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Ucciso l’avvocato che difendeva i curdi e il PKK

Leggi anche: Tra ISIS e guerra, la speranza è curda. Questa mattina è stato ucciso Tahir Elçi, presidente dell’ordine degli avvocati di Diyarbakir. È stato colpito da un colpo d’arma da fuoco alla testa, dopo la fine di una conferenza stampa in cui aveva denunciato insieme ad altri avvocati le operazioni dell’esercito turco nei quartieri di Diyarbakir , affermando che non è tollerabile che zone abitate da civili vengano attaccate militarmente. Pochi giorni fa, infatti, alcuni quartieri della città a maggioranza curda avevano subito un’offensiva dei reparti speciali con armi pesanti, che avevano danneggiato gravemente diversi edifici storici e luoghi di preghiera.

Tahir Elçi era un avvocato molto noto in Turchia per le battaglie per i diritti umani, la pace e la libertà. Dal suo profilo twitter, il Partito Democratico dei Popoli (HDP) ricorda le tante cause che aveva seguito a difesa della popolazione curda. È stato l’avvocato di 21 persone scomparse a Cizre, 16 uccise a Lice e 34 bombardate a Roboski. Recentemente aveva vinto la causa di 38 persone bombardate a Şırnak con ordigni della “grandezza di tavoli”. Per queste ragioni Elçi era stato preso di mira dal governo dell’AKP e da Erdogan. Recentemente era stato arrestato con l’accusa di “propaganda terroristica” per aver affermato pubblicamente, durante un programma televisivo, che “il PKK non è un gruppo terroristico ma un’organizzazione politica armata con grande seguito”. Elçi si era deliberatamente fatto arrestare come atto di disobbedienza civile anche per dimostrare che in Turchia la libertà di opinione non viene tutelata e si finisce in carcere per quello che si dice, anche senza infrangere alcuna legge. In quell’occasione aveva rilasciato quest’intervista a Radio Radicale dove viene spiegato nei dettagli quello che era successo e a cosa andava incontro, a pochi minuti dall’arrivo della polizia nella sede dell’organizzazione degli avvocati. Per le dichiarazioni a favore del PKK erano stati chiesti sette anni e mezzo di carcere.

Ma evidentemente per qualcuno questo non era abbastanza.

Erdogan ha accusato dell’omicidio il PKK, utilizzando questo fatto di sangue per rivendicare l’importanza della lotta contro il Partito dei Lavoratori del Kurdistan. Ma da parte curda sono piovute immediatamente reazioni indignate, che rispediscono l’accusa al mittente. Il Consiglio nazionale del Kurdistan ha rilasciato un comunicato in cui afferma che Elçi è stato ucciso dalle stesse forze oscure dello stato responsabili della morte di migliaia di civili e di tantissimi esponenti politici curdi.

In effetti, già da diversi anni gli interventi del PKK non colpiscono mai i civili, ma rientrano nella pratica dell’autodifesa della popolazione. Autodifesa che può essere necessaria contro i terroristi dell’ISIS, come contro l’esercito turco. Davvero non si capisce perché i guerriglieri del partito di Öcalan avrebbero dovuto colpire e uccidere un avvocato anti-governativo, filo-curdo e che aveva preso posizione a loro favore.

Intanto, nel quartiere di Sur (sempre a Diyarbakir) è stato dichiarato il coprifuoco. Nonostante ciò, in migliaia sono accorsi davanti all’ospedale dove si trova il corpo dell’avvocato, rispondendo alla chiamata alla mobilitazione del partito filo-curdo dell’HDP e di altre organizzazioni. Pochi minuti fa l’esercito turco ha aperto il fuoco sui civili che protestavano contro l’omicidio di Elçi.

Proprio mentre scriviamo, a Istanbul la polizia ha attaccato una grande manifestazione di solidarietà partita dalla centralissima Istiklal.