Viva Dax libero e ribelle

Dieci anni dopo l’assassinio di Dax, 10mila persone a Milano.

Sono dieci anni ormai che Dax, Davide, non c’è più. Sono passati dieci anni da quella notte in cui si rincorrevano le telefonate da una parte all’altra della Penisola “hanno ammazzato un compagno a Milano”, ma come? Chi? Perché?, “sono stati i fascisti, lo hanno ammazzato a coltellate”. Così un paio di generazioni di attivisti hanno scoperto tutto insieme come in un brutto sogno che i fascisti uccidono ancora, che non hanno mai smesso di farlo. Di fronte avevamo e abbiamo da fronteggiare le organizzazioni neofasciste e le loro pratiche squadriste, assieme ad un più pernicioso fascismo sociale e culturale, cullato nelle curve degli stadi negli anni ’90 e poi radicatosi nei territori, dalle sonnolente e spietate provincie alle nostre metropoli. Un fascismo fatto di comportamenti, pregiudizi e luoghi comuni, “banalità”, istinti violenti e di sopraffazione verso il più debole. Un fascismo che nel settembre del 2006 ci ha portato via sulla spiaggia di Focene, litorale romano, Renato Biagietti anche lui ucciso con ferocia a coltellate. Di fronte abbiamo poi le pulsioni autoritarie, securitarie e xenofobe che hanno vissuto e vivono da 15 anni al governo del paese e di molte istituzioni locali, che hanno avvallato e coperto, quando non finanziato direttamente, le organizzazioni neofasciste in un intreccio di relazioni e parole d’ordine condivise che ha reso spesso “partiti di governo” ed “estrema destra” indistinguibili.

Quella maledetta notte di 10 anni fa abbiamo avuto poi la conferma che la mattanza genovese non era stata “un episodio”, ma aveva fatto emergere la cultura delle nostre forze dell’ordine, le pratiche che vivono tutti i giorni e le notti nei commissariati nelle caserme e che a volte emergono con lampi di terribile violenza. Quando i compagni di Dax arrivano all’ospedale San Paolo vengono aggrediti, insultati, inseguiti nelle corsie dell’ospedale e massacrati di botte dalle volanti di polizia e carabinieri arrivate sul luogo. Neanche il tempo, la possibilità di piangere, di capire, di stringersi vicini. Ancora una volta lo Stato Democratico, quello che ci dovrebbe tutelare e difendere, si intrinsecava in macchie di sangue rapprese su un pavimento, su un muro, come alla Diaz. Per i fatti di quella notte con la sentenza Cassazione lo Stato ancora una volta si è auto assolto, mentre due compagni sono costretti a versare allo stato 130mila euro (!).

Per ricordare Dax le realtà sociali e di movimento milanesi danno vita dal 15 al 17 marzo a tre giorni di manifestazioni, eventi culturali e momenti di lotta. Un anteprima c’è stata ieri all’Università Statale con una festa e un’incontro dal titolo “da Valerio Verbano a Dax, senza memoria non c’è futuro”, a cui hanno partecipato la Palestra Popolare Valerio Verbano e Horus Project da Roma. Per venerdì 15 in programma un corteo studentesco la mattina e in serata invece all’Area Grizzly (liberata apposta per l’occasione della tre giorni) un incontro internazionale con realtà antifasciste e di movimento da Grecia, Spagna, Germani, Russia e non solo. Sabato 16 il corteo nazionale che attraverserà tutta Milano dal centro, la partenza alle 15 in Piazza XXIV maggio, fino alla periferia. Un corteo caratterizzato da spezzoni di realtà sociali, dalla casa, agli studenti allo sport popolare, e che non sarà solo una manifestazione ma si caratterizzerà per azioni di lotta. La sera di sabato un concerto con 99 Posse, Assalti Frontali e tanti altri sempre all’Area Grizzly. Domenica 17 sarà invece la volta dello sport popolare quando dalle 10 al Parco Argelati si confronteranno atleti di tutte le palestre popolari.

Da Roma in tanti raggiungeremo Milano per la manifestazione di sabato e non solo, con i pullman, il treno o la macchina per dire ancora una volta: Viva Dax, libero e ribelle!

Per tutte le info e seguire la tre giorni:

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