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Brasile: chi è il nuovo presidente dopo il golpe istituzionale?

Dopo l’impeachment a Dilma Roussef l’incarico va a Michel Temer: un ritratto del presidente del nuovo governo, di cui diversi paesi latinoamericani non hanno riconosciuto la legittimità.

Brasile, Dilma: la democrazia, lato corretto della storia.

“La nostra grande missione, a partire da questo momento, è la pacificazione del paese, la riunificazione del paese, lo ripeto, è ciò che sto dicendo da tempo in quanto responsabile della vita pubblica nazionale. Devo dire che tutto ciò ha come conseguenza, accada quel che accada nel prossimo futuro, un governo di salvezza ed unità nazionale” Questo frammento di discorso, con il tradizionale appello golpista all’”unità” e alla “pacificazione” nazionale, potrebbe benissimo essere stato pronunciato la notte dell’11 maggio dopo la sospensione di Dilma Roussef. Ma non è così. Questa parole di Michel Temer sono state rese pubbliche lo scorso 11 di aprile, attraverso un audio di watsapp che è facilmente trapelato ed arrivato infine ai grandi media brasiliani.

L’attuale presidente in carica (per lo meno per i 180 giorni in cui si deciderà la sorte di Dilma Roussef) è il presidente più vecchio della storia del Brasile, nato a Tietè, nello stato di San Paolo nel 1940. Ha iniziato la sua carriera politica molto giovane, al fianco del governatore paulista Adhemar Pereira de Barros, famoso per lo slogan della sua cam,pagna elettorale “Adhemar ruba, ma fa” (Adhemar roba, pero hace!)

Nel 1986, con il ritorno della democrazia in Brasile, ha ricoperto la sua prima carica elettiva come parte dell’assemblea costituente. E’ stato deputato federale di San Paolo dal 1994 al 2010, quando divenne vicepresidente del Brasile data l’alleanza del suo partito, il Pmdb (Partito del Movimento Democratico Brasiliano) con il PT.

Il PMDB non governa, ma nessuno governa senza il PMDB

Il partito politico di Temer rappresenta un potere-ombra della politica brasiliana. Il suo ultimo presidente eletto, anche se per votazione indiretta, è stato Josè Surney, che ha governato ikl paese tra il 1985 e il 1990. Ma sia Cardoso, del Partto socialista democratico, che Lula e Dilma Roussef, del PT, hanno avuto come principale alleato il PMDB.

L’unico presidente che ha provato a rompere l’alleanza con questo partito nell’ambito di una grave crisi politica ed economica è stato Fernando Collor de Mello, e ha dovuto rinunciare nel 1992 a seguito di un impeachment. Da quella caduta di governo è arrivato il secondo, e fino ad ora ultimo presidente del PMDB, Itamar Franco. Come vicepresidente, ha orchestrato la rottura con il presidente e il successivo processo politico che lo ha portato alla presidenza. Michel Temer rappresenta la sua continuità. Attualmente il PMDB è il partito con più iscritti in Brasile: secondo le statistiche del 2012 ha quasi due milioni e mezzo di iscritti.Inoltre, governa sette stati e 1030 città ed ha 69 deputati e 18 senatori.

“Non si tratta tanto di stare al governo, quanto di garantire la governabilità. Nel corso del tempo, i vari piani utili per il paese hanno prosperato e sono stati approvati solo grazie al PMDB che ha garantito la governabilità. Abbiamo dunque prodotto benefici per questo paese”. Così ha descritto Temer, durante la campagna elettorale del 2014 per la rielezione di Dilma, la forza del suo partito.

Dal Lava Jato all’impeachment

E’ un fatto noto che nonostante i discorsi politici e mediatici che vanno in un’altra direzione che non ci sia alcun sospetto di partecipazione della presidenta costituzionale Dilma Roussef nel gigantesco scandalo conosciuto in Brasile come operazione Lava Jato che riguarda la corruzione da parte di funzionari e imprenditori in relazione ai contratti milionari con l’impresa petrolifera nazionale Petrobras. Diversa è la situazione di Temer. Il nome del presidente è stato menzionato da vari collaboratori di giustizia al Procuratore Generale: tanto i lobbisti Julio Camargo e Fernando Baiano, come l’ex senatore Delcidio de Amaral lo hanno chiamato in causa in diversi casi di illecito.

Un apagamento di 5 milioni di reales a Temer, da parte dell’impresa di costruzioni OAS, appare in un messaggio inviato da Eduardo Cunha, presidente-sospeso della Camera dei Deputati, a Jose Adelmario Pinheiro, uno dei condannati per lo scandalo chiamato Petrolao. Inoltre, il nome del presidente appare anche in relazione al pagamento di 40mila dollari in un libretto contabile trovato nell’ufficio del conglomerato Camargo Correa, rispetto a delle opere pubbliche nelle città pauliste di Praia Grande e Aracatuba. In base a queste denunce i deputati del PT hanno fatto richiesta al presidente della Camera – il già menzionato Cunha- affinché si apra un impeachment contro Temer. Nonostante questo sia avvenuto contemporaneamente alla richiesta di sospensione di Dilma, Cunha ha deciso di non dare seguito alla richiesta. Il Tribunale Federale Supremo avrebbe dovuto dare seguito, attraverso il presidente della Camera, alla denuncia contro temer per garantire un trattamento uguale a Dilma. Ma con Cunha fuori gioco, Dilma sospesa e il PMDB al potere, questa possibilità è ormai una chimera.

*Articolo pubblicato su notas.org.ar traduzione a cura di dinamopress.