Un desiderio collettivo diventa realtà: nasce a Padova il Laboratorio Bios

Una nuova occupazione per Occupare la nostra realtà, per Occuparci di noi.

Le belle giornate di sole non sembrano essere l’unico regalo che la primavera porta con sé. Da diverse settimane, infatti, in tante città d’Italia continuano a “sbocciare” nuove occupazioni. Questa mattina anche Padova si è svegliata con un’ importante novità: il Laboratorio Bios. Un gruppo di studenti, ricercatori e precari ha deciso oggi di restituire alla città uno spazio, di proprietà dell’INPS, vuoto ormai da più di 15 anni. La nuova occupazione è stata accolta molto bene nel quartiere, i cui abitanti si sono mostrati immediatamente solidali, perchè stanchi di vedere quello spazio pubblico abbandonato a sé stesso da anni, mentre assistono sbalorditi e preoccupati alla drastica diminuzione dei servizi rivolti alla cittadinanza. Proprio da questa contraddizione nasce il Laboratorio Bios, una vera e propria boccata d’aria in una città come Padova, dove il controllo esercitato dall’amministrazione comunale, a braccetto con le forze dell’ordine, tenta quotidianamente di annullare ogni forma di aggregazione giovanile.

L’occupazione del Lab. Bios, assieme alla campagna occupy your reality, rompe il fragile equilibrio legalitario di questa città ed offre a chi la vive la possibilità di costruire collettivamente nuovi antidoti alla crisi. Con scope e secchi alla mano, un luogo lasciato all’abbandono viene riportato in vita da chi ha scelto di lottare per un presente migliore, in grado di traformare un desiderio collettivo in una realtà che da oggi, qui a Padova, si chiama Laboratorio Bios.

A seguire il comunicato:

OCCUPYOUREALITY – NASCE IL LABORATORIO BIOS!

Occupyourreality è un modo di vivere, è un modo di essere, è una scelta. Occupare la propria realtà significa riprendersi in mano le proprie vite e ripartire dai propri bisogni per costruire un mondo diverso. Siamo studenti, precari della ricerca, lavoratori precari, sfruttati e disoccupati, ma sopratutto siamo indignati e pronti, rimboccandoci le maniche, a riconquistare la nostra dignità. Abbiamo per questo deciso di riaprire in città uno spazio dell’INPS abbandonato “da quando c’era ancora la Lira”, consapevoli di essere una generazione a cui è stato sottratto il futuro, una generazione senza diritti a cui è stata sottratta la possibilità di vivere una vita dignitosa e indipendente.

La crisi si impone come strumento per definire un nuovo modello di sviluppo: demolizione del sistema dei servizi e del welfare state, cancellazione sistematica dei diritti del lavoro, impoverimento generalizzato, e il debito come paradigma su cui centrare il nuovo modello sociale. La crisi colpisce tutti, chi pensava di aver acquisito con tanti anni di lavoro il proprio diritto ad esistere, sia chi è nato e cresciuto nella precarietà esistenziale. Ma la crisi produce rancore, disagio, solitudine ed isolamento solo se noi glielo permettiamo! Non vogliamo rassegnarci all’idea di essere soli e obbedienti, e a partire dall’apertura del Laboratorio Bios vogliamo rimettere al centro le nostre vite. Siamo convinti che unendo le nostre intelligenze saremo capaci di rispondere al violento attacco che stiamo subendo da troppi anni. Siamo convinti che ci sia bisogno di incontrarsi e di parlare, di organizzarsi e di lottare per riprenderci tutto ciò che ci spetta!

Il laboratorio Bios dunque vuole reddito. Vuole un reddito incondizionato e di esistenza, che restituisca parte della ricchezza che produciamo vivendo, e in grado di spazzare via il ricatto della precarietà che investe oggi l’intero mercato del lavoro.

Il laboratorio Bios sarà una Unità di Crisi, un punto di riferimento per i lavoratori precari sfruttati, umiliati e ricattati dalla totale assenza di diritti e di tutele. Sarà una Unità di Crisi che vorrà essere una costante minaccia politica per tutte quelle aziende che oggi giocano con le vite delle persone attraverso la precarizzazione del lavoro. Il laboratorio Bios sarà la sede distaccata del Di.S.C., il dipartimento dei saperi critici. Sarà lo spazio in cui costruire percorsi di inchiesta e di conricerca, in cui gli studenti potranno immaginare e costruire la propria università, in cui anche i precari della ricerca potranno produrre ed elaborare un nuovo modo di mettere in comune i saperi. Sarà lo spazio in cui costruiremo la biblioteca degli appunti, un luogo di scambio e condivisione per inventare insieme un nuovo modo di attraversare l’esperienza universitaria.

Il laboratorio Bios sarà un laboratorio contro l’ansia e il disagio, che ormai vediamo diffondersi trasversalmente in tutta la nostra società, consapevoli che non è un caso e che tutti ormai sentiamo l’insicurezza profonda che questo modello di sviluppo produce. Sarà un luogo in cui condividere e risolvere, con la lotta e la messa in comune delle nostre conoscenze, le contraddizioni del sistema dei servizi della nostra città, consapevoli che il diritto alla salute va conquistato a partire dai nostri bisogni. Sarà un luogo in cui inventare e praticare un nuovo welfare che nasca dalle lotte. Sarà un luogo in cui le identità, di genere e non, che ogni giorno ci vengono appiccicate addosso potranno essere demolite e ricostruite, a partire da ciò che di volta in volta sentiamo di essere davvero. Infine, il laboratorio Bios sarà uno spazio aperto e a disposizione di una città sempre più silenziosa e senza alcuna proposta culturale o politica, in cui chiunque voglia sprigionare la propria creatività abbia la libertà di poterlo fare.

Il laboratorio Bios è reddito, diritti e autonomia.

Il laboratorio Bios è creatività, libertà e desiderio.

Il laboratorio Bios è inchiesta, conflitto e autoformazione.

Il laboratorio Bios è la realtà che nasce da un sogno.

LA FELICITA’ NON SI PAGA SI STRAPPA!