EUROPA

Un nuovo grande sciopero paralizza la Francia contro Macron, in piazza anche gli studenti

Sciopero dei dipendenti pubblici contro le politiche del governo Macron. Incrociano le braccia anche i lavoratori dei trasporti, mentre riempiono le piazze gli studenti delle scuole e delle università a Parigi e in tutta la Francia.

Oggi 22 marzo 2018, in Francia è indetto dalle più grandi sigle sindacali un importante sciopero. A fianco ai lavoratori della funzione pubblica si mobilitano i lavoratori delle ferrovie, i liceali, gli universitari e gli insegnanti. Uno dei motivi che ha innescato la reazione di sindacati e partiti e gruppi della sinistra francese è l’annuncio del governo del 1 febbraio di voler sopprimere circa 120.000 posti di lavoro di qui fino alla fine del quinquennio favorendo le dimissioni “volontarie”. Sotto attacco è più in generale lo “statuto” dei funzionari pubblici. Il progetto del governo intende infatti favorire l’assunzione di personale con contratto di lavoro flessibile o precario.

In piazza scendono anche gli “cheminots” (i ferrovieri) che si oppongono al progetto di riforma della compagnia del trasporto pubblico nazionale (SNCF) e si preparano a bloccare il paese con una lunga primavera di scioperi discontinui. Il governo di Édouard Philippe intende promuovere, come era già stato in autunno per la Loi Travail-2, una riforma veloce, per “Ordonnance”, evitando dunque la discussione parlamentare. I punti maggiormente contestati, oltre la privatizzazione dell’azienda e l’apertura del mercato alla concorrenza, sono la soppressione della categoria professionale dei ferrovieri, e la minaccia di chiusura di molte delle linee secondarie del paese. Un modello di riforma che è contestato anche da altre categorie professionali perché paradigmatico delle volontà del governo in tema di servizi pubblici. Questa giornata è solo una anticipazione della lunga serie di scioperi che a partire dal 3 aprile sarà indetta tutte le settimane due giorni su cinque. Gli “cheminots” contestano la privatizzazione della società dei trasporti (una delle principali aziende pubbliche francesi).

In piazza scendono anche gli studenti e il personale docente che manifesta contro la riforma della maturità e dell’accesso all’università (progetto Vidal-Blanquer). Una riforma anche questa che é stata promossa a grande velocità e che inasprisce i criteri di selezione degli studenti che intendono proseguire gli studi superiori. Gli studenti sono infatti costretti a partire da quest’anno a fare domanda all’università attraverso la piattaforma “Parcoursup”. Qui la selezione dei candidati avviene sulla base del CV, del liceo di origine, delle attività extra-curriculari svolte. Il tutto ricorda molto da vicino le riforme italiane del 2008-2009 dove la meritocrazia veniva agitata come uno specchio per le allodole, mentre solo gli studenti e il personale scolastico si ponevano il problema di un rifinanziamento della scuola e della ricerca. Si calcola che oggi in Francia molte delle funzioni didattiche delle università siano svolte da personale con contratto precario, e non si contano le disparità e i disservizi in cui versano molte delle scuole nelle periferie o nei “quartiers populaires” del paese.