ITALIA

«Sveliamo gli interessi economici che si celano dietro il Decreto Sicurezza»

Dietro la guerra senza quartiere contro le esperienze di solidarietà della società civile e la denigrazione delle politiche di sostegno per i rifugiati, sembra nascondersi qualcosa di più della sola propaganda anti-immigrazione da parte del governo giallo-verde: qualcosa come un nuovo grande sistema di gestione e sfruttamento privato dell’accoglienza, proprio quel “business” che sembrava essere l’obiettivo più vistoso della nuova compagine di governo.

A denunciarlo, il sit-in che si è tenuto oggi dalla rete Restiamo Umano davanti alla sede della società Ors a Roma. Secondo gli attivisti, supportati da un lungo e accorato Dossier curato dalla Rivista Valori.it e presentato il 29 gennaio alla Camera dei Deputati, le nuove disposizioni contenute nel famigerato Decreto Sicurezza relative alla riforma del sistema di accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo, spianerebbero la strada ad alcuni grandi soggetti privati messi ora nelle condizioni di poter lucrare sulla condizione dei migranti.

«Dal dossier emerge chiaramente l’intreccio di interessi di alcune società straniere, tra le quali la Ors che a luglio dello scorso anno ha preso la sede legale a pochi passi da questo presidio – dice al microfono marco, attivista della rete – Con il Decreto Sicurezza il sistema di accoglienza passa da una gestione concertata con i Comuni e le organizzazioni no-profit a una gestione prevalentemente basata sugli interessi privati. Si tratta di un grande trasferimento di denaro pubblico, controllato ora dai privati e dai prefetti. Non che prima il sistema funzionasse, ma con queste novità le esperienze virtuose che con tante difficoltà si erano fatte strade lasceranno campo libero ai grandi professionisti del settore».

Come si legge nell’appello di indizione del presidio, «la Legge Salvini sulla sicurezza, con il drastico ridimensionamento del sistema SPRAR (sistema basato sull’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo e dei rifugiati) e con la scelta di potenziare i grandi centri di accoglienza straordinaria CAS, ha aperto le porte agli “sciacalli dell’accoglienza”, grandi multinazionali straniere che stanno puntando a prendere in mano la gestione dell’accoglienza dei migranti in funzione dei propri profitti privati. Si tratta di tre holding del nord Europa: il gruppo privato svizzero ORS, la norvegese HERO e la tedesca Homecare».

Il sit-in di oggi si è dato appuntamento proprio davanti alla sede legale italiana della prima di queste holding, il gruppo Ors, nel quartiere romano Trieste. La società elvetica gestisce già da anni centri per migranti in Svizzera, Austria e Germania. «Grandi centri di massa, improntati al risparmio (almeno in apparenza) e orientati al profitto», sostiene il dossier di Valori.it. Travolta dagli scandali per la pessima amministrazione dei centri in Austria, accusata da Amnesty International di riservare ai migranti ospitati nelle strutture condizioni «disumane», la società ha scelto di investire sulla vicina Italia, dove questo governo sembra aver definito un nuovo sistema tagliato su misura per i suoi interessi.

 

 

 

Al presidio è intervenuta anche una giornalista della rivista Valori che ha elaborato il Dossier: «Le informazioni raccolte dimostrano che dietro la retorica neo-sovranista si nasconde una grande contraddizione: saranno delle grandi holding estere a gestire il controllo sociale in Italia». Inoltre, «gli effetti del Decreto Sicurezza stanno facendo crollare i circuiti economici che si erano sviluppati attorno agli Sprar, come vediamo nel caso di Riace. Questo sta distruggendo anche esperimenti di welfare circolare del tutto riusciti».

Secondo un ragazzo che parla dal microfono: «il fatto che attraverso il Decreto Sicurezza si apre ora la strada a grandi multinazionali che fanno ogni anno 99 milioni di euro di profitto sulla pelle dei migranti, smonta definitivamente la propaganda del ministro degli Interni. Salvini è l’amico dei ricchi, dell’alta finanza, non degli italiani poveri che non riescono ad arrivare a fine mese. Lo dico da studente, da italiano che deve lavorare duramente per sopravvivere: credo sia vergognoso aprire le porte a queste multinazionali e chiudere i porti a chi cerca una vita migliore fuggendo dalle guerre e dalla povertà».