editoriale

Sparigliare le carte, abbattere i confini

Il dibattito “mainstream” attorno ai flussi migratori e le sfide che abbiamo davanti.

Il dibattito mainstream attorno ai flussi migratori che sono riusciti a rompere, almeno per il momento, la gabbia sancita dagli accordi di Dublino, ha dimostrato tutti i limiti già ampiamente dimostrati negli ultimi anni. I ragionamenti più inquietanti arrivano puntuali, non solo dimostrando di non riuscire a cogliere gli elementi più importanti di quello che sta accadendo, ma assumendo un punto di vista passivo, attento agli aspetti di superficie e mai alla sostanza, altalenante e “isterico”.

“E’ stata una foto a cambiare l’Europa”, anzi no, “mostrare quella foto è stato vergognoso, un uso strumentale della morte di un bambino”. “ La Merkel è il demonio, sta accogliendo tutti per trasformarli in schiavi”, “La Merkel è la nuova fata turchina, ha mostrato il vero volto dell’Europa, anzi no, sta già chiedendo denaro in cambio dell’accoglienza, è solo un business”.

Evidentemente esistono degli elementi di verità in tutte queste affermazioni, manca però come sempre un punto di vista che renda i soggetti (migranti o autoctoni) protagonisti e attori delle trasformazioni, resta un’aurea di rassegnazione che restituisce il destino di migliaia e migliaia di uomini e donne a qualche complotto, qualche capriccio, qualche tonalità emotiva più o meno presente nel cuore dei potenti in quel momento.

La verità è che Angela Merkel non è la fata turchina nè Maga Mago’: la cancelliera incarna perfettamente il modo di intendere la politica in Europa. Immaginate un gigantesco foglio di calcolo, una pagina dove annotare più e meno, addizioni e sottrazioni: i migranti sono un costo economico, respingerli in maniera disumana può diventare un gravoso costo elettorale o un’operazione che soddisfa lo stomaco e i peggiori istinti che circolano nel continente. Bloccare i flussi è impossibile: non è un muro di filo spinato nè un governo fascista come quello di Orban a poter arrestare il desiderio di libertà e di una vita degna e questo non sfugge all’Europa e alla Germania.

I migranti Siriani hanno spostato il valore dei calcoli su questo gigantesco foglio, la mobilitazione diffusa dei cittadini austriaci e tedeschi ha mostrato come, al di là di ogni previsione, una politica di chiusura sarebbe stata pagata in maniera molto cara dalla cancelliera tedesca e dal suo partito. Una foto (ma serve una foto per rendersi conto della tragedia? A me no, a qualcun altro si, questa disputa lasciamola ai salotti buoni della sinistra annoiata) non ha cambiato l’Europa ma ha funzionato, forse, come scintilla per scompigliare le carte in tavola.

Mescolare i calcoli, spostare i segni più e meno su questo immenso foglio: questo è l’unico linguaggio che viene riconosciuto dalla politica europea oggi, ovvero dobbiamo diventare un costo. Deve essere costoso per loro chiudere le frontiere, respingere, ignorare chi arriva da lontano. Deve essere un costo per loro affamare popoli, imporre misure d’austerity, distruggere servizi e welfare, altrimenti nessun orco si trasformerà in fata turchina, nessun giornale piangerà lacrime di coccodrillo sui morti del mediterraneo, nessun politico andrà in televisione ad annunciare un cambio di rotta.

Forse sarebbe più interessante concentrarsi su questo: come cambiare completamente i numeri su quel foglio di calcolo, come essere protagonisti della trasformazione, come diventare talmente forti da prendere questo foglio tra le mani e strapparlo in mille pezzi. Nessun governatore diventerà buono per magia, nessun abominio verrà cancellato dalla buona volontà di chi comanda, dunque a voi la scelta: continuare a parlare di “complotti”, disquisire su una foto e sull’opportunità di pubblicarla, recitare come un rosario le solite battute del politico, più o meno commosso, a seconda dell’aria che tira, oppure marciare. Marciare al fianco dei rifugiati siriani da est, di tutti i migranti che attraversano il mediterraneo, che scappino da una guerra o dalla povertà, che cerchino pace o un lavoro. Non serve “carità”, servono incroci virtuosi tra le lotte, serve comprendere fino in fondo che la battaglia è quella degli ultimi contro i primi e riconoscersi finalmente come soggetti schierati dalla stessa parte: solo in questo modo sarà possibile abbattere per sempre la fortezza Europa.