CULT

“Un Grillo Qualunque”

«In un paese con residue sacche di decenza, “Un Grillo Qualunque” di Giuliano Santoro sarebbe un best-seller da combattimento»

Wu Ming

 

Prendete “Un Grillo Qualunque” (edizioni CastelVecchi) e mettetelo nella cassetta degli attrezzi per affrontare questi tempi di crisi e di incertezza. Giuliano Santoro, giornalista e scrittore, ma soprattutto per noi un compagno e un amico, mischiando come sua abitudine fonti e registri di racconto differenti, ricostruisce il percorso del comico Beppe Grillo e la nascita e la crescita del suo movimento. Uno per uno Santoro decostruisce i “frame” della comunicazione grillina, smaschera e demistifica, apre contraddizioni usando come grimaldello l’idea che la democrazia diretta, la partecipazione e il cambiamento non possono che passare dal conflitto.

 

“Un Grillo Qualunque” è stato presentato per la prima volta dall’autore, assieme al sociologo Gianluca Passarelli e al giornalista Roberto Ciccarelli, al Csa Astra 19 di Roma. Una serata di discussione piena di spunti interessanti. La presentazione è stata anche l’occasione per DinamoPress di intervistare Giuliano Santoro:

Qui l’intervista di WuMing2 a Giuliano Santoro su Giap.

 

Di seguito il prologo di “Un Grillo Qualunque”:

 

Prologo. La Piazza e la televisione

I militanti montano lo stand, mettono in piedi il banchetto coi materiali per la propaganda elettorale, si dividono le risme di volantini e si dispongono ai quattro lati del marciapiede per distribuirli ai passanti. La scena si svolge alla vigilia del voto amministrativo, siamo nel pieno della campagna elettorale, nel corso centrale di una città capoluogo di provincia del Sud dell’Italia.

Fin qui, nulla di nuovo. Pare di trovarsi di fronte al rinnovarsi della campagna elettorale in piazza, celebrazione di un rito della politica che si ripete da decenni, di assistere ad una cerimonia che ha resistito alla crisi dei partiti novecenteschi, ha attraversato l’avvicendarsi dei sistemi elettorali, si è affiancata al diffondersi dei nuovi mezzi di comunicazione.

Poi succede qualcosa. Un dettaglio che cambia il quadro d’insieme. Uno dei ragazzi apre il bagagliaio della sua macchina, tira fuori una scatola di cartone. Maneggia con cautela il contenuto, mette un televisore sul tavolino di plastica sotto il gazebo. Con fare disinvolto il militante collega un lettore dvd all’apparecchio e preme il tasto play. All’improvviso, mentre le immagini scorrono sullo schermo, ci troviamo proiettati dentro una dimensione nuova. I giovani coi volantini non hanno megafoni né organizzano comizi. Parlano al potenziale elettore per interposta persona, utilizzando un televisore che trasmette in loop lo spettacolo di un comico. La gente non appare stupita, si trova anzi nella condizione accomodante di sentirsi accarezzata dalle sferzate familiari e sgomente del volto noto televisivo. Qualcuno si ferma a guardare. Annuisce. Altri sorridono, altri ancora si incazzano e borbottano qualcosa a chi gli sta di fianco.

Quel tipo con la barba che arringa i passanti in differita si chiama Beppe Grillo. Capire come un cabarettista che aveva mosso i suoi primi passi sui palchi di provincia sia poi arrivato a fondare un movimento politico significa scegliere di guardare da una prospettiva insolita la storia della società e della politica italiana degli ultimi decenni, guadagnare una prospettiva obliqua per raccontare le vicende che ci hanno condotti fino a questo punto, attraverso la cosiddetta “anomalia” italiana e soprattutto nel mezzo della crisi della rappresentanza e della fine dei partiti novecenteschi.

Siamo convinti che il fenomeno di Beppe Grillo, il suo passare da personaggio dello spettacolo a punto di riferimento politico, sia una cartina di tornasole di molte delle cose che sono successe in questo paese. Quando ci si trova di un fronte ad un fenomeno così complesso, si rischia di isolare un punto di vista, assolutizzarlo a scapito degli altri spunti di analisi. Siamo convinti invece che l’unico modo per comprendere Grillo e il grillismo, sia accerchiarlo da diversi fronti e toccare i tanti livelli della comunicazione, della politica, della storia culturale e dell’innovazione dei media, che un attore-politico attraversa. In altre parole, per compiere questo percorso dobbiamo attraversare più fasi storiche e più discipline, dobbiamo attingere da più linguaggi e tentare di coniugare la teoria con la prassi, la cronaca e l’analisi.

Questo testo è stato concepito fin dall’inizio come un intreccio di itinerari, storie e riflessioni teoriche. Dapprima si percorrono le fasi salienti del percorso artistico ed umano di Grillo utilizzandolo come espediente narrativo, come punto di vista di una storia più ampia. Cerchiamo di leggere le gesta individuali dentro la trama dei processi sociali, prendendo come punto di riferimento l’incontro con gli uomini che ne hanno influenzato le scelte artistiche e il modo di guardare al mondo. Nella prima parte si ragiona di Grillo come personaggio televisivo, cercando di analizzare il suo rapporto con l’autore Antonio Ricci, l’uomo della televisione. Da qui accompagniamo Grillo fino alla censura di Sanremo e percorriamo la trama che ha condotto il comico genovese ad uscire dal piccolo schermo all’epoca della crisi della “Prima Repubblica”. La seconda parte, quella che introduce il comico alla battaglia politica diretta, è caratterizzata dall’incontro di Grillo con Gianroberto Casaleggio, l’uomo che lo ha “convertito” alla Rete e che contribuisce a delinearne le strategie e le tattiche politiche e comunicative. Infine, e siamo alla terza parte di questo libro, arriviamo al boom del Movimento 5 Stelle, al suo consolidamento elettorale nel mezzo del tracollo del ventennio berlusconiano, e al suo presentarsi agli elettori come movimento “né di destra né di sinistra”.

Queste tre parti (la televisione, la Rete e il loro rapporto con la politica) sono a loro volta attraversate da tre generi di scrittura: accanto alla storia e alla ricostruzione degli eventi che ha portato al successo politico di Grillo, ripercorriamo le cronache e mettiamo in fila alcuni degli eventi che hanno segnato la storia del Movimento 5 Stelle. Non si è trattato di compilare un catalogo delle cose che sono accadute, al contrario abbiamo cercato di selezionare alcuni eventi e di conferirgli carattere più generale, in modo da renderli utili alla comprensione del fenomeno e storicizzarli. Alla vicenda di Grillo e della sua organizzazione politica, si intreccia l’analisi: indaghiamo la relazione tra mass media e politica ragionando con sociologi e politologi che hanno approfondito la relazione tra comunicazione e potere e tra informazione e consenso fino a scoprire che il campo dei media non è caratterizzato da cesure e confini, come sostiene Grillo quando esalta la Rete a scapito degli altri mezzi di comunicazione, ma che questo è uno spazio unico che risponde a logiche convergenti. Ecco com’è potuto accadere che un personaggio del piccolo schermo abbia investito il suo capitale di notorietà su Internet e abbia portato la sua conoscenza del linguaggio televisivo nel cosiddetto “Web 2.0”. Dunque, abbiamo detto fin qui, televisione, rete e politica attraverso la ricostruzione della biografia di Grillo, la cronaca del suo Movimento e le analisi.

Infine, le fonti. Anche in questo caso attingiamo da diversi documenti. Molte delle cose che raccontiamo sono frutto di interviste con testimoni diretti e con osservatori privilegiati. Altre vicende sono ricostruite grazie all’enorme archivio online, attraverso i forum e le discussioni sul web. Ove specificato, invece, citiamo libri, articoli, post su blog e siti web. Alla fine del volume trovate una bibliografia ragionata che sistematizza e contestualizza i riferimenti e si propone come strumento per approfondire e anche mettere in discussione quanto abbiamo scritto.

Tratto da “Un grillo qualunque” di Giuliano Santoro

Castelvecchi Editore

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