour la Dignité et les Droits des Maliens) – Nouveaux Cahiers du Socialisme (Montréal) – Nouveau Parti Anticapitaliste (NPA) – Nouvelle Voie Anticoloniale – Nuit debout Rennes – NUS Black Students Campaign – OCML Voie prolétarienne – Organisation de femmes Egalité – Osons causer – Paris Against Trump – Paris Debout – Parti communiste des ouvriers de France (PCOF) – Parti pirate – P.H.A.R.E. pour l’égalité – Plateforme de la voix des prisonniers – Parti des Indigènes de la République (PIR) – Pas sans Nous – Pas sans nous (Bouches du Rhônes) – Pride de nuit – Réseau d’Etudes Décoloniales – Réseau pour une gauche décoloniale – Revue Contretemps-Web – Le Seum collectif – Socialist Project (Toronto) – Solidaires étudiants (université Paris 3) – SolidaritéS (Suisse ) – Sortir du colonialisme – Sud CT Mairie de Saint Denis – SUD CT (93 Plaine Commune) – SUD (Collectivités Territoriales 93) – SUD éducation 93 – Tours Debout – Unef – Union Antiraciste et Populaire de Toulouse (UAPU31) – Union des Démocrates Musulmans de France (UDMF) – Union locale SUD/Solidaires (St Denis) – Union Juive Française pour la Paix (UJFP) – Union prolétarianne marxiste-léniniste (section de Paris) – UFCM – Urgence Notre Police Assassine (UNPA) – 350.org

Firme Individuali:

Hamé, du groupe La Rumeur (artista) – Kery James (artista) – Youssoupha (artista) – N.O.S (PNL) – Opal Tometi (co-fondatrice de Black Lives Matter et Executive Director of Black Alliance for Just Immigration-BAJI) – Eli Domota (LKP) – Medine (artista) – Boubacar Boris Diop (scrittore) – Oumar Diaw (attore) – Juliette Fievet (conduttrice ) – Melha Bedia (attrice) – Grand corps malade (cantante e regista) – Cut Killer (DJ) – Samy Naceri (attore) – Kiddam and the People (gruppo rap) –Youkoff (artista) –

E in ordine alfabetico:

Samy Amara (humoriste) – Yazid Amghar (boxeur professionnel, champion de France) – Sihame Assbague (militante antiraciste) – Djamel Atallah (marcheur de 83) – Boualam Azahoum (miliant, Lyon) – Ludivine Bantigny (historienne) – Elsa Bardeaux (maire adjointe de Villeneuve Saint Georges à la jeunesse et de la vie des quartiers) – Benaili Mounia (Conseillère Municipale PG Juvisy sur Orge) – Ben Amar Youssef (adjoint au maire Allones 72) – Mohamed Benkhelouf (maire adjoint à Aubervilliers) – Mohamed Ben Yakhlef, Insaf Chebaane, Omar Cheriguene (conseillers municipaux de Vileneuve Saint Georgges) – Judith Bernard (metteur en scène) – Olivier Besancenot (NPA) – Djamel Blanchard (co-président de PAS SANS NOUS) – Félix Boggio Éwanjé-Épée (revue Période) – Ahmed Boubeker (sociologue) – Rachid Bouchareb (réalisateur) – Alima Boumediene Thiery (avocate) – Houria Bouteldja (PIR) – Pierre Cours-Salies (Sociologue, professeur émérite Paris 8, Membre d’Ensemble !) – Gerty Dambury (écrivaine) – Christine Delphy (Féministe) – Rokhaya Diallo (auteure et réalisatrice) – Eva Doumbia (artiste) – Mireille Fanon Mendès-France (Fondation Frantz Fanon et experte ONU) – Patrick Farbiaz (Sortir du colonialisme) – François Gèze (Editeur) – Alain Gresh (journaliste) – Nacira Guénif-Souilamas (sociologue) – Hadj Chikh Haouaria (conseillère départementale 13) – Olivier Le Cour Grandmaison (universitaire) – Franco Lollia (BAN) – Frédéric Lordon (économiste) – Stella Magliani-Belkacem (La fabrique éditions) –Philippe Marlière (universitaire) – Madjid Messaouden (élu St Denis 93) – René Monzat (militant antiraciste) – Tariq Ramadan (professeur d’études islamiques et de philosophie et président de l’European Muslim Network) – Fabrice Riceputi (historien) – Océane Rosemarie (comédienne) – Philippe Poutou (Porte-parole du NPA) – Saadane Sadgui (Co-fondateur des JALB et du MIB) – Catherine Samary (Militante altermondialiste) – Maximilien Sanchez (conseiller municipal délégué à la jeunesse de Gentilly) – Anzoumane Sissoko (porte-parole de la CISPM) – Omar Slaouti (membre du collectif Ali Ziri), Odile Tobner (auteure de “Du racisme français) – Enzo Traverso (universitaire) – Françoise Vergès (politologue) – Marie-Christine Vergiat (Députée européenne, Front de Gauche) – Michaël Wamen (CGT Goodyear Amiens, condamné à 12 mois de prison avec sursis pour avoir défendu son emploi) – Catherine Wihtol de Wenden (universitaire) –

Firme Internazionali:

Jabir Puar (Associate Professor, Women’s and Gender Studies, Rutgers University, USA), Jin Haritaworn (professor, University of Toronto), Rabab Abdulhadi (Director, Arab and Muslim Ethnicities and Diasporas (AMED) Initiative, Race and Resistance Studies, San Francisco State University, USA) , Inderpal Grewal (professor, Yale University, USA), France Winddance Twine (professor, Sociology, University of California, Santa Barbara, USA), Minoo Moallem (professor, Department of Gender and Women’s Studies, University of California, Berkeley, USA), Sirma Bilge (Associate Professor, Sociology Department, Université de Montréal), Lisa Duggan (Professor of Social & Cultural Analysis, NYU, USA), Nelson Maldonado-Torres (Associate Professor, Latino and Caribbean Studies, and Comparative Literature, Rutgers University, New Brunswick, NJ USA), Paola Bacchetta (professor, Berkeley), Hatem Bazian (director, Islamophobia Documentation Center, and lecturer, University of California, Berkeley, USA), Huma Dar (Co-founder, Muslim Identities and Cultures, and lecturer, Race & Resistance Studies, Department of Ethnic Studies, San Fransisco State University, USA), Malkia Cyril (Black Lives Matter, Bay Area, California, USA) Dina M Siddiqi, (professor, Anthropology, BRAC University, Bangladesh), Cheba Chhachhi, Artist, New Delhi, India, Kavita Krishnan, women’s rights activist, Delhi, India, Carla Trujillo, novelist, also Assistant Dean, UC Berkeley, USA, Donna Murch, Associate Professor, Rutgers University, New Brunswick, New Jersey, USA, Ramon Grosfoguel, professor, UC Berkeley – Stefan Kipfer (York University, Canada) – Greg Albo, Professeur, York University, Toronto – Minoo Moallem, Professor, Department of Gender and Women’s Studies, UC Berkeley- Pratibha Parmar, Filmmaker & Associate Professor, Film. California College of Arts – Chela Sandoval, Professor of Chicano and Chicano studies, university of California, Santa Barbara – Inderpal Grewal, Professor, Yale University – Ruthie Wilson Gilmore, Professor and Director, Center for Place, Culture, and Politics, CUNY – Aadam Muuse (the NUS Black Students’ Campaign) –

Note:

1- Adama Traoré è stato ucciso dalla gendarmeria di Beaumont-sur-Oise il 19 luglio scorso, nel giorno in cui compieva 24 anni. La seconda autopsia effettuata sul suo corpo ne ha dichiarato la morte per asfissia, smentendo le falsità diffuse in un primo momento dagli organi di Stato. Da alcuni mesi, la famiglia e gli amici si sono riuniti in un comitato per chiedere verità e giustizia. Questo comitato ha organizzato numerose iniziative in tutta la regione parigina. La famiglia, in particolare la sorella Assa e due dei fratelli, Youssouf e Bagui, hanno ricevuto pressioni, minacce e intimidazioni dalle autorità, nel tentativo di indebolire la mobilitazione ampia e determinata che il loro impegno aveva prodotto. Assa è stata denunciata dal sindaco di Beaumont per aver dichiarato che il comune aveva scelto di schierarsi dalla parte delle forze dell’ordine e della violenza; per Youssouf e Bagui, incarcerati per alcuni disordini avvenuti dopo un presidio, sono state chieste pene spropositate e il divieto di dimora da Beaumont; una volta cadute queste accuse infondate, Bagui, testimone chiave del fermo di suo fratello Adama è stato nuovamente incarcerato pochi giorni fa (28 febbraio) con l’accusa di tentato omicidio ai danni di persona depositaria dell’autorità pubblica. E’ evidente come queste mosse siano del tutto pretestuose e mascherino in realtà il tentativo di spezzare le reti di solidarietà che si sono create intorno alla famiglia riducendo al silenzio le tante voci che in questi mesi si sono unite al grido di Verità e Giustizia

2- Hogra è una parola che deriva dal dialetto algerino; indica il disprezzo, l’oppressione, l’abuso di potere, arbitrario e violento, che le autorità mettono in atto in totale impunità nei confronti della popolazione. E’ una parola che ben descrive il rapporto fra la popolazione dei quartieri popolari e le istituzioni della République, mettendone in luce la continuità del carattere coloniale.