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Venezuela: vince l’opposizione. Maduro: “rinascere dalle difficoltà”.

Nel futuro del Venezuela si avvicinano tempi convulsi. Dal 5 di gennaio l’opposizione, raggruppata nella MUD, avrà la maggioranza legislativa, una situazione che preannuncia possibili crisi istituzionali, Maduro chiama ad essere coscienti “perché dovremmo essere uniti quando si cercherà di imporre un piano controrivoluzionario”.

Passata la mezzanotte la Presidente del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), Tibisay Lucena, ha comunicato i risultati dei circuiti e degli stati: una tendenza irreversibile. Lucena comunica che il 74,25% degli aventi diritto al voto hanno partecipato alle elezioni, un po’ al di sotto della media delle ultime elezioni, ma ugualmente una cifra alta, considerando che il voto in Venezuela è volontario.

Ha anche detto che sono stati contati e trasmessi al sistema il 96% dei voti, con i quali già c’era piena certezza che l’alleanza di opposizione – un conglomerato di più di 20 partiti che vanno dal centro all’ultradestra – ha ottenuto 99 deputati, mentre il Gran Polo Patriottico (GPP), che riunisce 16 partiti che si identificano con il chavismo, 46. Restano ancora da assegnare 22 seggi, perché vari sono in ballo voto per voto, inclusi quelli delle tre circoscrizioni speciali indigene. Secondo i dati presentati, la Mesa de Unidad Democràtica (MUD) ha ottenuto 27 deputati per lista e 72 nominali (cioè nei circuiti regionali). Il GPP ha invece preso 22deputati di lista e 24 nominali.

Il CNE non ha fornito percentuali aggregate a livello nazionale, per quanto – sebbene abbiano un grande valore politico – non c’è una relazione diretta tra questo dato ed il numero di rappresentanti ottenuti. Senza dubbio, poco dopo, il presidente Nicolàs Maduro, ha comunicato che il chavismo ha ottenuto il 42% dei voti, che sarebbe coerente con la distribuzione dei voti di lista, mentre la MUS ha ottenuto un 10% in più dei deputati.

Lo scenario presente

Il risultato rappresenta un duro colpo alla Rivoluzione Bolivariana, non solo perché perde la sue seconda tornata elettorale in 17 anni (ed in 20 elezioni), ma anche perché a partire da questo momento si farà più acuto il confronto con la destra, che cercherà di approfittare della sua posizione nell’Assemblea Nazionale per accelerare la caduta del governo. Soprattutto tenendo conto che questo è ciò che ha provato a fare in tutti questi anni per mezzo di vari meccanismi, il più delle volte incostituzionali.

In questo scenario, non si può dimenticare il tentativo di golpe “alla paraguayana”, come quello che defenestrò Fernando Lugo nel 2012, o, come minimo, un logoramento tale del governo che lo forzi all’uscita con un referendum revocatorio.

Si apre così un’acutizzazione della polarizzazione tra entrambi i blocchi politici, che presumibilmente sarà segnata dagli stessi elementi che erano presenti nello scenario durante tutto il mandato di Maduro. Sarebbe a dire, dall’approfondimento del golpe economico – che ora ha la possibilità di estendersi anche alla sfera politico-istituzionale –, che si è dimostrato efficace, per ora, nel sottrarre potere al progetto bolivariano.

Non appena informato dei risultati preliminari, il presidente si è rivolto al paese, ha salutato tutto il popolo venezuelano e ha realizzato la sua analisi politica della situazione. Ha affermato che il voto dimostra che il sistema elettorale è perfetto, assolutamente affidabile e che non è mai stato in dubbio che, in qualsiasi circostanza, la Rivoluzione Bolivariana avrebbe riconosciuto i risultati, come ha sempre fatto. “Ha trionfato la Costituzione e qui siamo, in piedi, con la nostra morale intatta, con la nostra etica e con i nostri valori”, ha affermato

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“Abbiamo sempre riconosciuto i risultati, che fossero favorevoli o avversi”, nelle elezioni nazionali, regionali o locali, segnalando la nostre differenze con l’opposizione, che ha sistematicamente denunciato la frode nelle elezioni in cui non ha ottenuto successi. “La nostra vittoria è la pace, la nostra vittoria è la democrazia, la nostra vittoria è affrontare i conflitti nel nostro paese e risolverli tra venezuelani e venezuelane”, ha affermato. “Abbiamo sempre confidato nel nostro potere elettorale, abbiamo sempre confidato nel modo più assoluto nella vostra volontà, cari compatrioti”.

Ha anche enfatizzato quanto sia importante che, nonostante la destabilizzazione economica, il progetto bolivariano continui, ottenendo il 42% dei voti. “Il Venezuela ha subito una guerra brutale, ma, nonostante questi risultati avversi, sta qui in piedi, in pace”.

“Chiamo tutto il nostro popolo a riconoscere in pace questi risultati e a pensare e ripianificare molti aspetti della politica della rivoluzione, per perfezionarli, per renderli più rivoluzionari e più efficaci. Deve arrivare una nuova tappa della Rivoluzione Bolivariana, con una nuova qualità della politica che facciamo”, ha detto. E ha chiamato le forze rivoluzionarie a costruire un’unità più forte, di fronte alle difficoltà che si avvicinano. “In Venezuela non ha vinto l’opposizione, ha vinto la controrivoluzione, cin maniera contenuta. Già sappiamo che è una controrivoluzione che fronteggia i popoli, quando i popoli stanno costruendo la propria storia”, ha avvertito.

Per affrontare questa nuova situazione, ha chiamato i militanti a costruire “una nuova relazione con il popolo, tra il popolo. Questo lo raggiungeremo solo prendendoci il ruolo centrale che ha il nostro paese”. Riprendendo quanto affermato a chiusura della campagna, il presidente ha affermato che “il compito centrale è accelerare una profonda rivoluzione economica produttiva che crei nuove basi e liberi il paese dal ricatto di chi ci sottomette ad una guerra economica”.

Infine, ha affermato che “non è tempo di piangere. È tempo di lottare, di unire le forze, di interrogarsi in maniera obiettiva, di reinventarsi, di accettare ciò che non va e di costruire risposte e soluzioni ai problemi del popolo. Sono assolutamente sicuro che usciremo da questa situazione ed apriremo nuovi cammini di vittoria per una nuova maggioranza rivoluzionaria e chavista nelle battaglie a venire. È il tempo di rinascere dalle difficoltà”.

* da Caracas, per notas.org.ar

Traduzione di DINAMOpress