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Casapound a lezione dai nazisti greci

Venerdì 29 novembre Casapound Roma ospiterà nella sua sede centrale due esponenti del partito nazista greco: Apostolos Gletsos, parlamentare di Alba Dorata, e Kostantinos Boviatsos, membro di Alba Dorata e di RadioBanderaNera Hellas.

Già alcuni giorni fa, i sedicenti “fascisti del terzo millennio” avevano dimostrato pubblicamente la loro solidarietà ai nazisti dell’altra sponda dell’Adriatico, esponendo un’enorme bandiera greca su via Napoleone III, nel quartiere multietnico di Piazza Vittorio, poco dopo l’esecuzione di due albadorati ad Atene.

Venerdì 29 novembre Casapound Roma ospiterà nel suo covo centrale due esponenti del partito nazista greco: Apostolos Gletsos, parlamentare di Alba Dorata, e Kostantinos Boviatsos, membro di Alba Dorata e di RadioBanderaNera Hellas.

Già alcuni giorni fa, i sedicenti “fascisti del terzo millennio” avevano dimostrato pubblicamente la loro solidarietà ai nazisti dell’altra sponda dell’Adriatico, esponendo un’enorme bandiera greca su via Napoleone III, nel quartiere multietnico di Piazza Vittorio, poco dopo l’esecuzione di due albadorati ad Atene.

Nel frattempo erano apparsi striscioni di solidarietà all’Olimpico..

… e di fronte al consolato greco di Firenze. Quest’ultima “azione” a firma anche di Casapound Italia.

L’incontro “Alba Dorata, le ragioni del popolo greco”, dunque, costituisce uno dei passaggi di riavvicinamento dei neofascisti italiani ai nazisti greci. Un processo che va letto all’interno delle (poco fortunate) vicende recenti dei seguaci di Iannone.

Negli ultimi anni, infatti, i rapporti tra Casapound e Alba Dorata non sembrano così intensi, come invece tra gli stessi greci e Forza Nuova. Casapound vuole differenziarsi dallo stile vecchie maniere del gruppo di Michaloliakos, anche perché tenta di cucirsi addosso una maschera “democratica”: invitano parlamentari del PD a parlare di omofobia nel loro covo, con l’obiettivo di provare a legittimarsi di fronte a un pubblico più vasto dei rimasugli neofascisti; iniziano a lavorare nelle scuole e provano ad avvicinarsi ad alcune università, tentando addirittura di infiltrarsi nel movimento studentesco dell’Onda (2008) – probabilmente su ordine della questura – prima di essere picchiati e cacciati da Piazza Navona; fanno finta di avere attività sociali e solidali.

Diverse scelte recenti, però, li colpiscono tra capo e collo, distruggendo le loro basi di consenso. Per esempio, le relazioni più o meno esplicite con alcune parti del Pdl e l’appoggio aperto alla giunta Polverini, travolta dagli scandali e dalla corruzione.

Lo 0,65% delle ultime elezioni regionali deve aver fatto parecchio male e deve aver prodotto alcuni cambiamenti nelle linee di intervento politico e di propaganda del gruppo. Il moderatismo non paga, avranno pensato i camerati di via Napoleone III. Finiti presto i sogni di grandezza, dunque, ecco ritornare i vecchi simboli e le vecchie ideologie, nascoste solo per alcuni anni, in un nuovo tentativo di legittimazione, quantomeno presso il popolino neofascista.

I morti fanno sempre comodo per rinsaldare un gruppetto e costruire immaginario. Tanto meglio se sono di altri. Ecco allora che i casapaundisti iniziano a “fare quadrato” e a moltiplicare le dimostrazioni di affetto e solidarietà ai nazisti greci, dopo che per tanto tempo erano stati solo degli scomodi vicini, dalla faccia e dalle mani troppo sporche.

Dai nazisti di oltreadriatico i casapaundisti nostrani tentano anche di importare una pratica di intervento politico: quella di nascondersi dietro presunti “Comitati di quartiere”, animati da presunti (e spesso finti) “cittadini indignati” a causa del degrado e dell’immigrazione. Pochi giorni fa una “manifestazione” fascista ha provato ad attraversare, senza troppo successo, le strade del quartiere di Piazza Vittorio. Forse nel tentativo di scimmiottare quello che gli albadorati hanno fatto ad Aghios Panteleimonas, zona centrale di Atene trasformata attraverso la propaganda e le violenze razziste nel fortino di Alba Dorata. Non è la prima, e non sarà certo l’ultima, delle “manifestazioni anti-degrado” attraverso cui i neofascisti tentano di ottenere visibilità e costruirsi agibilità all’interno di alcuni quartieri.

Mentre i subumani di Forza Nuova si danno ai “bangla-tour” – coraggiosi raid in cui 4/5 energumeni attaccano un ragazzino nato fuori dall’Italia – viene da chiedersi quali mosse hanno in testa i casapaundisti. Magari se la prenderanno anche loro con i migranti, magari con i rom, per giocare il ruolo che li contraddistingue ovunque e da sempre: quello dei servi, utili solo a innescare guerre tra poveri nei momenti di maggiore tensione sociale.

Forse invitano i nazisti greci per farsi dare un po’ di dritte. Vediamo allora chi sono i 2 personaggi che venerdì parleranno a via Napoleone III. Di Kostantinos Boviatsos non si sa molto, a parte che collabora con RadioBandieraNera Hellas. L’omonimia con la radio dei casapaundisti non sarà certo un caso. Comunque, non deve trattarsi di un personaggio particolarmente in vista. Su Apostolos Gletsos, invece, abbiamo trovato qualcosa.

È un parlamentare di Alba Dorata, eletto nella regione di Fthiotida. Ama raccontare che milita da 18 anni nel partito nazista. È balzato agli onori delle cronache per il consiglio comunale di Lamia del 10 aprile 2012, quando, scortato dai suoi uomini, è intervenuito per illustrare le posizioni della sua banda riguardo alla costruzione di un campo di concentramento per migranti. Dopo questa proposta, fatta sotto le mentite spoglie del “cittadino indignato” (!), Gletsos e i suoi sgherri hanno lasciato l’aula, non senza omaggiare i presenti con il saluto nazista. In una sua intervista al giornale “Proto Thema”, l’albadorato dice di occuparsi di lumache e lavori agricoli. Sogna che un giorno la sua regione abbia una produzione autosufficiente di lumache. Autarchia portaci via! A parte il lavoro, Gletsos ha anche degli hobby: la musica in particolare. È il chitarrista degli Hellenik Stompers, che nel 2007 pubblicano il loro primo disco: “Dimios”, cioè “Boia”. Tra i pezzi di culto della band ricordiamo: “Ellinikà SS” e “White Europe”.

Quali saranno le “ragioni del popolo greco” di cui questi personaggi possono parlare? Ma soprattutto.. a quale popolo si riferiscono? Forse a quello che li ha buttati in acqua a Creta, che li ha cacciati dalle università e dai luoghi di lavoro, che li attaccati sulle strade e nelle piazze. Forse alle centinaia di migliaia di persone scese in strada dopo l’omicidio di Pavlos Fyssas per dimostrare, con i bastoni, le pietre e gli slogan, che in Grecia non c’è posto per i criminali di Alba Dorata. Le uniche ragioni di cui Gletsos e Boviatsos possono parlare sono quelle della Troika e del governo dei memoranda che, in un modo o in un altro, loro hanno sempre rafforzato e spalleggiato. Che dire? Queste cose i casapaundisti provano a farle già, al momento senza troppo peso…