PRECARIETÀ

Germania, il Block Black Friday dei precari di Amazon

Una settimana di azioni contro il colosso dell’e-commerce Amazon, proprio intorno al celebre Black Friday. Una coalizione di collettivi, sindacati e attivisti lancia la sfida alle forme di organizzazione, sciopero e sabotaggio nel capitalismo delle piattaforme. L’esperimento potrebbe assumere presto una portata transnazionale.

Sotto lo slogan “Make Amazon Pay”, una coalizione di collettivi, sindacati, organizzazioni politiche tedesche ha lanciato la Aktionwoche (settimana di azioni) nella Repubblica Federale Tedesca contro il colosso dell’e-commerce di Seattle. Si parte il 20 novembre.

Nella chiamata verso il Block Black Friday si legge: «Siamo macchine, siamo robot. È come se ci si volesse incatenare a uno scanner. Non possiamo pensare con la nostra testa. Forse non possiamo pensare a noi stessi come esseri umani». E da questo punto di vista soggettivo in cui è riassunto lo switch tra capitale fisso e forza lavoro per mezzo della produttività imposta da Amazon, è partita la razionale pianificazione del blocco dei flussi, della distribuzione, della logistica, dei magazzini, del web.

La saldatura tra analisi sulla cosiddetta Industria 4.0 e sul capitalismo digitale (che è stato il tema, un anno fa, dell’ultimo congresso federale dell’alleanza Ums Ganze, che ha lanciato l’Aktionswoche) e l’autorganizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori, ha prodotto una mobilitazione che potrebbe diventare un modello efficace di lotta in quel gigantesco snodo logistico al centro del continente che è la Germania. Se a questo uniamo la componente migrante, che rappresenta la quasi totalità della composizione di lavoratrici e lavoratori nei magazzini tedeschi di Amazon, l’esperimento potrebbe porsi come un esempio di conflitto il cui bilancio può essere utile nella risignificazione del concetto di sciopero transnazionale. Nelle ultime settimane, inoltre, si sono i alla promozione dell’Aktionwoche contro Amazon il sindacato anarchico FAU e i lavoratori e le lavoratrici di Deliveroo e Foodora di Vienna e Berlino, che scenderanno in piazza proprio nei giorni della settimana.

E infatti la chiamata coinvolge i diversi magazzini sparsi sul territorio tedesco in una coalizione che proverà a bloccare la logistica dei flussi in uscita e rallenterà il più possibile la produttività del sito che detiene, nel paese più industrializzato d’Europa, quasi il monopolio delle vendite online.

Per varie ragioni, prima fra tutte la torsione autoritaria imposta dal Ministro degli Interni federale seguita ai fatti del G20, gli eventi che puntelleranno la settimana sono comunicati in corso d’opera e se ne conosce solo una parte.

Il centro della settimana sarà il Black Friday, il 24 novembre a Berlino con il blocco del magazzino di Amazon Prime sulla centrale Kurfürstendamm. Amazon sta sperimentando da circa un anno una modalità istantanea di consegna delle merci attraverso un abbonamento “Prime”. Nel giro di qualche ora a Berlino i detentori di un abbonamento Prime possono acquistare dal loro smartphone moltissimi prodotti (compreso cibo, bevande, ecc…), che vengono loro recapitati quasi istantaneamente. Questa sperimentazione che coinvolge la metropoli berlinese, prima in Europa, si basa sull’utilizzo in un magazzino senza insegne esterne e seminascosto alla vista nel cuore della città, in cui lavorano rifugiati politici appena arrivati in Germania (recentemente è stata approvata una legge che prevede la possibilità che i rifugiati durante il primo anno in Germania siano retribuiti meno del salario minimo intercategoriale voluto dalla Grosse Koalition).

La città di Berlino con i mezzi pubblici puntualissimi, il traffico ridotto e la fitta rete di consegne possibili in bicicletta fa il resto (non a caso le start up di consegna cibo Deliveroo e Foodora nascono a Berlino). Durante questo blocco il magazzino a monte di quello sulla Kudamm – che si trova poco fuori città, a Poznan – sarà bloccato dai lavoratori del sindacato polacco Inicjatywa Pracownicza (molti lavoratori nei magazzini Amazon in Germania sono polacchi semipendolari e molti magazzini sono nei territori dell’ex DDR), cui per la legge tedesca non viene riconosciuto il diritto allo sciopero. Durante l’azione al magazzino di Poznan sarà creato un collegamento con il magazzino di Amazon Prime. Durante il Black Friday altre azioni interesseranno i grandi hub logistici di Amazon a Lipsia e Francoforte.

Durante la settimana, inoltre, sono previste iniziative, blocchi e azioni a Monaco di Baviera e nella Ruhr sui temi che riguardano il data mining dei signori della Silicon Valley e incontri sul tema della logistica dei flussi del capitale (interessante su questo il contributo di TopB3rlin dal titolo “Amateurs study strategy, professionals study logistic”). Diversi, inoltre, i gruppi di hacktivisti interessati alla settimana di azioni che hanno comunicato interesse nel bloccare i flussi di data e i siti su cui Amazon (ma anche Deliveroo e Foodora) poggiano la propria infrastruttura digitale.

Per tutti gli aggiornamenti su azioni, eventi e analisi gli hashtag da seguire su Twitter sono #makeamazonpay e #blackfriday.

Da lunedì 20 a domenica 26 novembre ciò che accadrà in Germania intorno al capitalismo delle piattaforme potrebbe essere un fondamentale passaggio per comprendere, immaginare e progettare uno sciopero transnazionale all’altezza del capitalismo contemporaneo, quello che portiamo ogni giorno nella tasca della giacca con il nostro smartphone.